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Sassuolo: in Consiglio comunale la Giornata mondiale dell’ambiente

Si celebrava il 5 giugno la ‘Giornata mondiale dell’ambiente’. E’ stata quindi l’occasione per presentare anche nel Consiglio comunale di Sassuolo lo “stato dell’ambiente” della città e del nostro territorio, con una serie di relazioni a cura di esperti che hanno affrontato tutti gli aspetti rilevanti di questo tema.

L’assessore competente, Giuseppe Megale, ha introdotto il tema; Graziano Busani dell’Arpa ha ripercorso l’evoluzione delle emissioni industriali nel comprensorio; Giorgio Timellini del Centro Ceramico di Bologna ha affrontato il tema ambientale come fattore di competitività; Luisa Guerra dell’Arpa si è occupata della qualità dell’aria nel distretto ceramico; Giovan Battista Fauchè della Sat ha analizzato la situazione del fiume Secchia e dell’acquedottistica; Sandro Morini, assessore ai lavori pubblici, ha illustrato il nuovo progetto di trasporto pubblico locale; Antonella Munari, dirigente comunale per la pianificazione e gestione del territorio, ha spiegato le linee guida del Psc in materia ambientale; Giordano Guidetti, responsabile del servizio tutela del territorio, ha parlato delle azioni del Comune di Sassuolo per l’ambiente e in particolare per l’edilizia sostenibile.
Secondo l’assessore Megale sono ancora diverse le problematiche che Sassuolo e il territorio devono affrontare in materia ambientale. E’ necessario, ha detto, perseguire sempre e il più possibile uno sviluppo sostenibile, che offra una qualità della vita adeguata anche alle generazioni future, che sono quelle a cui dobbiamo rivolgere il nostro pensiero. Serve la collaborazione di tutti, imprese che ricerchino le migliori tecnologie pulite, enti e istituzioni che favoriscano questo tipo di sviluppo, singoli cittadini che con comportamenti corretti diano il loro contributo. Fra i progetti di interesse ambientale in fase di realizzazione, Megale ha ricordato gli interventi sulla sponda del fiume Secchia, con il programma di rifacimento del fondo per la ciclabile provinciale, realizzazione di una passerella fra le due sponde del fiume, nuovi alberi, panchine e aree di sosta; la prima sperimentazione di raccolta porta a porta dei rifiuti differenziati per gli esercizi commerciali del centro storico, avviata da una ventina di giorni; l’inaugurazione recente dell’impianto idroelettrico sul fiume Secchia.
Fra le risorse Megale ha citato in particolare il Centro di educazione ambientale, che ha un ruolo importante nei confronti delle scolaresche e delle giovani generazioni; l’estesa rete di associazioni aderenti al nucleo di Protezione civile, che rendono Sassuolo ai massimi livelli di efficienza in questo campo.
Graziano Busani dell’Arpa Distretto di Sassuolo ha ricordato, con dati riferiti a un lungo periodo, a partire dal 1971, quanto il distretto ha saputo fare nel contenimento delle emissioni inquinanti. Basti pensare che il livello di inquinamento dell’aria è sensibilmente calato oggi con una produzione che da 125 milioni di mq. è passata, nel distretto sassolese, a 450 milioni di mq.
Gli studi hanno cominciato ad analizzare le singole emissioni a partire dagli scarichi, ha spiegato Busani, ma presto ci si è resi conto che servivano interventi a monte, lungo il processo produttivo e sui singoli fattori, per determinare un vero risultato. Sono nati i primi controlli sulle emissioni e sono stati determinati i primi autocontrolli obbligatori per le aziende. La prima svolta si è avuta quando sono stati fissati i limiti di emissione, verso la fine degli anni Ottanta, andando ben oltre i parametri fissati dalle leggi nazionali. Questo ha permesso di adottare accorgimenti efficaci fin da subito. Queste attenzioni e lo studio in anticipo sui tempi di interventi a monte della depurazione finale hanno consentito, secondo le analisi di oggi, di abbattere drasticamente i valori di inquinamento. Senza questi interventi per esempio avremmo oggi emissioni di polveri per 280mila tonnellate l’anno, mentre in realtà sono contenute nei limiti di 1750 tonnellate l’anno. Lo stesso vale per molti altri fattori inquinanti. Le analisi sono state ulteriormente integrate dalla fine degli anni Ottanta con il Bilancio Materia Energia, studio integrato all’interno dell’intero processo produttivo che ha permesso di affrontare il problema ambientale nel suo complesso e non solo nella riduzione delle emissioni. Poi sono arrivati i comportamenti virtuosi, la coscienza ambientale, le certificazioni , che hanno trovato un’industria ceramica già posizionata ai migliori livelli.
