Nel 2005 le 50 aziende campione con più di 100 dipendenti hanno fatto segnare un incremento in termini nominali (non depurato dall’inflazione) del 3%. Mentre il fatturato delle aziende con meno di 50 e più di 20 dipendenti (59 imprese campione) ha fatto segnare un calo dello 0,3%.
Un risultato dovuto principalmente alla diversa presenza sul mercato estero: le aziende maggiori realizzano lì il 54,5% delle vendite, al contrario le altre vendono fuori dai confini solo il 22,9% dei prodotti.
Decisamente negativo nelle imprese minori è anche il trend occupazionale: nel 2005 i dipendenti calano del 4,6% (il 10,8% in quattro anni). Diverso invece è l’andamento dell’occupazione nelle aziende con più di 100 dipendenti, che cresce nel 2005 dell’1,6% rispetto all’anno precedente.
Gli investimenti in macchinari, immobili e attrezzature nelle imprese campione crescono, poi, del 6% nel 2004. Anno, rispetto al quale, si registra un’erosione dei tassi di redditività soprattutto per le piccole imprese. Da segnalare infine la crescita del peso delle materie prime sul fatturato: nel 2005 assorbono circa il 51,5% dei ricavi.
L’unica eccezione a questo quadro negativo è rappresentata dal comparto metalmeccanico che ha una crescita più sostenuta del fatturato (4,4%) e dell’occupazione, comunque sono le imprese la cui dimensione media è più grande rispetto alle altre aziende del campione. Tessile e ceramico sono quei settori invece dove la crisi è più forte.