La Procura di Modena ha chiesto un
accertamento medico nei confronti del marocchino Moulayamer Oulkadi El Idrissi, arrestato da due carabinieri domenica 19 febbraio nel quartiere Braida a Sassuolo, la cui cattura, per le discusse modalita’, riprese con un video telefonino, hanno innescato la polemica.
Gli esami medici riguarderanno in particolare una ferita alla testa del giovane immigrato, per verificare se si tratti di una ferita lacero contusa oppure di una ferita da arma da taglio, che il giovane nordafricano si sarebbe procurato in una rissa, avvenuta prima del suo movimentato arresto. Gia’ il giorno precedente al suo arresto, infatti, l’immigrato aveva preso parte a una zuffa con alcuni connazionali e in quell’occasione sarebbe spuntato anche un oggetto tagliente.
Intanto domattina, in un incontro stampa, l’avvocato Enrico Aimi, che difende i due Carabinieri ora trasferiti, presentera’ gli ingrandimenti dei fotogrammi del filmato che, a suo parere, dimostrano come il marocchino non sia stato in realta’ colpito dai due militari. ”Ingrandendo le immagini e utilizzando anche la moviola – aveva detto Aimi nei giorni scorsi – si smontano entrambi i momenti salienti in cui sembra che possa essersi concretizzato il pestaggio. Prendiamo il primo carabiniere: sembra che i suoi colpi siano diretti all’ addome, al fegato e alle costole del nordafricano, invece sono rivolti al braccio e a una mano dell’ uomo. Il magrebino ha l’anello della manetta al polso destro e cerca di trattenere l’altro anello. Il militare cerca di fargli aprire la mano per concludere l’operazione necessaria ad ammanettarlo. Il secondo carabiniere sembra, da quella prospettiva, che salti e atterri sul corpo del marocchino. Ma anche in questo caso non e’ cosi’: atterra sull’asfalto, e nemmeno a piedi pari, ma prima con il destro e poi con il sinistro. Il tutto inoltre non avviene all’altezza del torace dell’uomo, ma delle gambe”.
Intanto l’avvocato del giovane marocchino ha presentato un’istanza al giudice, affinche’ al nordafricano siano concessi gli arresti domiciliari: qualora la richiesta venga accolta, il nordafricano potrebbe trasferirsi a Roma, dove un’associazione islamica gli ha offerto un domicilio e un alloggio, oltre a un percorso di riabilitazione.