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Intesaconsumatori sulla direttiva ‘Bolkestein’

L’approvazione della direttiva ‘Bolkestein’ avvenuta ieri a Strasburgo, dimostra ancora una volta il vero volto di un’Europa, asservita ai “poteri forti transnazionali”, che con potentissime azioni di lobby trasversali, hanno condizionato le votazioni finali del Parlamento, escludendo dalla concorrenza quei servizi, come quelli bancari, assicurativi, postali, del gas, dell’energia e dei trasporti urbani, che al contrario avevano più bisogno di una forte dose di competizione, per stabilizzare in basso le tariffe ed alzare la qualità dei servizi erogati all’utenza. La critica arriva oggi da Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori).


I consumatori europei non hanno nulla da festeggiare – afferma Intesaconsumatori – perché se è vero che sono stati attenuati gli effetti di una liberalizzazione selvaggia del mercato del lavoro, il ribaltamento della proposta iniziale (per il proponente, ogni impresa avrebbe mantenuto le norme del proprio Paese anche lavorando all’estero) con l’introduzione dell’obbligo di adeguarsi alla legislazione degli stati ospitanti, la contropartita di escludere dalla concorrenza i servizi finanziari e le forti aziende municipalizzate, che spesso erogano i servizi in regime di monopolio con prestazioni qualitative non soddisfacenti, ed affatto commisurate è grave e preoccupante. Così si liberalizzano gli idraulici senza intaccare i poteri dei veri monopoli!

Ma il risultato più smaccatamente protezionistico di potentati e di rendite di posizione è stato ottenuto eliminando dalla libera circolazione dei servizi quei settori di intervento, che i poteri forti considerano di esclusivo intervento. Infatti, possono liberamente “circolare” le offerte di servizi nei settori delle agenzie immobiliari, delle agenzie turistiche, dei centri sportivi e del tempo libero e dei parchi di divertimento, delle costruzioni, della distribuzione commerciale, della organizzazione di fiere campionarie, dell’affitto di autovetture.
Al contrario, sono stati esclusi dalla libera circolazione (violando uno dei quattro pilastri di libertà e principio ispiratore della Comunità europea) i settori coperti da legislazione specifica e di interesse economico generale: i servizi bancari, finanziari, assicurativi, i trasporti, i porti, i servizi sociali, l’assistenza sanitaria pubblica e privata, gli audiovisivi, il gioco d’azzardo, la sicurezza, le agenzie di lavoro interinale. Sono altresì esclusi i servizi legali e le professioni e attività collegate con l’esercizio di autorità pubblica, come i notai.

Una vera e propria colonizzazione. I membri UE ad alto livello di protezione dei diritti (quelli più ricchi ed evoluti) l’hanno quindi avuta vinta: la ditta polacca operante a Francoforte dovrà rispettare la legislazione del lavoro tedesca; la ditta tedesca operante in Lettonia, potrà avere il vantaggio di abbandonare la “costosa” normativa della madrepatria e adeguarsi alla più “giovane” normativa dello stato ospitante. L’Europa dei cittadini e dei diritti – concludono Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – dovrà ancora attendere!

















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