La conferma è arrivata dalla relazione di Giorgio Timellini del Centro Ceramico, il quale ha asserito senza ombra di dubbio che oggi il fattore ambientale va catalogato fra quelli competitivi. Si è arrivati alla consapevolezza dell’importanza di interventi in questo campo attraverso due strade: una obbligatoria, con la necessità di sottostare a direttive specifiche, come la Ippc, autorizzazione integrata ambientale, che prevede adempimenti necessari da parte delle aziende. La seconda via ha incluso adempimenti non obbligatori ma spontanei da parte delle imprese.
Le linee guida obbligatorie si sono rivelate inizialmente insufficienti, ha spiegato Timellini, perché basate su standard di qualità ambientale uguali per tutti, mentre sono evidentemente diverse le necessità di una zona ad alta concentrazione di industrie come la nostra rispetto ad altre dove la presenza è più rarefatta. Ecco perché da un punto in avanti si è invece inclusa la prescrizione per le aziende di utilizzare comunque la miglior tecnologia disponibile in tema di protezione ambientale. Le direttive impostate in questo modo sono diventate il modello adottato a livello europeo, determinando un fattore di alta competitività delle industrie sassolesi, che con il lavoro fatto grazie alla lungimiranza precedente, sono oggi il riferimento su cui vengono di fatto determinati i livelli della miglior tecnologia disponibile. Significa che le aziende sassolesi avranno bisogno di minimi adeguamenti mentre altri distretti industriali dovranno adeguarsi al livello di Sassuolo.
La seconda linea di condotta ha riguardato tutte le certificazioni e riconoscimenti in materia ambientale che le aziende hanno cominciato a perseguire intuendo il valore competitivo di questo tema. Molte imprese hanno aderito allo schema Emas e alla certificazione ambientale di prodotto. Molte hanno richiesto e ottenuto il marchio Ecolabel, che eleva la già alta competitività e il prestigio della produzione italiana di ceramica. Dal 2002 sono stati stabiliti i criteri del prodotto eccellente dal punto di vista ambientale, meritevole di fregiarsi appunto del marchio Ecolabel. Attualmente 12 fra i più importanti marchi italiani lo hanno ottenuto, altri 9 sono in corsa.
Luisa Guerra dell’Arpa sezione di Modena ha illustrato i temi riguardanti la qualità dell’aria. Per prima cosa ha specificato l’esistenza di inquinanti primari, derivati direttamente dalle emissioni durante i processi industriali o dagli autoveicoli, e inquinanti secondari, che si generano in parte o totalmente a causa di reazioni chimiche successive all’emissione e quindi non esclusivamente dipendenti dai processi citati. Fra questi sono da includere per esempio le poveri e l’ozono. Importante è anche l’influenza che la meteorologia ha sulle emissioni e sulla qualità dell’aria: vento e altezza di rimescolamento sono i fattori maggiormente determinanti. Negli anni gli inquinanti primari sono tutti calati sensibilmente. Diversa è la situazione per i secondari, che spesso determinano problemi più complessi.
Le polveri per esempio sono attualmente di difficile controllo: il territorio conta valori fuori dai livelli consentiti sulla media annuale, ma soprattutto numerosissimi sforamenti sulla media giorno (circa 100 superamenti l’anno). Le azioni intraprese sono efficaci ma non ancora abbastanza e in parte il risultato non positivo va ricondotto del resto alla conformazione stessa del territorio pianeggiante di tutta l’Italia del centro-nord, che sopporta lo stesso problema. Esistono comunque piani di risanamento, che non sono per ora in grado di portare le emissioni di polveri ai livelli richiesti dall’Unione europea.
