Rottura fra i Sindacati provinciali dell’Agroalimentare Fai/Cisl, Flai/Cgil e Uila/Uil e le Associazioni Imprenditoriali del settore lavorazioni carni (Confindustria, Api, Cna, Lapam, Lega Coop, Confcooperative) sul Protocollo per il contrasto alla pratica degli appalti di manodopera.
La rottura del confronto con le associazioni datoriali è stata annunciata stamattina nel corso di una conferenza stampa dai responsabili dei
Sindacati Vanni Ficcarelli e Umberto Franciosi Flai/Cgil, Pier Secondo Mediani e Mario Zoin Fai/Cisl e Ennio Rovatti Uila/Uil.
Dopo mesi di faticoso confronto con le associazioni imprenditoriali – il Protocollo è stato presentato a giugno 2006, il primo incontro fissato solo il 17 ottobre e altri due sono seguiti il 5 dicembre e il 15 gennaio – i Sindacati hanno dovuto riscontrare l’indisponibilità ad affrontare un tema socialmente delicato quanto dannoso per l’intero comparto della lavorazione carni e salumi, quale la pratica della terziarizzazione di attività produttive e degli appalti di manodopera, una realtà ormai diffusa nella
maggior parte delle aziende del distretto modenese dell’Unione comunale
“Terre di Castelli”.
Per quanto vietati da leggi e contratti di lavoro, gli appalti di intere linee di produzione a cooperative “spurie” (tipico esempio le linee del
disosso) o gli appalti illeciti di manodopera con la somministrazione di forza lavoro da parte di agenzie non autorizzate, sono largamente diffusi
nel distretto delle carni. Non sono mancati casi eclatanti di imprese oggetto di ispezioni da parte
degli organi di controllo e negli ultimi 10 mesi ammontano a oltre una quarantina le denuncie/segnalazioni dei Sindacati agli Organi di Vigilanza e alle Forze dell’Ordine.
In particolare si denuncia la somministrazione illecita di manodopera accompagnata da evasione-elusione contributiva e fiscale ai danni di una forza lavoro prevalentemente composta da soggetti deboli del mercato del lavoro come gli immigrati, più facilmente ricattabili, spesso costretti ad accettare vere e proprie forme di sfruttamento e non di rado costretti al
lavoro nero.
Di fronte ad un fenomeno che i Sindacati riscontrano essere sempre più diffuso sui luoghi di lavoro, con risvolti negativi, oltre che per i
lavoratori, per la sana concorrenza fra le imprese, e con rischi anche per la sicurezza alimentare dei consumatori (sino a casi limite di vera e
propria contraffazione), da parte delle Associazioni Imprenditoriali non vi è stato alcun riconoscimento del fenomeno degenerativo degli appalti.
Durante il confronto è stata negata la gravità del fenomeno e anzi si è proposto di riconoscere stessa dignità al modello organizzativo degli
appalti di quello aziendale. In un contro-documento di una paginetta (che definire documento è un eufemismo) si afferma la necessità di ricorre agli appalti per garantire competitività al sistema e per la difficoltà a
reperire lavoratori disponibili ad un lavoro subordinato.
Non vi è stata alcuna condivisione delle proposte sindacali (contenute nel Protocollo) a cominciare dalla richiesta di estendere lo stesso contratto
dell’alimentazione a tutti i lavoratori coinvolti nelle varie fasi produttive, né sull’applicazione della certificazione etica di filiera che garantisca il rispetto dei C.C.N.L. e dei diritti dei lavoratori. Nessuna condivisione neppure sulla richiesta di “condizionalità” dei finanziamenti pubblici, né sulla lotta alla somministrazione illegale di manodopera e per un’azione congiunta contro il lavoro nero, per non parlare del
riconoscimento dei diritti sindacali per tutti i lavoratori, pur dipendenti da diverse realtà, presenti in azienda.
Fai,Flai e Uila giudicano perciò conclusa questa fase di confronto negoziale con le associazioni imprenditoriali e stanno passando ad altre
azioni di lotta, denuncia e sensibilizzazione di autorità e istituzioni.
Numerosi gli incontri già avviati con Inps, Direzione Provinciale del Lavoro e i Sindaci dell’Unione Terre dei Castelli, e di quelli in programma con Prefetto e Presidente della Provincia e anche con i parlamentai
modenesi sia della coalizione di centrosinistra che di centrodestra.
I Comitati Direttivi e l’Attivo Unitario di Fai Flai e Uila hanno inoltre deciso una campagna di assemblee a tappeto nei luoghi di lavoro,
volantinaggi davanti alle aziende e presidi davanti alle sedi istituzionali, proclamando inoltre un pacchetto di 8 ore di sciopero da gestire in modo articolato.