venerdì, 29 Marzo 2024
13 C
Comune di Sassuolo
HomeMostreAlla Galleria Annovi 'In vitro' mostra di Matteo Negri




Alla Galleria Annovi ‘In vitro’ mostra di Matteo Negri

Alla galleria Annovi Arte Contemporanea di Sassuolo ‘In Vitro’, mostra personale di Matteo
Negri. Esposti una trentina nuovi lavori del giovane scultore milanese. La mostra è allestita come un percorso, che si snoda dall’ingresso alla sala dell’acquario, fino alla zona ludica dedicata al bigliardo.

In questa immaginaria residenza, si consuma l’eterno
antagonismo tra vita e morte. Da una parte, infatti, ci sono i grandi vasi criogenici per il
congelamento di spermatozoi e ovociti, che costituiscono un serbatoio di vita potenziale,
dall’altro campeggiano minacciose mine subacquee, che incarnano una perentoria minaccia
mortale. Entrambe le tipologie, realizzate in ceramica smaltata, recuperano elementi formali
classici che alludono alla tradizione fittile cretese, ma che si connettono, allo stesso tempo, con
la perfezione lineare dei macchinari dei laboratori scientifici o delle bombe di profondità
prodotte dall’industria bellica.


Nato nel 1982, Matteo Negri è autore di una ricerca plastica interessata alle potenzialità
espressive dell’oggetto meccanico, che viene perfettamente riprodotto nelle sue componenti
strutturali, ma non cromatiche. L’artista
milanese, infatti, non spinge la mimesi
scultorea verso un’espressività iperrealistica,
ma è piuttosto interessato a cogliere l’essenza
organica e architettonica degli oggetti
rappresentati, suggerendo una sorta di
familiarità tra le forme contemporanee e
quelle del passato.

Se osservati da vicino, i suoi vasi criogenici
ricordano l’impianto di certe cattedrali
gotiche, sostenute da potenti costoloni
marmorei. Le mine subacquee, invece,
richiamano certe utopiche, quanto
fantastiche, costruzioni sferiche progettate
nell’Età dei lumi, come, ad esempio, il famoso
cenotafio per Newton di Boullée.
In questi nuovi lavori, dove Matteo Negri
forza le potenzialità della ceramica,
spingendo la materia fino al suo limite statico,
assume un’importanza fondamentale anche
la componente ironica.


Le sue mine subacque sono disposte sul
tappeto verde di due tavoli da biliardo ed
hanno i colori delle palle da gioco. In questo
modo, la componente di pericolosità di tali
oggetti slitta dalla dimensione bellica a quella
ludica. Il gioco della guerra è sostituito da
quello del biliardo, ma la minaccia rimane
latente. L’artista ci suggerisce, quindi, che
anche la guerra, per coloro che la conducono
senza sporcarsi le mani, non è altro che un
gioco, non più rischioso di una partita a carambola.
Di fronte a una tale distruttiva irresponsabilità
è necessario difendere e conservare la vita
umana anche con l’ausilio delle nuove
frontiere genetiche.
Facendo il verso al Damien Hirst di Love Lost,
Matteo Negri affonda i suoi vasi criogenici in
un acquario percorso da piccolissimi pesci.
Un’allusione, neanche troppo velata, al ciclo
produttivo degli spermatozoi, ma anche un
riferimento esplicito alla teoria secondo cui il
mare sarebbe il primordiale utero di tutti gli
esseri viventi.


La mostra proseguirà fino al 9 aprile e sarà corredata da catalogo con testo critico di Ivan
Quaroni.
















Ultime notizie