Della qualità delle acque e in particolare del fiume Secchia si è occupato Giovan Battista Fauchè, della Sat. Il Secchia è una ricchezza di acqua di cui beneficia non solo Sassuolo ma un ampio territorio. La sua conoide è il serbatoio a cui attinge nei momenti di carenza l’intero comprensorio e anche buona parte della montagna, con sollevamenti anche oltre i 1000 metri, quando le sorgenti sono a livelli bassi. La difesa della risorsa per il territorio sassolese è quindi più che altro orientata a evitare dispersioni di acqua dalla superficie nella falda prima che questa venga captata dagli impianti di depurazione. Il sistema acquedottistico e di canali esistente fa in modo che tutta l’acqua possibile venga incanalata quindi verso i depuratori. La qualità dell’acqua erogata agli utenti sassolesi è garantita dal prelievo che avviene da pozzi che raggiungono i 70 metri di profondità. Per ogni utente quindi viene affrontato un importante sollevamento, che può superare i cento metri.
Fra le iniziative future messe in campo da Sat c’è il progetto di prelievo e depurazione dell’acqua di superficie, che potrebbe preservare la falda per i momenti di necessità e consentire importanti risparmi di energia utilizzata per i sollevamenti. Per questo tipo di progetto sono già stati individuati un luogo di captazione, una nuova dorsale acquedottistica inclusa nel Psc del Comune di Sassuolo, uh nuovo mega-serbatoio collegato all’impianto di potabilizzazione, nella zona di casa Serena, dal quale sarebbe possibile servire tutta la parte alta di Sassuolo. Fra i progetti c’è anche la potabilizzazione del Dolo e Dragone.
Esiste anche un piano di ampliamento della rete acquedottistica industriale del Secchia, che porta l’acqua di superficie alle imprese e alle aziende agricole per usi industriali e irrigui. Attualmente è ancora sottoutilizzata, con 39 utenti allacciati, mentre la potenzialità è di 9 milioni di metri cubi erogabili Con l’utilizzo di questa rete in modo intensivo si potrebbero liberare diversi canali storici della rete sassolese per usi diversi e più adeguati, acque meteoriche o reflue.
L’assessore Sandfro Morini ha illustrato il progetto della nuova rete di trasporto pubblico locale, che ha l’obiettivo di rendere il bus una reale alternativa, in termini di efficienza e convenienza, all’automobile. Per questo sono stati scelti nuovi veicoli a metano, non inquinanti, sono state riviste le fermate e le linee di percorrenza in modo da ridurre i tempi di attesa, sono state determinate alcune preferenziazioni per i percorsi dei bus, con semafori attivi che favoriscono il passaggio del mezzo pubblico, tratti di corsie dedicate. Inoltre ci saranno paline intelligenti in grado di fornire i tempi di attesa effettivi al passeggero in attesa. Si passa a 317mila km percorsi l’anno, incrementando quindi il servizio del 50 per cento: una scelta in controtendenza, ha spiegato Morini, per un servizio che negli ultimi anni ha conosciuto un costante calo dell’utenza (8 per cento fra il 2004 e il 2006). La sfida però è quella di rendere realmente interessante il trasporto pubblico e il progetto di Sassuolo si inserisce in quello più ampio per l’intero comprensorio ceramico, che include fra l’altro anche i primi contatti con Confindustria Ceramica per ‘elaborazione di una linea di trasporto al servizio dell’area industriale.

Antonella Munari, dirigente del settore gestione e pianificazione del territorio, ha brevemente illustrato le linee guida in materia ambientale contenute nel Psc. Un intervento sostenibile deve attenersi a parametri di economia, ecologia, equità. E questi sono stati tenuti presente nella pianificazione territoriale.
La scelta di base è quella di ridurre il consumo antropico del territorio, vale a dire valorizzare e recuperare le aree costruite esistenti, senza intaccarne di nuove e dove è possibile, riducendo il territorio urbanizzato. Il territorio rurale del Comune di Sassuolo è pari al 65% e nella nuova pianificazione c’è un ulteriore recupero di 40 ettari. Anche nella parte fortemente urbanizzata però il Piano strutturale comunale include recupero e riqualificazione. Mentre complessivamente la nuova urbanizzazione prevista è pari all’1 per cento di tutto il territorio, il 7 per cento è oggetto di riqualificazione, che include anche ripristino di ambiti naturali e corridoi ambientali esistenti in origine.
