In Emilia-Romagna gli impianti per la distribuzione di gas medicali sono sottoposti, da sempre, a una costante e attenta attività di controllo. Dopo i tragici fatti accaduti all’ospedale di Castellaneta in Puglia, è stata immediatamente attivata una nuova verifica che ha riguardato tutte le realtà sanitarie della regione al fine di verificare se e in quali fossero presenti impianti forniti da Ossitalia.
Dall’indagine è emerso che sono tre, con caratteristiche di impiego diversificate, le strutture a cui Ossitalia ha fornito impianti per la distribuzione di gas medicali:
l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, per un impianto nella palazzina Malattie infettive che non distribuisce, però, protossido di azoto ma solo ossigeno;
la Casa di cura privata accreditata S. Pier Damiano di Faenza, dove l’impianto distribuisce anche protossido di azoto e la cui manutenzione è affidata a un’altra ditta, e la struttura privata non accreditata Villa delle Orchidee di Forlì, dove Ossitalia ha fornito l’impianto e gestisce anche la manutenzione.
Pur essendo attivo in Emilia-Romagna un sistema di segnalazione di “eventi avversi” in sala operatoria utilizzato da tutte le strutture ospedaliere, da cui non sono mai emersi problemi relativi all’utilizzo di gas medicali, è stato comunque avviato un approfondimento specifico, da parte dei Dipartimenti di sanità pubblica interessati, riguardo alle due strutture private che utilizzano impianti per la distribuzione di protossido di azoto.
La sicurezza degli impianti a tutela dei pazienti e degli operatori è un impegno prioritario del Servizio sanitario della Regione Emilia-Romagna e si inserisce nell’attività di prevenzione e gestione dei rischi collegati alle pratiche sanitarie, ribadita anche nelle linee guida regionali per l’organizzazione delle Aziende sanitarie e nel Piano sociale e sanitario 2007 – 2009, attualmente alla discussione della società regionale.