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Estate 2007, Federalberghi: il turismo ha perso mezzo mld di euro

“L’estate per le imprese turistiche italiane si chiude con un segno negativo che, onestamente, non ci lascia soddisfatti e ci preoccupa non poco per il futuro”. È il commento di Bernabò Bocca, Presidente di Confturismo-Confcommercio (l’organizzazione che raggruppa oltre 200 mila imprese della filiera turistica su un totale di circa 270 mila strutture), alla lettura dei primi dati a consuntivo realizzati dalle Federazioni di settore.


“Nonostante le negative previsioni pre-estate -prosegue Bocca- da noi stessi messe in evidenza e quantunque ci sia stato un pur parziale recupero della componente italiana, dovuta anche e soprattutto allo sforzo delle imprese del turismo di fare chiarezza sui presunti ingiustificati aumenti dei prezzi, il risultato finale non ci conforta.
“Gli stranieri, invece, – aggiunge il Presidente di Confturismo – hanno mantenuto la propria quota di mercato, confermando (se ancora ce ne fosse bisogno) il rapporto competitivo qualità-prezzo del nostro sistema, suggellato dal dato dell’Istat che da gennaio ad agosto ha visto i prezzi degli alberghi, ad esempio, crescere dell’1,6% assolutamente in linea con il tasso di inflazione.
“Così il consuntivo dell’estate, nei mesi da giugno a settembre – evidenzia Bocca – registra 300 mila pernottamenti alberghieri in meno tra italiani e stranieri, un’altra perdita di almeno 300 milioni di Euro per ristoranti, bar, locali di intrattenimento, stabilimenti balneari e rifugi alpini, un calo sensibile per le attività delle agenzie di viaggio ed un modesto +0,5% per i campeggi, ma con punte del -20% nelle Regioni del Sud Italia che va a scaricarsi sul giro d’affari complessivo.
“Risultati che lasciano drammaticamente sul campo una perdita economica stimabile almeno in mezzo miliardo di Euro – sottolinea Bocca – ed un senso di amarezza profonda, acuita dal timore di andamenti straordinari registrati invece dai Paesi nostri concorrenti.
“A questo punto – conclude il Presidente di Confturismo-Confcommercio – il 2008, non esclusa la Finanziaria in esame adesso in Parlamento, può e deve costituire l’anno del rilancio del Paese Italia nel panorama dell’offerta turistica internazionale, ridando al contempo ossigeno e slancio sia ai consumi turistici interni sia alle imprese del settore”.

I mali del settore
– L’Italia non ha infrastrutture adeguate per agevolare il movimento turistico sia nazionale sia internazionale, ma non per colpa di un solo Governo, bensì di tutti quei Governi che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni;
– l’Enit-Agenzia del Turismo non ha ancora raggiunto quella operatività necessaria per poter promuovere (e non solo all’estero) l’immagine turistica del Bel Paese, occorrendo a tal fine adeguati finanziamenti ed una più efficace intesa con le Regioni;
– la proposta del Vice Premier Rutelli di ridefinire il calendario scolastico diminuendo le vacanze estive per favorire la destagionalizzazione del turismo italiano, perché possa avere successo, dovrà essere almeno accompagnata dall’avvio del progetto dei “Buoni Vacanza” altrimenti tutto finirà per essere un boomerang dagli esiti incerti;
– l’Osservatorio Nazionale del Turismo, deve rafforzare la propria funzionalità, concentrandosi sull’affidabilità delle statistiche prodotte, collaborando con l’Istat, nominando un ‘Comitato di Garanti’ (costituito anche dalle imprese) in grado di ‘suggerire’ la corretta lettura dei dati e scandenzarne le uscite;
– il Governo italiano dovra’ farsi parte attiva anche nei confronti della BCE per prendere in considerazione anche ai fini del turismo il problema del rialzo dell’Euro, che rischia di metterci fuori mercato rispetto ai mercati turistici asiatici e nordamericani;
– a livello Europeo dovranno essere sviluppate tutte quelle azioni atte a rendere omogenee le rilevazioni statistiche dei Paesi europei anche per quanto riguarda la trasparenza e la confrontabilità dei prezzi delle attività turistiche.
5 richieste per la finanziaria 2008
Commentiamo positivamente la misura contenuta nella Finanziaria 2008, relativa alla deducibilità dell’Iva congressuale anche per i clienti delle agenzie di viaggi, misura da noi fortemente richiesta già nella scorsa Finanziaria ed inviata come priorità al Governo a fine giugno in occasione del DPEF.
Restano però aperte alcune questioni essenziali di cui la manovra nel suo complesso dovrà farsi carico. In particolare:
1) la riconsiderazione delle aliquote IVA in vigore per il settore turistico alla luce dei più competitivi livelli praticati in molti Paesi europei;
2) l’equiparazione del lavoro stagionale a quello a tempo indeterminato in materia di sgravi ed incentivi;
3) un credito d’imposta per le aziende che allungano la stagione;
4) la risoluzione delle problematiche ancora aperte in materia di canoni demaniali marittimi, in particolare l’allungamento delle concessioni e la questione relativa alle pertinenze;
5) la rivalutazione dei beni immobili con destinazione turistica.
















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