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Modena: il Rinascimento visto dai ‘Bordi’

Erano la versione meno costosa, ma pur sempre di lusso, dei preziosi ricami in oro che ornavano i paramenti sacri. Si chiamavano bordi figurati e venivano prodotti tra Quattro e Cinquecento dalle famose tessiture di Lucca e derivavano spesso da incisioni tratte da opere di grandi artisti come Botticelli, Filippino Lippi e il Ghirlandaio.

Un nucleo omogeneo di 21 tessuti di questo tipo sono stati da poco restaurati dal Museo civico grazie ad un finanziamento del Club Soroptimist International di Modena e sono esposti nella mostra “Bordi istoriati del Rinascimento toscano”, aperta dal 2 aprile fino all’autunno al Museo civico d’arte, al Palazzo dei musei, accanto ad un secondo nucleo di tessuti con il quale condividono epoca e soggetto.

Si tratta del frammento di una pianeta quattrocentesca in velluto rosso cremisi con ricamo in seta policroma e filato metallico, di un velo da calice in tela di lino con ricamo in seta e oro, di un telo con Annunciazione a rilievo e motivi decorativi ricamati in seta e oro filato e di un velo da calice, rarissimo esempio di paramento liturgico precedente il Concilio di Trento.

La mostra è aperta da martedì a sabato dalle 9 alle 12, martedì e sabato anche dalle 15 alle 18, la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, lunedì chiuso (l’ingresso è gratuito dal 2 al 9 aprile in occasione della Settimana della Cultura).

Fu il conte Luigi Alberto Gandini a donare al Museo nel 1886 una collezione di duemila frammenti tessili che comprende stoffe, passamanerie, merletti e nastri che documentano la produzione tessile in Europa tra l’XI e il XIX secolo. Dietro ad un’apparenza di volubilità e frivolezza, stoffe e merletti celano le immense risorse di un settore che mette in campo, oltre a forze lavoro, anche tecnologie assai elaborate. Dalla produzione del filo, sia esso lana, seta o lino, alla tintura, dalla tessitura alla confezione sartoriale, i passaggi e le specializzazioni manifatturiere sono numerose e complesse, anche dopo l’avvento dell’industrializzazione. Una complessità che si riflette nello studio e nel restauro dell’intera collezione, che si concluderanno nel 2007 dopo un ventennio di lavoro con le ultime sezioni riguardanti i tessuti medievali e i reperti orientali.

















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