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Tradizioni celtiche e Medioevo a Bologna

Metti a suonare un “Piper”, un suonatore di cornamusa scozzese (Domenico Saccucci) e un suonatore di arpa celtica (Duccio Lombardi) in cima alla terrazza panoramica della seconda torre più alta di Bologna (60 metri), la Torre Prendiparte (via Sant’Alò 7), mentre si degusta birra originale irlandese Guiness (poco alcolica e appena spillata), ed eccoti servite le “Tradizioni celtiche nel Medioevo di Bologna”.

Organizzato da Giovanardi Hospitality in collaborazione con “I Locali della Notte”, il sindacato degli esercizi pubblici notturni aderente alla Confesercenti di Bologna, e all’Irish Pub Celtic Druid di Massimo Zucchini, questo modo insolito di scoprire le bellezze artistiche e monumentali della nostra città è stato presentato ieri sera (11 giugno 2007) nel corso di una conferenza stampa svoltasi al dodicesimo piano della Torre Prendiparte, al termine di una visita guidata tenuta in costume medievale da Sophie Menini, operatrice delle Guide d’Arte Confesercenti, mentre su Bologna infuriava un tremendo temporale. Il tour culturale, musicale e di degustazione sarà riproposto per i turisti e per tutti i bolognesi in altre sei serate di due turni ciascuna (alla 20 e alle 22) del 14, 20 e 28 giugno e del 5, 9 e 19 luglio prossimi (informazioni e prenotazione obbligatoria allo 051.389204, ingresso 20 euro).

“A 750 anni di distanza — ha affermato Matteo Giovanardi, proprietario della Torre Prendiparte — questa torre porta ancora il nome della famiglia che la realizzò, anche se molti bolognesi la conoscono come la Torre Coronaria. Dopo diversi passaggi di proprietà (per un periodo fu anche della Curia che la utilizzò pure come carcere), è stata acquistata da mio padre. Un accurato restauro ha reso agibili tutti i dodici piani della torre e restituito i graffiti, le iscrizioni e i disegni lasciati nelle carceri dai reclusi. Oggi la Torre Prendiparte è diventata in un certo senso pubblica con la realizzazione al suo interno di un bed and breakfast e con queste serate di musica e birra celtiche”.

“Con questa iniziativa — ha aggiunto Loreno Rossi, segretario provinciale della Confesercenti di Bologna — i nostri “Locali della Notte” creano un’opportunità nuova di passare le serate di questa calda estate. Non solo birra e divertimento, ma anche la possibilità di stare assieme con gli amici, ascoltando della buona musica, eseguita da maestri del Teatro comunale, e scoprendo gli angoli più straordinari della nostra città”.
A Guido Moretti, docente di progettazione urbanistica al Dipartimento di architettura e pianificazione dell’ateneo bolognese, è toccato raccontare la funzione delle torri e la loro diffusione nella nostra città in epoca medievale. “Fino al ’600 — ha rivelato — Bologna è stata la città più rappresentata iconograficamente. Per descriverla, difatti, bastava disegnare una cinta muraria con dentro una serie di torri. Quante erano le torri nel Medioevo? Nell’800, al termine di un accurato studio, Giovanni Gozzadini disse che erano 200. Si è scoperto che erano molto di meno, circa 100. Le torri rappresentavano le famiglie gentilizie e si ergevano sui borghi di case basse. Servivano alla difesa ed erano attorniate da incastellature di legno. Purtoppo le grandi urbanizzazioni di inizio ’900 comportarono l’abbattimento di numerose torri nel centro storico di Bologna”.

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