Era un detenuto, non rientrato dal permesso premio, con ancora 10 anni da scontare per omicidio e rapina, il pregiudicato rimasto ucciso nello scontro a fuoco nel ferrarese costato la vita anche ad un brigadiere dei carabinieri.
Ancora da ricostruire l’esatta dinamica dell’episodio, originata da quello che sembrava un controllo di routine su un’auto, non lontano da una discoteca.
Poco dopo le 5 di stamane, sulla statale Romea, a Lido delle Nazioni, l’equipaggio di una ‘gazzella’ del Nucleo radiomobile di Comacchio digita sul proprio computer di bordo, dotato del sistema di rivelazione automatica, la targa di una Station Wagon 156 ‘sospetta’. Immediata la risposta del sistema, collegato ad un database centrale: l’auto risulta tra quelle rubate. I carabinieri intimano l’alt: uno dei quattro passeggeri, Antonio Dorio, 36 anni, scende e si dà alla fuga a piedi, ma viene inseguito e bloccato da uno dei militari che lo trascina, aiutato da un collega, a bordo della ‘gazzella’ mentre un’altra pattuglia provvede a identificare e a fermare i suoi amici.
L’autoradio con Dorio e due carabinieri parte alla volta di Comacchio, ma a bordo succede l’imprevedibile: Dorio riesce a far fuoco (forse con una pistola sfuggita alla perquisizione, ma la circostanza è ancora da chiarire) e, prima di restare colpito mortalmente lui stesso, uccide il brigadiere Cristiano Scantamburlo, 33 anni, originario di Venezia. L’altro carabiniere a bordo dell’auto resta ferito, in modo non grave.
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