Il sistema dello Spettacolo dell’Emilia-Romagna si conferma uno dei più articolati e attivi d’Italia. Si trova al terzo posto tra le Regioni italiane, sia nello
spettacolo dal vivo sia nel cinema, per numero di rappresentazioni (18.798 nel 2005) e spettatori (3.149.217), dopo la Lombardia e il Lazio, con una
spesa media nello spettacolo dal vivo per abitante (di 11,8 euro) superiore alla media nazionale (di 8,8 euro), mentre per il cinema è di 15,4 euro in regione e 10,2 in Italia.
L’Emilia-Romagna dispone inoltre del ricchissimo patrimonio di 185 sedi teatrali (185) e cinematografiche (274), diffuse in tutto il territorio; si contraddistingue per la presenza di 275 enti e istituzioni e di esperienze di grande rilievo, nei campi della prosa, della musica, della danza e della promozione cinematografica e per l’impegno e l’attenzione all’innovazione delle istituzioni pubbliche e dei soggetti privati.
E’ quanto emerge dal Rapporto 2005 dell’Osservatorio regionale dello Spettacolo, che sarà presentato il 9 febbraio 2007 presso la Sala
Auditorium della stessa Regione (via Aldo Moro, 18) in un seminario promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione.
“Questi dati – ha riferito oggi l’assessore regionale alla cultura Alberto Ronchi presentando il Rapporto – dimostrano che non è necessaria ‘la
cultura spettacolo’, fatta di grandi eventi, grandi nomi e conseguenti costi, per fare cultura e raggiungere buoni risultati di pubblico”.
Secondo l’Assessore dietro alla cultura opera un importante sistema economico, che ha bisogno di una legislazione aggiornata a livello nazionale, per il rilancio del settore. Ronchi ha anche indicato le
iniziative possibili: una riforma dei criteri di assegnazione dei finanziamenti statali, un rapporto più stretto tra Ministero e Regioni per la programmazione e gestione del Fus, come già stabilito peraltro dal titolo V della Costituzione; la collocazione degli Enti lirici al di fuori del FUS con una legge ad hoc, la necessità di una normativa sulla danza e il riconoscimento di pari dignità a tutti i generi musicali, fondato sulla “qualità” come unica discriminante, e infine ma non ultimo la
defiscalizzazione dei contributi privati, e anche dei singoli cittadini per le attività culturali, realizzata in forma semplice, in senso regionalista e adeguatamente pubblicizzata. “Deve scattare il
rinnovamento anche in ambito culturale – ha affermato l’Assessore – come è avvenuto per le liberalizzazioni lanciate da Bersani, con la coscienza che la cultura è un settore economico fondamentale per il sistema Paese”.
“La Regione sta operando in questa direzione – ha aggiunto Ronchi – per far sì che le programmazioni si avvicinino sempre di più a quelle europee, con teatri capaci di ospitare tutti i generi dello spettacolo e della musica”.
Con il Programma triennale per lo spettacolo nel 2006 la Regione ha, tra l’altro, aumentato la spesa rispetto al 2005 per spettacolo dal vivo e cinema di 482 mila euro, in controtendenza rispetto ai tagli nazionali del FUS, mantenendo tale aumento anche per il 2007, mentre nello stesso anno, se si considerano le varie leggi che intervengono a sostegno del settore, i finanziamenti regionali sono stati complessivamente di oltre 16 milioni di euro. Nel richiamare alcune peculiarità che connotano positivamente le esperienze in corso di attuazione a livello territoriale, Ronchi ha infine evidenziato come Bologna costituisca “una delle prime città in Italia per programmazione culturale, con eventi spesso di livello nazionale e internazionale”. “Una
città che, anche per la sua maggiore complessità, vive alcune contraddizioni – ha riferito – e che ha bisogno di capire quali sono le sue priorità, nel quadro di una politica di consolidamento e
rafforzamento del suo ruolo, fuori da logiche di ‘cultura spettacolo'”.
Il Rapporto 2005
Il monitoraggio del sistema dello spettacolo in Emilia-Romagna.
Nato dalla collaborazione avviatasi fin dal 1996 tra Regione e ATER-Associazione Teatrale Emilia-Romagna, l’Osservatorio è stato formalmente istituito dalla Regione con la legge n.13/99 “Norme in materie di Spettacolo”, con più obiettivi: disporre di uno strumento informativo e di ricerca, capace di monitorare e analizzare in modo costante e sistematico gli aspetti più significativi del settore; acquisire dati e informazioni per svolgere un’azione programmatica più efficace; consentire una lettura condivisa dell’evoluzione del sistema tra tutte le realtà interessate. I dati del Rapporto sono stati illustrati dalla responsabile del Servizio cultura Patrizia Ghedini e dal direttore dell’Osservatorio Antonio Taormina.
Il Rapporto dedica particolare attenzione all’Offerta e alla domanda di spettacolo (dati Siae), dal quale emerge un panorama diversificato, composto di spettatori attenti ai nuovi linguaggi, e connotato da un interesse crescente da parte delle nuove generazioni, con una quota di attività, per lo spettacolo dal vivo, che oscilla tradizionalmente intornoal 10% del totale nazionale.
Per assistere agli spettacoli, nel 2005, gli abitanti
dell’Emilia-Romagna hanno speso 49.278.696 Euro (con un incremento del 14,2% rispetto l’anno precedente) e hanno comprato 3.149.217 biglietti
(nel quinquennio 2001-2005, si è registrato un aumento dell’8,4%).
