I due carabinieri coinvolti nel presunto pestaggio al marocchino clandestino avvenuto poco meno di un mese fa a Sassuolo, ripreso con un videofonino e poi diffuso su un sito internet, hanno annunciato una querela per diffamazione nei confronti del legale dell’extracomunitario, l’avvocato modenese Paolo Andreoli, per alcune affermazioni riportate oggi dalla stampa cittadina.
I militari, trasferiti nel frattempo dall’Arma a Bologna in attesa che l’inchiesta avviata dalla Procura faccia chiarezza su quell’episodio, definiscono ”oltremodo offensive e lesive del decoro personale e professionale” alcuni passi dell’intervista al difensore, soprattutto dove il legale – secondo quanto riportato dai quotidiani – afferma che ”quei due militari non solo devono essere puniti e trasferiti, quei due carabinieri devono essere cacciati dall’Arma, perche’ l’hanno disonorata”.
L’avv. Andreoli, sentito dopo l’annuncio della querela, ha precisato ”di non aver mai parlato di disonore”, ma che se la vicenda arrivera’ in un’aula di giustizia, e se ci sara’ una sentenza di condanna, ”i due militari dovranno essere allontanati dall’Arma. Io ho il pieno rispetto dei carabinieri e del loro difficile impegno quotidiano, ma chi colpisce i diritti altrui non deve far parte del Corpo”.
Secondo il difensore, le immagini del movimentato arresto dimostrano che il maghrebino e’ stato picchiato dagli uomini in divisa. ”Il legale dei carabinieri – ha commentato Andreoli – ha mostrato ingrandimenti di immagini che proverebbero, a suo dire, come non ci sia stata alcuna violenza nei confronti del mio assistito. Ma il filmato e’ chiaro. Ad esempio, quando uno dei militari salta sul suo corpo, il marocchino ha un sussulto, segno che e’ stato colpito”.
L’avv. Andreoli ha annunciato anche una contropetizione, dopo le raccolte di firme delle ultime settimane in solidarieta’ con i carabinieri: ”Sara’ una petizione contro la violenza e a favore della legalita”’, ha spiegato, anticipando che le firme saranno raccolte a Modena ma anche a Sassuolo. E ha aggiunto: ”Se la vittima del pestaggio fosse stato un italiano, ci sarebbero state ugualmente tante firme?”. Il legale chiedera’ inoltre le cartelle cliniche del maghrebino (che dopo una condanna a 6 mesi di reclusione ha ottenuto gli arresti domiciliari in una comunita’ islamica di Roma), per verificare se le sue ferite siano riconducibili a episodi precedenti o all’azione delle forze dell’ordine al momento dell’arresto (accertamenti in questo senso sono stati disposti anche dalla magistratura). ”A quanto mi e’ stato riferito – ha detto ancora Andreoli – il filmato diffuso sul web non comprende l’intera durata dell’intervento dei militari, e quindi non immortala tutte le fasi dell’intervento”.