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Auschwitz: lettera aperta assessori Facchini e Grandi

Gli assessori della Provincia di Modena Silvia Facchini e Beniamino Grandi, hanno partecipato nei giorni scorsi al viaggio ad Auschwitz organizzato in occasione della Giornata della Memoria e al quale hanno preso parte 600 ragazzi, 250 dei quali modenesi in rappresentanza di 16 scuole superiori del territorio.

A loro, agli altri studenti e alle loro famiglie è rivolta la lettera che Facchini e Grandi hanno scritto al ritorno da quell’esperienza. I due assessori sottolineano, in particolare, la maturità e la preparazione dei ragazzi che hanno partecipato al progetto la cui testimonianza, ora, rappresenterà “quella memoria che farà sì che tutto ciò non abbia a ripetersi”.

Ecco il testo della lettera

Poche righe al ritorno da Auschwitz.
Un viaggio ad Auschwitz non è un viaggio come altri, è una forte prova emotiva: non è la curiosità a spingere il visitatore, ma qualcosa di assolutamente diverso, quasi un dovere morale, una lucida consapevolezza del bisogno di sapere, perché – come scrisse Primo Levi – “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.

C’è la necessità di conoscere una storia che ci appartiene per quanto mostruosa essa sia, una storia che induce a pensare ad un’umanità “capace di costruire una mole immensa di dolore”, una storia che ha lasciato ferite insanabili, delle quali, tuttavia, ci sono testimonianze, terribili ma esistenti: eredità di un passato da superare, ma senza perderne la memoria, unico strumento per salvare il futuro da altri simili drammi.
Con queste premesse si è svolto il viaggio ad Auschwitz: insieme, cittadini e istituzioni, con oltre 600 studenti, di cui ben 250 provenienti dal territorio modenese.

Una bella gioventù, la nostra gioventù.
Giovani non diversi da quelli che sono partiti 60 anni fa verso quell’abisso, ma che per fortuna loro possono tornare, raccontare, sperare.
Il 25 gennaio sono partiti in treno, dalla stazione di Carpi, in direzione Cracovia; con i loro docenti, preparati e consapevoli dell’esperienza sicuramente unica ma anche fortemente toccante che li avrebbe attesi.
Un treno carico di umanità, di emozioni, e sicuramente anche di paura: la paura che si può provare anche solo immaginando quegli orrori, unita all’angoscia derivante dalla consapevolezza che si tratta di fatti realmente accaduti, per di più non troppo lontano nel tempo.
Allo stesso modo, su quel treno, si respirava un’atmosfera ed un senso di appartenenza particolari, espresso così bene da quei tanti giovani che hanno dimostrato coraggio e volontà di conoscenza, giovani alle cui spalle stanno insegnanti ai quali va riconosciuto il merito di aver dato l’informazione prima e la motivazione poi, affinché fossero lì, felici di esserci, consci del valore della loro presenza.
Giovani che hanno creato momenti di incontro, di confronto, su temi assolutamente delicati e importanti, ai quali hanno alternato la musica, in compagnia di Cisco dei Modena City Ramblers e della BandaBardò e le toccanti parole di Carlo Lucarelli e di Marco Vichi.
E per noi, già molto grandi, è stato davvero bello e rassicurante poter essere silenziosi in mezzo a loro, guardare i loro occhi persi in un’angoscia senza risposta, occhi che cercavano un appiglio intorno…ma c’era solo un silenzio assordante, un silenzio fatto di migliaia di presenze, le sentivi, vedevi gli sguardi nelle foto, la quotidianità persa nelle scarpe, nelle magliette, nei vestiti, negli abiti, nelle valigie, sentivi il loro muoversi nelle baracche fredde e nei sentieri ghiacciati, e il fruscio di passi ormai leggerissimi.
Per fortuna c’erano i ragazzi a contenere tutta questa angoscia: nessuno di noi potrà più far finta di non sapere e la loro testimonianza sarà quella memoria che farà sì che tutto ciò non abbia a ripetersi.
E se la speranza per un mondo diverso oggi esiste, ed è forte in quanti si impegnano nell’ambito delle proprie funzioni pubbliche e private come nei propri contesti sociali ed educativi, bene, per noi, che eravamo su quel treno, questa speranza ci è parso poter avere il volto di quei dinamici, energici e bellissimi giovani che ci hanno coinvolto e portato insieme a loro ad Auschwitz.
A questi giovani chiediamo di non perdere mai la voglia di sapere e di giustizia, elementi fondamentali su cui costruire il senso dell’esistenza collettiva; e, sempre a loro, mandiamo l’augurio affinché sappiano essere testimoni di ciò che hanno potuto vedere con i loro stessi occhi, raccontandone e parlandone con i loro coetanei, prima ancora che come di un viaggio didattico, come di una fortificante esperienza di vita
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Silvia Facchini e Beniamino Grandi –
assessori della Provincia di Modena
















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