“L’offerta di posti in strutture residenziali a gestione comunale o convenzionate con il Comune e il servizio sanitario regionale è inferiore alla domanda. In assenza di fonti di finanziamento specifiche per far fronte alla nuova domanda, quali avrebbero potuto rappresentare l’incremento del Fondo nazionale Politiche sociali o il Fondo per la non autosufficienza, che si è bloccato in sede nazionale e che in sede regionale, causa le diverse finanziarie, non può essere incrementato con entrate di scopo tratte dalla fiscalità generale, si è determinato un aumento delle liste di attesa di 270 persone a gennaio 2006 nel servizio residenziale per anziani”.
“A seguito di un accordo sul piano di sviluppo dei servizi per anziani con i sindacati pensionati ed il Distretto 3 dell’Azienda Usl, il Comune di Modena è impegnato a richiedere alla Regione la possibilità di aumentare nella città il numero di posti convenzionati con il sistema sanitario regionale”. Lo ha dichiarato nel corso del Consiglio comunale del 6 febbraio l’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti, rispondendo ad un’interrogazione di Baldo Flori (Modena a Colori) con cui si chiedeva “quali interventi la giunta intende mettere in campo, a partire dal Bilancio preventivo per il 2006, per dare una risposta a breve termine alle liste di attesa che si sono allungate, per entrare nelle strutture protette”.
L’assessore ha sottolineato che a determinare l’allungamento delle liste di attesa hanno contribuito anche l’invecchiamento della popolazione – con le conseguenti maggiori esigenze assistenziali – e “l’approccio universalistico del servizio che è stato assunto a partire dal 2001, successivamente alla approvazione della legge 328/2000, tale da consentire l’accesso anche in condizioni reddituali medio-alte o alte, diversamente dal passato, in cui l’accesso era esclusivamente riservato alle persone con redditi modesti”.
Francesca Maletti ha anche assicurato che “in assenza di disponibilità dei servizi residenziali, è attiva sulle persone in lista di attesa l’intera gamma dei servizi per anziani, con interventi domiciliari, semiresidenziali e residenziali temporanei”. In particolare nel 2005, sono 594 gli anziani assistiti in Assistenza Domiciliare Integrata sociale, 100 nei centri diurni, con prevista espansione nel 2006 a 160, 528 le situazioni familiari che beneficiano di assegno di cura, 324 le famiglie che percepiscono contributi per l’assistenza domiciliare privata (Serdom) e 250 gli anziani che sono in assistenza economica con risorse comunali. Nel 2006 si prevedono inoltre interventi di avvio di 60 mini alloggi per anziani, con circa 100 utenti previsti. Ciò determina, nel suo complesso, una quota rilevante di intervento a sostegno della domiciliarità anziani nella città di Modena, pari al 12,85% della popolazione ultrasettantacinquenne”.
Infine, l’assessore ha ricordato che la rete dei servizi residenziali del Comune di Modena del 2005 è composta complessivamente da 560 posti, di cui 294 presso le strutture pubbliche, 140 nei posti convenzionati nelle strutture private, 25 per anziani inseriti in strutture protette non convenzionate e 105 nella rete dei servizi in RSA”.
Flori ha replicato sottolineando che “il problema è interrogarsi sulle vie d’uscita, non tanto aspettando Godot: se le domande in tema di welfare sono urgenti, bisogna individuare le priorità. Interrogarsi vuol dire misurarsi con standard e ritmi di sviluppo, mettendo in cantiere ipotesi di nuove strutture, o da accollare al Comune, o ricorrendo a forme convenzionate anche nuove rispetto al passato. Critico il fatto che ci siano due strutture completamente a carico del Comune. Almeno per una si poteva risparmiare e dare forme di nuova gestione. Noi rincorriamo il problema, lo tamponiamo, ma non si dà risposta strutturale di cui c’è bisogno, qui come negli asili nido.