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Marocchino picchiato: Pm Modena, verranno accertati i fatti

”La Procura di Modena sta indagando. Abbiamo il filmato originale. Faremo tutto cio’ che e’ in nostro dovere per accertare la realta’ dei fatti, di come si sono svolti, anche di quello che non si vede nelle immagini”. Cosi’ il Procuratore aggiunto della Repubblica di Modena, Manfredi Luongo, ha risposto ai giornalisti sulla vicenda del video realizzato con un videofonino, e poi diffuso sul web, che riprende due carabinieri e un poliziotto mentre picchiano un maghrebino subito dopo il suo arresto, avvenuto il 19 febbraio a Sassuolo.

Il marocchino e’ stato condannato a sei mesi per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, i due militari sono stati trasferiti, mentre il poliziotto che aveva chiesto il loro aiuto e’ ancora in servizio.
Il magistrato ha spiegato che nessuno dei tre rappresentanti delle forze dell’ordine e’ stato ancora sentito dai magistrati, mentre potrebbero essere stati ascoltati nell’ambito di inchieste amministrative. Nessun commento, invece, alla domanda se i tre siano indagati: ”Mi riservo di rispondere la prossima settimana”, ha aggiunto Luongo. Ma per l’avvocato modenese Enrico Aimi, consigliere regionale di An e legale dei due carabinieri, ”allo stato non e’ pervenuto alcun avviso di garanzia ne’ mi risulta che i due militari che assisto siano stati iscritti nel registro degli indagati. Mi risulterebbe strano che fossero stati iscritti per attivita’ legate a un arresto”.


Il filmato era apparso per qualche ora, la scorsa settimana, in una bacheca web del sito dei Giovani Mulsulmani d’Italia, ma era stato rimosso qualche ora dopo per decisione dei responsabili dell’associazione, che avevano reso noto di averlo consegnato alle forze dell’ordine. L’uomo, clandestino, aveva commesso atti di danneggiamento e vandalismo, tirato sassi e bottiglie contro una sede della Cisl. Aveva anche reagito ai poliziotti e carabinieri intervenuti, e per questo era stato arrestato. Le immagini riprese col videofonino da una persona estranea alla vicenda sono forti: uno degli uomini in divisa gli sferra pugni, l’altro gli salta a piedi pari sul corpo. Il Comando generale dell’Arma gia’ venerdi’ aveva ”apprezzato” la collaborazione offerta dai Giovani Musulmani e aveva fatto sapere che nei confronti dei militari ”sono stati assunti immediatamente provvedimenti amministrativi e sono in corso rigorosi accertamenti”.
”Il filmato – ha commentato l’avv. Aimi, non ha ripreso militari che dopo un arresto, in caserma, picchiano un uomo ammanettato. Le immagini mostrano i carabinieri alle prese con un uomo esagitato che li aggredisce e reagisce all’arresto. Teniamo conto del fatto che la sera prima era stato ferito alla testa in una rissa con suoi connazionali, che ha sangue al capo, si batte, e’ seminudo ed e’ in evidente stato di ebbrezza. E che ha dato un pugno al volto di uno di loro, procurandogli una lesione guaribile in otto giorni. E’ stato un arresto complicatissimo durato una ventina di minuti”. E un arresto operato in quelle condizioni, secondo il difensore, ”mette gli operatori di sicurezza di fronte a un difficile bivio: non procedere all’ arresto, incorrendo nel grave reato di omissione di atti d’ ufficio, ovvero portare a termine l’intervento anche con l’uso della forza, cosi’ come prevede il nostro ordinamento”. Per l’avvocato, poi, ”il provvedimento di trasferimento dei due militari si fonda principalmente sulla necessita’ di tutelarli da possibili atti di ritorsione, anche alla luce del clamore che ha assunto la vicenda”.


Il sindaco di Sassuolo, Graziano Pattuzzi, che anche oggi si e’ recato nel difficile quartiere Braida dove si e’ svolta la vicenda, ha detto di avere fiducia nell’Arma (”Sappiamo quanto fanno i carabinieri e quanto sia difficile operare nella nostra realta’ ”) ma ha chiesto una presenza piu’ massiccia delle forze dell’ordine nelle aree ‘calde’ della citta’: ”Bisogna rafforzare la vigilanza”, ha ribadito ai giornalisti. Se alcuni residenti, immigrati e italiani, condannano il pestaggio, sono pero’ tante le reazioni che danno conto del disagio di chi vive nella zona: i residenti dicono di aver paura a passare fra spacciatori e clandestini. Molti hanno espresso la loro solidarieta’ alle forze dell’ordine che, dicono, ”devono operare anche in condizioni molto complesse”. La Lega Nord nel fine settimana raccogliera’ firme per manifestare solidarieta’ ai carabinieri. Proprio oggi il vescovo di Modena, mons. Benito Cocchi, nel messaggio per l’ inizio della Quaresima – che non contiene riferimenti all’episodio di Sassuolo – ha ricordato che ”la Quaresima e’ il tempo per rientrare in noi stessi, e’ la risposta piu’ efficace che i cristiani possono offrire in questo tempo segnato da intolleranze, violenze, incomprensioni, pregiudizi”.
















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