Nella seduta di oggi pomeriggio il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità di intitolare la sala riunioni dei gruppi e delle commissioni
consiliari, situata al quarto piano di palazzo Malvezzi, “A Marco Biagi e Massimo D’Antona vittime delle Brigate Rosse”.
Il Consiglio ha così modificato il voto non unanime della seduta del 6 febbraio scorso e la dicitura prevista per la targa, che nel precedente
ordine del giorno era: “A Marco Biagi e Massimo D’Antona, vittime della stessa mano terrorista ed assassina”.
“Nessuno – ha ricordato presidente del Consiglio provinciale Maurizio Cevenini in apertura di seduta – ha mai voluto mettere in dubbio la verità storica sull’uccisione di Marco Biagi e Massimo D’Antona. Abbiamo letto tutti le polemiche, le interpretazioni, gli editoriali dei giornali. Nel riconfermare la nostra decisione ritengo ci siano le condizioni per togliere ogni dubbio, per sgombrare il campo da speculazioni, rivedendo il breve testo che accompagnerà i loro nomi. Le Brigate Rosse in significativa
continuità negli atti criminosi hanno colpito Massimo D’Antona e Marco Biagi in quanto studiosi ed esperti del mondo del lavoro, al servizio di uno Stato che, velleitariamente, s’illudevano di abbattere, così come la
mafia con analoga continuità colpì Falcone e Borsellino. Questo è l’unico motivo che ha indotto il Consiglio ad accomunare i due nomi, seppur nella
città di Marco Biagi; città che, anche attraverso questi piccoli gesti simbolici, lo vuole ricordare ben oltre lo scorrere del tempo”.
Cevenini, a margine del Consiglio ha inoltre dichiarato: “Ho parlato in questi giorni con la signora Marina Biagi la quale mi ha autorizzato a
riferire queste testuali parole: ‘Ovviamente non posso che essere d’accordo che nella targa si precisi per mano di chi sono stati uccisi
Marco e Massimo’ ”.
