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Modena: Polizia provinciale, i controlli sulla caccia

Oltre 2200 controlli sulla caccia e la pesca con 432 sanzioni amministrative e 12 avvisi di reato alla magistratura. E’ questa in sintesi l’attività svolta nel 2006 dai 20 agenti della Polizia provinciale, guidati dal comandante Emanuela Turrini, a cui si aggiungono 26 Guardie giurate volontarie.


Un terzo delle violazioni riguarda il mancato rispetto da parte dei cacciatori dei regolamenti e dei calendari, in particolare quelli sulla caccia al cinghiale, oppure non vengono compilati correttamente i tesserini per il controllo dei carnieri, ma non mancano le violazioni (48) alle distanze di sicurezza da case e strade fino all’utilizzo di richiami non autorizzati. Delle violazioni di rilevanza penale, sei hanno riguardato l’utilizzo di gabbie e trappole vietate, poi l’esercizio venatorio in periodi o aree di divieto. Per quanto riguarda la pesca, la violazione più ricorrente è stata l’assenza della licenza. La Polizia provinciale controlla qualcosa come 250 mila ettari di territorio (160 mila ettari di superficie cacciabile), circa 60 mila ettari di aree protette e le aree vicine ai centri abitati dove è vietato cacciare.

“Abbiamo intensificato i controlli – spiega Turrini – anche grazie all’aumento degli organici. Di conseguenza, rispetto al 2005, abbiamo riscontrato un aumento delle violazioni soprattutto in materia di caccia. A questa attività si accompagna l’impegno sul versante ambientale, in particolare per contrastare il fenomeno delle microdiscariche abusive”.
Le sanzioni in materia ambientale (52) hanno riguardato, nella maggior parte dei casi, l’abbandono o il deposito incontrollato di rifiuti, spesso automobili dismesse, e lo spandimento dei liquami.
Non sono mancate le contravvenzioni agli automobilisti (111), per la violazione alle norme del codice della strada, effettuate durante i controlli sulla caccia. Gli operatori della Polizia provinciale, inoltre, hanno gestito e coordinato i piani di controllo della fauna selvatica per evitare squilibri faunistici, danni all’agricoltura, come nel caso dei cinghiali, oppure per salvaguardare gli argini dei fiumi dalle nutrie. I piani di controllo del cinghiale effettuati dagli operatori e cacciatori autorizzati, in gran parte richiesti degli agricoltori danneggiati, hanno portato all’abbattimento di 728 esemplari.
















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