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Aimi (AN) su progetto mini case a Modena

“L’assessore Sitta ha scambiato la politica amministrativa sulla casa con il gioco del Monopoli al quale siede con le cooperative di costruzione.
Progettare condomini alveare nella città di Modena vuol dire non avere imparato nulla né dalle precedenti esperienze né dai viaggi documentali compiuti all’estero in quelle città economicamente avanzate alle quali guardiamo, come esempio per un adeguamento evolutivo delle nostre politiche abitative, del piano del traffico e dei trasporti e questo gli imporrebbe di rassegnare le dimissioni senza “passare dal via”.


Ad affermarlo è Enrico Aimi Consigliere Regionale di Alleanza Nazionale, membro dell’Ufficio di Presidenza della Regione e Presidente Provinciale del partito di Gianfranco Fini.

“L’ex sindaco di Campogalliano, vera anima pensante della Giunta Pighi, dovrebbe spiegare, insieme a quella sinistra dura e pura che rappresenta, come mai, dopo oltre 60 anni di pseudo politiche sociali e sulla casa operate dalla sua parte politica nella nostra città, il problema risulti ancora irrisolto, con i prezzi delle abitazioni tra i più cari d’Italia.
Ed è ancora più singolare che ciò si verifichi in un mercato nel quale le cooperative di costruzione la fanno prevalentemente da padrone.
Nel 2006 Sitta appare come uno degli ultimi prigionieri dell’ideologia marxista con l’aggravante che, trattandosi di un uomo intelligente, non può non sapere che la creazione di miriadi di micro unità abitative non risolve le problematiche casa, ma alimenta, al contrario, il problema dell’insicurezza, creando quartieri ghetto che finiranno inevitabilmente per diventare ricettacolo della criminalità.
Anche il rispetto per la persona umana e per le famiglie imporrebbe la creazione non di “quartieri dormitorio”, somiglianti a favelas per ricchi, ma realizzazioni urbanistico – abitative che tengano conto che l’uomo aspira alla libertà e non alla prigione.
Non a caso vogliamo ricordare come questa folle politica, già sperimentata negli anni 70, abbia portato tanti modenesi, desiderosi di una casa più abitabile e con spazi di verde proprio, alla scelta di abbandonare la città per rifugiarsi in quella periferia sud ed in quel circondario che consentiva vivibilità e dimensioni più dignitose, creando così non risparmio, ma ulteriori spese unite ad inevitabili problemi logistici.
Non vorremmo pertanto che le mini case del “progetto Sitta”, che non si trovano neanche nel vero gioco del Monopoli, finissero invece paradossalmente per ritrovarsi nella nostra realtà con grave danno per i cittadini meno abbienti e con grande vantaggio per le cooperative rosse”.
















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