Una forte indicazione il Psc la offre anche in termini di nuove costruzioni, richiedendo requisiti di efficienza, risparmio ed eco-compatibilità, inclusi anche nella certificazione ambientale che in futuro sarà necessaria per tutti gli edifici.
Giordano Guidetti, responsabile del servizio tutela del territorio, ha illustrato gli interventi messi in campo dal Comune per la salvaguardia ambientale e in particolare per l’edilizia sostenibile. Si va verso l’elaborazione di alcune norme, obbligatorie o favorite con incentivi, per il risparmio energetico e la salvaguardia ambientale nel campo edilizio. Obbligatorie saranno alcune indicazioni riguardanti il risparmio dell’acqua (installazione di sciacquoni col doppio pulsante, rubinetti con frangigetto e altro); oggetto di incentivi saranno l’installazione di impianti solari o fotovoltaici, raccolta delle acque meteoriche, efficienza energetica, uso di materiali bioecologici, realizzazione di terrazzi verdi.
Fra gli incentivi previsti per le costruzioni rispettose di parametri stabiliti: bonus di superficie edificabile, riduzione degli oneri di urbanizzazione secondaria, assenza di spese per gli atti comunali.
Per le energie alternative il Comune ha già realizzato alcune iniziative: nel 2004 l’impianto fotovoltaico sulle scuole San Giovanni Bosco, nel 2006 un impianto simile all’Isola ecologica Arcobaleno, (nel frattempo si pensa a incentivi consistenti anche per l‘installazione domestica del fotovoltaico, che ha una forte spesa iniziale), recentemente l’inaugurazione di una centrale idroelettrica sul fiume Secchia. A proposito di quest’ultima, in grado di fornire energia sufficiente al fabbisogno di 7mila abitanti, esistono i progetti per la realizzazione di altri due impianti, uno a valle della traversa Castellarano-Sassuolo, l’altro poco oltre il ponte della Pedemontana una volta che saranno eseguiti i lavori di sistemazione.
Anche se sono piani a diverso livello di avanzamento e ancora distanti dall’attuazione, l’iniziativa significherebbe energia pulita per circa 20mila cittadini.
Fra le altre iniziative messe un campo dal Comune a favore di corretti comportamenti ambientali, gli incentivi per l’acquisto di biciclette a pedalata assistita, molto richiesti, gli incentivi per la conversione dei motori dei veicoli a gpl o metano.
Infine piani di valorizzazione ambientale del territorio, quali quello provinciale per il fiume Secchia e il filare storico dei pioppi, che proprio in questi giorni arrivano all’assegnazione dei lavori.

Dopo la conclusione delle relazioni si è sviluppato un breve dibattito sul tema.
Il consigliere di Alleanza Nazionale Luca Caselli ha riconosciuto l’importanza di iniziative per l’ambiente, criticando la natura celebrativa di alcune e l’inutilità di altre, con particolare riferimento al blocco del traffico.
Ruggero Cavani dei Ds ha auspicato più momenti di illustrazione al consiglio e alla città dei temi ambientali e una maggiore attenzione a questi aspetti anche e livello internazionale, perché hanno evidente ricaduta anche sull’ambito locale.
Gabriele Giovanardi del Gruppo Misto ha riconosciuto l’importanza di questa illustrazione, che aiuta ad aumentare la sensibilità sul tema e a prendere iniziative reali, auspicando a sua volta una visione sempre globale del problema, che riguarda il mondo intero.
Claudia Severi di Forza Italia ha riconosciuto l’importanza dello sviluppo sostenibile, ricordando però che la sostenibilità non deve precludere lo sviluppo, soprattutto in un comprensorio economicamente avanzato come il nostro.
Ferruccio Giovanelli ha invitato a non cadere nel provincialismo e a ricordare che sul tema ambientale Sassuolo è all’avanguardia, al punto da costituire un parametro di livello europeo per i comprensori simili. I temi ambientali e dello sviluppo, ha aggiunto, hanno bisogno di responsabilità, dobbiamo aiutare i cittadini a prendere coscienza dei doveri e non solo dei diritti in questo ambito.
Fulvio Bonvicini del gruppo Uniti per Sassuolo La Margherita ha chiesto di riflettere in particolare sull’autotrasporto, che è uno dei fattori principali di inquinamento e che nel nostro territorio ha ancora bisogno di particolari attenzioni e regole.
















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