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Economia Emilia Romagna: crisi alle porte

Le aziende artigiane e pmi emiliano romagnole incassano un trimestre ancora di segno positivo, seppur con crescenti difficoltà. Il consuntivo dei primi sei mesi dell’anno rimane nel quadrante del più: in lieve crescita ordini, produzione e fatturato, è proseguita la crescita dell’occupazione ed ha ripreso un pò di slancio l’export. Un andamento complessivamente più favorevole per le imprese romagnole e ferraresi che non per quelle emiliane.

L’Emilia Romagna ha continuato, dunque, a “stare a galla”, ma fa sempre più fatica. La situazione negativa dell’economia italiana sta ormai per trascinare nella recessione anche le piccole e medie imprese della regione. A preoccupare è il peggioramento del clima previsionale. Sono le imprese del comparto manifatturiero, quelle che percepiscono più intensamente l’approssimarsi della crisi. Solo le imprese che esportano, intravedono una crescita.

Questi in sintesi i risultati della rilevazione sull’andamento della congiuntura nel trimestre aprile – giugno 2005, effettuata per conto dell’Osservatorio regionale CNA dall’Istituto Freni Ricerche Marketing di Firenze e presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
“Mentre fino ad oggi, le imprese della nostra regione sono riuscite, pur a fronte di una domanda interna debole, a trovare margini di crescita e ad assicurare un aumento dell’occupazione, le aspettative per i prossimi mesi sono tutte negative – evidenzia preoccupato il segretario regionale CNA, Giorgio Allari – La novità che emerge dalla rilevazione appena effettuata è infatti, che per la prima volta negli ultimi 12 mesi tra gli imprenditori cala la fiducia e si accentua il pessimismo; non solo non si intravede una ripresa per l’economia nazionale, ma tutte le previsioni sono inclinate al nero: i nostri imprenditori non intravedono un trend di crescita né a livello di economia regionale, né di settore di attività, né un andamento positivo per la propria azienda; aspetto questo che fino a tre mesi fa, in controtendenza, manteneva invece una certa tenuta. L’unica eccezione, per quanto riguarda le previsioni future è rappresentata dalle imprese esportatrici”.

La Congiuntura chiude col segno più, ma in pochi scommettono sul futuro Anche nel secondo trimestre dell’anno (ed è il quarto consecutivo dal luglio 2004) si è registrato un andamento di segno positivo. Il 31,1% degli imprenditori intervistati evidenzia come da aprile a giugno si sia registrato un aumento della Produzione/Attività la percentuale sale al 34,3% per le aziende che operano anche all’estero; un deciso aumento è indicato dal 10,9% che diventa il 14,3% per gli esportatori; un andamento stazionario è segnalato dal 37%; un lieve rallentamento dal 16%, ed infine, un deciso rallentamento si è verificato per il 5%.
L’Occupazione, ha confermato il trend di crescita, anche se ad un ritmo meno intenso, registrato nel trimestre precedente; l’incremento ammonta all’1% per quanto riguarda gli addetti e allo 0,75% per quello che riguarda i dipendenti. Benino anche il Fatturato; pur tenuto conto che l’incremento è avvenuto in un periodo stagionale dall’andamento favorevole, anche il secondo trimestre 2005 ha registrato un trend di crescita rispetto al trimestre precedente.

Più in dettaglio, oltre il 40% delle pmi associate a CNA, ha visto aumentare commesse e produzione, mentre poco più di 1 impresa su 5, ha registrato una flessione (più di 1 su 4 nel settore delle costruzioni). L’incremento dell’attività, risulta infatti più accentuato nel comparto manifatturiero e in quello dei servizi rispetto alle costruzioni. Infine, le aziende attive sui mercati internazionali, hanno registrato una crescita migliore rispetto a quelle che operano solo sul mercato nazionale. Anche gli ordinativi, evidenziano un trend positivo per circa il 40% delle aziende, mentre un’evoluzione negativa si prospetta per poco più di 1 azienda su 4.

Meglio la Romagna dell’Emilia Pur in un contesto di crescita, il trimestre appena trascorso, ha registrato situazioni differenziate non solo tra i comparti ma anche a livello territoriale. Complessivamente in termini di aree, l’andamento è stato più favorevole per le imprese dell’area Romagna (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini) e Ferrara che hanno registrato un incremento più diffuso della produzione/attività ed un trend migliore nella crescita degli ordinativi (oltre il 40%) rispetto a quelle dell’area Emilia (Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza). In termini di attese per i prossimi tre mesi, gli imprenditori romagnoli mostrano, invece, una percezione più negativa delle prospettive dell’economia, specie per quanto riguarda il sistema Italia, ma prevale una previsione di segno moderatamente positivo per quanto attiene l’evoluzione della propria azienda. Fra gli imprenditori dell’area Emilia, si riscontra un certo equilibrio tra pessimismo e ottimismo. A livello delle singole province, è Reggio Emilia quella che evidenzia l’andamento più divergente: oltre il 40% delle imprese registra un aumento (anche consistente) dell’attività mentre circa un terzo delle imprese ha subito una flessione. Ma la quota di imprese che registrano una flessione dell’attività risulta ancora più cospicua a Modena, Ravenna e Bologna. Crescita lieve per Parma, le cui imprese però non segnalano alcun peggioramento. Non esaltante l’andamento delle imprese di Piacenza, che a fronte di un aumento segnalato da circa il 25% evidenzia oltre un 60% che segnala un peggioramento.

Complessivamente la provincia che, nel rapporto tra aumento, stazionarietà e flessione, ha registrato nel trimestre aprile-giugno, le migliori performance risulta essere Forlì-Cesena. In termini di prospettive, si deve prendere atto di un complessivo deterioramento del sentiment degli imprenditori, in conseguenza del peggioramento della congiuntura economica nazionale; sono le province di Forlì-Cesena e di Ferrara a propendere per un IIIº trimestre di crescita sottraendosi al pessimismo prevalente.
Le prospettive negative risultano accentuarsi particolarmente nelle province di Ravenna, Piacenza, ed anche Modena. Le prospettive sono all’insegna del pessimismo Il quadro disegnato dall’analisi congiunturale del secondo trimestre del 2005, nonostante i risultati ancora accettabili conseguiti, non appare sereno. Le attese degli imprenditori, infatti, continuano a degradarsi, segnalando un progressivo calo di fiducia sul prossimo futuro. Ad un andamento accettabile registrato nella prima parte dell’anno, fa da contraltare il peggioramento del clima previsionale, fatta eccezione per le imprese che esportano.
















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