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Bologna: denunciarono il loro fruttatore, ora ottengono permessi

12 operai moldavi che nella primavera del 2006 denunciarono chi li sfruttava in un cantiere edile a Bologna, hanno ottenuto un permesso di soggiorno per protezione sociale, utile non solo per rimanere in Italia ma anche per lavorare regolarmente.


La consegna dei documenti a due di loro, entrambi di 49 anni è avvenuta stamattina alla presenza del Sindacco, Cofferati e del questore, Francesco Cirillo nell’ufficio dell’immigrazione della questura.
Gli altri hanno già ricevuti i permessi.

Dopo la denuncia e l’avvio del processo, agli immigrati fu concesso un permesso per motivi di giustizia, come prevede l’articolo 11 del regolamento di attuazione della Turco-Napolitano (testo unico 286/1998), ma che non e’ valido per avere un lavoro regolare in attesa della fine del processo.
Poi su pressione del Comune e d’intesa con il pm bolognese Valter Giovannini, il caso è arrivato sul tavolo del ministro Amato. Obiettivo: chiedere di poter applicare anche ai moldavi l’articolo 18 del testo unico che concede il permesso di soggiorno alle vittime di racket, ma applicato finora quasi esclusivamente alle prostitute che denunciano i loro sfruttatori.

L’8 agosto è arrivata la circolare del ministro Amato che prende in considerazione la nuova interpretazione della legge, seguita il 23 dalla richiesta di rilascio del fatidico documento da parte della procura.

”Questo caso rappresenta un ottimo precedente – ha detto Cofferati – ma credo che queste situazioni abbiano bisogno di avere condizioni più semplici. E’ mia intenzione chiedere ai parlamentari bolognesi (se sono d’accordo anche quelli di centrodestra) un atto legislativo che renda il procedimento più semplice da realizzare, e con meno fatica”.

















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