E’ iniziato questa mattina, sabato 20 gennaio, il primo livello di formazione sulla “mediazione e gestione dei conflitti”: un corso gratuito tenuto da Stefano Ghiselli, formatore e mediatore che da alcuni anni collabora con il comune di Sassuolo, che si articola da gennaio a marzo in 6 incontri, riscuotendo un’ottima affluenza di partecipanti con oltre 60 iscritti.
“Da alcuni anni – sottolinea l’assessore alle politiche Sociali del Comune di Sassuolo Susanna Bonettini – l’Amministrazione si è posta come obiettivo la promozione della partecipazione ed il coinvolgimento dei cittadini nella gestione della cosa pubblica. Una finalità che viene sperimentata in modi diversi spesso attraverso microprogetti di intervento negli ambienti di vita quotidiana: il quartiere in cui essi vivono, il parco che frequentano. In questa ottica la comunità locale diventa partner nella gestione della cosa pubblica, soggetto attivo per la realizzazione delle politiche di sviluppo “sostenibile e benefico”.
Una politica attenta alla qualità della vita e quindi alla qualità delle relazioni e della convivenza.
La società è molto cambiata ed è in rapida e continua trasformazione. Si è modificata la configurazione dei nuclei familiari: famiglie più piccole, famiglie da poco inserite nel ns territorio, quindi mancanza di reti familiari, mancanza di reti amicali, è aumentata la presenza di cittadini stranieri, quindi sono presenti culture diverse usi, costumi, consuetudini diverse una società, quella attuale, dove prevale l’individualismo non esiste più come nella società rurale il rapporto di buon vicinato.
Lo sviluppo della comunità è una chiave di lettura del territorio che viene concepito appunto come insieme di comunità in relazione fra loro – prosegue Susanna Bonettini – ma è anche un modello d’intervento, in quanto indica una modalità di azione:
lo sviluppo del senso di comunità attraverso percorsi di collaborazione e partecipazione responsabile”. Questo approccio permette, infatti, di sviluppare il senso di responsabilità e l’investimento affettivo degli abitanti nel proprio quartiere, permette di migliorare l’impiego delle risorse esistenti, di ridurre la conflittualità e di migliorare il rapporto e la collaborazione tra residenti e istituzioni. Fornisce pertanto strumenti utili per affrontare efficacemente alcune questioni oggi rilevanti per la qualità della convivenza urbana
Il corso parte dall’assunto che nella quotidianità i conflitti esistono, la loro negazione non ne porta il superamento. La strategia vincente consiste nel riconoscere e gestire il conflitto trovando modalità appropriate.
Gli obiettivi della mediazione dei conflitti sono: accompagnare le parti affinché trovino le piste di soluzione in una comune ricerca di accordi che siano rispettosi dei diversi punti di vista, evitare, per quanto possibile, la ‘trasformazione giuridica’ del conflitto che rischia di stigmatizzare piuttosto che migliorare il clima di vicinato; incoraggiare a sviluppare una percezione più ampia dei diritti e dei doveri di ciascuna parte coinvolta; sviluppare ed incoraggiare i comportamenti dei cittadini (riflessione collettiva e partecipazione attiva al miglioramento del proprio luogo di vita) che promuovono una logica di convivenza con il vicinato.
Si tratta della seconda fase di un percorso iniziato a Novembre quando, seguendo un’innovativa modalità di lavoro che presuppone una nuova visone della gestione della cosa pubblica, una attenta capacità di rapportarsi al territorio, alla comunità e ai gruppi di cittadini che la rappresentano, in qualità di collaboratori, detentori di conoscenze e di sapere, è partito un importate momento di riflessione interno all’amministrazione comunale. La singolarità del percorso è la partecipazione attiva dei diversi livelli della “macchina comunale” dalla giunta ai dirigenti per arrivare agli operatori. Con la collaborazione del Dott. E. R. Martini il percorso prevede una ventina di incontri per un totale di 50 ore di attività che si pongono sul piano della facilitazione e condivisione con la volontà di realizzare un confronto e raggiungere un linguaggio condiviso sui temi della partecipazione, dello sviluppo della comunità ma anche della convivenza pacifica”.