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Le foto, i volti del lavoro a Modena nel dopoguerra

Ci sono le foto delle mondine degli anni ’40, dei meccanici della Ferrari al lavoro sotto lo sguardo attento di Enzo Ferrari, di giovanissimi muratori nei cantieri della Cittadella a Modena durante la ricostruzione, dei disossatori di prosciutti e dei fonditori negli anni ’60, delle lavoratrici delle maglierie carpigiane negli anni ’70, fino agli operai meccanici degli anni ’80.

Ripercorre po’ tutta la storia del lavoro nel modenese del secondo dopoguerra il volume “La Repubblica del lavoro”, prodotto dalla Provincia di Modena e dalle Raccolte fotografiche modenesi, che sarà presentato domani con un un incontro in programma alle ore 10 nella sala conferenza dell’assessorato provinciale alle Politiche del Lavoro (via delle Costellazioni 180) a Modena.

Intervengono, tra gli altri, Fabrizio Righi, assessore provinciale alle Politiche del lavoro, Stefano Vaccari, assessore provinciale al Bilancio e Stefano Magagnoli dell’Università di Parma.

“Attraverso queste immagini – afferma Righi – il volume riassume il tema dell’evoluzione del lavoro a Modena, focalizzando le più significative caratterizzazioni dei mestieri in un’epoca di passaggio da un’economia agricola a quella industriale”.

Le fotografie – che provengono dall’Archivio fotografico della Provincia e dalle Raccolte fotografiche modenesi – fissano i volti di quei “lavoratori senza immagine”, come vengono definiti nell’introduzione del volume, che hanno permesso la rinascita dell’economia modenese dopo la seconda guerra mondiale.
Il volume fotografico fa parte di un cofanetto contenente anche una ricerca sugli archivi dei Centri per l’impiego di Modena, un sorta di guida all’anagrafe del lavoro dopo il riordino degli archivi deciso alla Provincia a seguito del passaggio delle competenze sugli ex uffici di collocamento.

“Attraverso questo archivio – sottolinea Vaccari – è possibile ripercorrere la storia del collocamento a Modena e dei cambiamenti del mercato del lavoro, soprattutto negli anni ’50, con una attenzione al ruolo svolto dagli enti locali in una fase determinante per il futuro dell’economia modenese”.
Uno strumento dedicato soprattutto agli studiosi che possono effettuare le loro ricerche anche attraverso supporti digitali contenenti circa 250 mila schede professionali dei lavoratori e oltre 50 mila comunicazioni aziendali.
















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