E’ morto ieri a Bologna tra l’affetto dei suoi cari, la moglie Giana e i quattro figli, Beniamino Andreatta. Economista, più volte ministro, esponente di primissimo piano della Democrazia Cristiana, tra i fondatori prima del Partito Popolare e poi dell’Ulivo, era da tempo ricoverato presso il reparto di rianimazione dell’Ospedale Sant’Orsola dopo che un malore lo aveva colpito il 15 dicembre 1999 nel suo banco della Camera dei deputati, durante le votazioni della Finanziaria.
«Di intelligenze così ne nasce una in un secolo», disse Giuliano Amato quando Nino Andreatta fu colpito da malore alla Camera. Beniamino Andreatta, più comunemente chiamato Nino dagli amici e dai colleghi, era nato a Trento l’11 agosto 1928, ma da anni risiedeva a Bologna, dove si è svolta gran parte della sua lunga carriera accademica.
Il 15 dicembre 1999, nel corso di una seduta parlamentare sulla Finanziaria, ebbe un grave malore e finì in coma profondo come conseguenza di un’ischemia cerebrale. Da allora è vissuto in stato vegetativo, tenuto in vita dalle apparecchiature mediche.
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