Complessivamente sono state proposte 18.724 rappresentazioni, con una crescita dell’1,5% rispetto l’anno precedente, mentre il dato nazionale
segna una flessione del 2% dell’offerta. Sempre nel 2005 il cinema ha venduto 11.192.767 biglietti, per una spesa di 64.320.103 Euro e 120.899 rappresentazioni. Tali valori, in linea con
il mercato nazionale segnano rispetto l’anno precedente delle flessioni, che si rivelano però più contenute in Emilia-Romagna. Se in Italia gli
incassi sono calati dell’8,7%, il dato regionale segnala un -8%; gli spettatori sono scesi, a livello nazionale del 9,1%, mentre in Emilia-Romagna ci si è fermati a un -6,1%. Dalla mappatura delle imprese e delle sedi teatrali e cinematografiche,
emergono elementi che confermano una grande ricchezza sul versante progettuale, produttivo e distributivo. Per lo spettacolo dal vivo sono
stati censiti 275 soggetti che svolgono attività riconosciute: 112 per il teatro di prosa, 102 per il settore musicale, 21 per la danza e 40 tra
agenzie di spettacolo e attività interdisciplinari. Il cinema vanta complessivamente 66 imprese di produzione. Per ambedue i settori si è registrata una crescita rispetto agli anni precedenti.
Le sedi che nel 2005 hanno operato con continuità nell’ambito dello Spettacolo dal vivo, sono state 185, distribuite in maniera equilibrata
rispetto alle province, ma con una maggiore concentrazione nella provincia di Bologna; la relativa media regionale è di 4,8 sale ogni
100.0000 abitanti. E’ da sottolineare che il 40% di esse sono di proprietà comunale ma gestite in convenzione con altri soggetti; va ricordato che proprio in questa regione sono nati i primi modelli per la gestione di spazi di spettacolo che prevedevano forme strutturate di collaborazione tra
pubblico e privato. Le sale cinematografiche censite sono 274 (erano 311 nel 2003), mentre gli
schermi, sono passati dai 428 del 2003 ai 447 del 2005; si sottolinea che in tale lasso di tempo sono stati tra l’altro aperti cinque nuovi multiplex. La media regionale si attesta su 11 schermi ogni 100.000 abitanti.
Il monitoraggio ha dunque riguardato anche gli aspetti legati all’occupazione e alla formazione. Se per lo spettacolo dal vivo, storicamente, si riscontra un’occupazione pari a circa il 10% della forza lavoro nazionale (il dato risale al 2004), per il cinema, ci si attesta sul 3% del dato complessivo. Sempre con riferimento allo Spettacolo dal vivo sono stati analizzati i dati relativi ai lavoratori
impiegati nelle imprese principali. Il quadro complessivo che si ricava, conferma una certa solidità del sistema regionale, laddove risulta un alto numero di giornate medie lavorate annue relativamente alle figure tecniche (122) e amministrative (141) e una sostanziale continuità occupazionale.
L’offerta formativa si rivela complessivamente ricca, tra le più vivaci a livello nazionale; comprende tutte le principali figure professionali del
settore, disegna uno scenario in evoluzione, anche in relazione alle future ridefinizioni dei finanziamenti derivanti Fondo Sociale Europeo.
La spesa pubblica per lo spettacolo rappresenta ovviamente uno dei temi centrali per le attività dell’Osservatorio, tema più che mai attuale
stante la situazione complessiva che investe il settore. La quota Fondo Unico per lo Spettacolo destinata all’Emilia-Romagna per lo spettacolo dal vivo (8,5% nel 2005), appare sensibilmente inferiore rispetto alla proporzione dell’offerta e della domanda localizzata in Regione (rispettivamente il 10 e il 10,2%). Il finanziamento complessivo ha altresì subito tra il 2004 (34.176.684 Euro) e il 2005 (33.077.588 Euro) una flessione inferiore nei confronti del dato nazionale, il 3,2%, rispetto al 5,7%. Considerando il periodo compreso tra il 2003 e il 2005, mentre si registra una flessione del FUS del 5,6%, la Regione aumenta del 3,8 % i finanziamenti attribuiti sulla base della Legge 13/99 “Norme in materia di
spettacolo”, con la quale finanzia 126 soggetti. Aumentano i finanziamenti agli enti partecipati e ai soggetti finanziati sulla base di altre leggi, passando complessivamente da 10.299.753 a 13.252.110 Euro (+28,7%). Passando al cinema, considerando lo stesso periodo, se il decremento dello Stato ammonta a -6,1%, quello della Regione (sempre con riferimento alla legge 13/99), si arresta a -3,6%.
Se i dati relativi al 2005 – potendo disporre delle informazioni contenute nel Rapporto FUS per lo stesso anno – consentono una comparazione tra finanziamenti nazionali e finanziamenti regionali, per l’anno 2006 va sottolineato come, sul versante nazionale, il Governo, all’indomani del suo insediamento, abbia previsto un aumento di
50.000.000,00 di euro e come la Regione, con il nuovo Programma triennale 2006-2008, abbia previsto a sua volta un aumento dei finanziamenti sulla L.R. 13/99 di 482.000,00. Complessivamente per il 2006, considerando varie leggi regionali
(spettacolo, enti partecipati, promozione culturale, Presidenza, ecc.), i finanziamenti regionali attribuiti al settore dello spettacolo sono stati di oltre 16 milioni di euro e il dato non è ancora definitivo non essendo ancora concluse le verifiche sui finanziamenti resi disponibili anche dall’Assessorato al turismo.
La regione in cifre 2004-2005 sarà disponibile on line nei prossimi giorni
sul sito Cartellone.