E’ cresciuta in Italia l’incidenza dei matrimoni con almeno un coniuge straniero, con una propensione maggiore degli uomini rispetto alle donne a scegliere un partner non italiano. E il fenomeno e’ in forte evoluzione in particolare al Nord, dove un matrimonio ogni dieci e’ misto. Questo è quanto si desume dal Rapporto Italia 2007 di Eurispes.
Se all’inizio degli anni ’90 la quota dei matrimoni misti era del 3,2% sul totale delle unioni celebrate in Italia, nel 2005 la percentuale e’ salita al 14,3%. In valori assoluti, si e’ passati dai 9.974 matrimoni misti del 1993 ai 35.889 del 2005: sono quindi piu’ che triplicati in 12 anni. Un fenomeno in decisa controtendenza rispetto al totale delle unioni tra italiani, che ha segnato invece negli ultimi anni una costante diminuzione. Anche se, avverte Eurispes, e’ legittimo il sospetto che una parte di queste unioni sia motivata dalla possibilita’ di acquisire la cittadinanza italiana; risultano, infatti, nettamente piu’ numerose le cittadinanze acquisite per matrimonio di quelle ordinarie, 7.919 contro 1.941 nel 2004.
Sono le citta’ di confine quelle dove si registra una percentuale piu’ alta di matrimoni con almeno uno dei coniugi straniero: Imperia, Trieste e Bolzano sono in cima alla graduatoria, che vede invece Bologna unica grande citta’ tra le prime dieci. A livello regionale, il fenomeno e’ piu’ diffuso in Toscana e in Trentino, mentre agli ultimi posti sono le regioni del Sud, e in particolare Sicilia e Puglia.
E tuttavia, il numero dei matrimoni misti e’ basso rispetto a quello delle unioni di fatto italo-straniere.
Al censimento Istat del 2001, sottolinea il Rapporto Eurispes, sono state registrate 202.513 coppie miste, il triplo rispetto al 1991, e ogni anno se ne aggiungono almeno altre 6 mila. Nello stesso anno, i matrimoni misti sono stati 20 mila. Gli uomini italiani sposano prevalentemente straniere con circa 10 anni di meno; le donne, invece, preferiscono uno sposo straniero coetaneo.