Chiusura maglificio Sicem, sindacati in rivolta

«Una decisione inaccettabile e da respingere con forza». Così i sindacati modenesi del tessile-abbigliamento Femca-Cisl, Filtea-Cgil e Uilta-Uil hanno reagito alla decisione di cessare l’attività comunicata dalla direzione aziendale della Sicem Industriale spa di Appalto di Soliera.

Attualmente sono 77 (una sessantina donne) i dipendenti dello storico maglificio fondato da Gianfedele Ferrari e da questi ceduto nel 2003 alla holding fiorentina Fingen Apparel dei fratelli Corrado e Marcello Fratini. «Le lavoratrici e i lavoratori della Sicem esprimono sconcerto, rabbia e indignazione per la decisione della proprietà di cessare l’attività produttiva – affermano Femca-Filtea-Uilta – Ricordiamo che appena un anno fa i dipendenti avevano accettato orari di lavoro particolarmente flessibili per sostenere la competitività dell’azienda. Addirittura nello scorso mese di ottobre la direzione aziendale aveva confermato il miglioramento dei conti e chiesto la proroga dell’orario variabile anche per il 2007. Pertanto la cessazione dell’attività appare inspiegabile e giunge come un fulmine a ciel sereno».


I sindacati chiedono il proseguimento della produzione in loco, anche alla luce della ripresa generale del settore tessile-abbigliamento, confermata recentemente da Confindustria Modena.

Per sostenere questa richiesta le organizzazioni dei lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione e annunciano iniziative finalizzate a salvaguardare i posti di lavoro. Da notare che poco più di un anno fa (precisamente il 6 gennaio 2006) l’amministratore delegato dell’intero gruppo Fingen, Cesare Brogi, aveva dichiarato a MFF: «Smentisco in modo categorico che il gruppo voglia dismettere le attività del comparto abbigliamento». Evidentemente il gruppo ha cambiato idea.