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Emilia R.: tasso di disocuupazione al 3,2%

Aumenta la popolazione attiva nel mercato del lavoro in Emilia-Romagna (+48mila, +2,5%), e cresce l’occupazione (+51mila, +2,7%) oltre la media nazionale (+2%), interessando più le donne degli uomini (+29mila, +3,5% e +22mila, +2,1%). Un incremento che produce una ulteriore consistente contrazione delle persone in cerca di lavoro, che passano dalle 66mila del terzo trimestre del 2005 alle attuali 64mila.

Sono questi i numeri che scaturiscono dai dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, relativi alla rilevazione continua delle forze di lavoro condotta nel periodo che va dal 3 luglio al 1 ottobre 2006.


“Con un tasso di attività al 71,7 per cento, di occupazione al 69,4 per cento e di disoccupazione al 3,2 per cento, la nostra Regione si situa ai primi posti tra le regioni italiane – dice l’assessore regionale al Lavoro Paola Manzini – Un quadro estremamente favorevole rispetto agli ambiti nazionale ed europeo, in cui i principali indicatori tracciano una situazione in ulteriore miglioramento rispetto ai dodici mesi precedenti, dovuta in buona parte anche alla regolarizzazione del soggiorno e all’occupazione dei lavoratori migranti, così come si riscontra soprattutto nell’intera area settentrionale del Paese. Molto importante anche la ripresa dell’occupazione femminile: in Regione le donne occupate sono il 61,8%, quasi due punti percentuali in più rispetto agli obiettivi di Lisbona fissati per il 2010 che ha portato il tasso di disoccupazione dal 4,7 al 3,7 per cento”.


Altro dato positivo quello che riguarda i giovani con meno di 25 anni: solo il 10 % è alla ricerca di un lavoro, una delle performance più positive a livello europeo. In crescita anche gli occupati con più di 50 anni, quasi la metà degli occupati dell’ultimo anno sono infatti in questa fascia, obiettivo perseguito dai parametri Ue.


In Regione si ricorre meno rispetto al 2005 alla cassa integrazione ordinaria (- 25%) e alla Cassa integrazione straordinaria per le aziende in crisi (-10%), un dato quest’ultimo in controtendenza rispetto a quello nazionale che è in aumento (+ 39%).


Nella Regione sono occupate 1.920mila persone, di cui 1.085mila uomini e 834mila donne. Il saggio di occupazione maschile cresce di 0,9 punti percentuali, collocandosi al 76,8 per cento, e quello femminile di 1,6 punti percentuali, giungendo al 61,8 per cento.


Gli stranieri residenti sono circa 290mila in Emilia-Romagna, il 7% dell’intera popolazione. L’incremento registrato tra il 2005 e il 2006 di 32mila unità (+12,45 %) ed è più contenuto della crescita del triennio precedente, in cui l’aumento medio annuale ha superato il 20% per effetto della regolarizzazione e dei ricongiungimenti familiari. Gli stranieri si distribuiscono sul territorio regionale privilegiando i Comuni con maggiori opportunità occupazionali; risultano infatti prevalentemente concentrati nell’area più forte economicamente compresa tra Bologna e Reggio Emilia, dove ne risiedono i due terzi. Le province che presentano la maggiore incidenza sono in particolare le province di Reggio Emilia e Modena, con 8 stranieri ogni cento abitanti seguite da Parma e Piacenza.


La crescita complessiva dei 51mila posti è tutta concentrata nella componente del lavoro dipendente e l’incremento interessa soprattutto il commercio (+21mila, +7,6%) e l’industria in senso stretto (+16mila, +3%), mentre le costruzioni restano pressoché stabili. Le donne ampliano la loro presenza nei servizi (+11mila, +1,8%), non solo commerciali, e nella trasformazione industriale (+11mila, +11,1%).


Aumenta anche il numero delle imprese attive (3mila, +0,7%), giungendo a quota 428mila a settembre del 2006. Gli incrementi maggiori interessano innanzitutto il settore della pesca e servizi annessi (+6,4%), seguito dalle attività immobiliari, informatica, noleggio (+5%), dalle costruzioni (+4,1%), dai servizi socio-sanitari (+4%) e infine dalle attività terziarie (+1,1%), mentre di segno negativo sono le variazioni delle imprese agricole (-2,7%) e manifatturiere (-0,3%), per effetto soprattutto delle flessioni riscontrate nelle imprese tessili(-5,2%), delle pelli/cuoio/calzature (-2,7%) e del legno (-2,1%). Nell’ambito del terziario, invece, si ha il forte dinamismo delle imprese immobiliari (+7,3%) mentre si distinguono negativamente le attività commerciali (-0,1%) e i trasporti (-2,7%).

Dal lato della forma giuridica sono soprattutto le società di capitali che crescono di oltre il 5 per cento, mentre le ditte individuali diminuiscono dello 0,2 per cento, facendo così risaltare come, accanto alla nascita di nuove aziende, sia in atto un consolidamento del tessuto imprenditoriale regionale che tende a spostarsi verso forme dimensionali e finanziarie adeguate ad affrontare le sfide dei mercati internazionali. E’ da sottolineare infine l’aumento delle aziende condotte da cittadini stranieri, che ammontano a 22.469 unità. Si tratta di imprese operanti principalmente nell’edilizia, nel commercio, nei servizi alle imprese a bassa qualificazione e nella ristorazione.


I dati occupazionali sono positivi così come quelli economici in quanto si rafforza l’accelerazione del PIL regionale. Stando alle previsioni econometriche realizzate di recente sia da Prometeia Spa sia da Unioncamere si stima infatti una crescita del PIL nel 2006 tra 1,8/1,9 per cento.

















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