‘Una scuola alla prova‘ è il titolo del volume che raccoglie il Terzo rapporto regionale sulla scuola in Emilia Romagna. Il lavoro è stato realizzato dall’Ufficio scolastico regionale, con la collaborazione di Irre e Regione. Il volume vuole essere una rappresentazione puntuale e aggiornata del sistema scolastico, al fine di orientare la governance regionale e fornire elementi di conoscenza ai decisori politici e agli operatori scolastici.
L’indagine è presentata attraverso tre capitoli. Il primo, corredato di diverse tabelle, presenta un quadro generale del sistema scolastico. E’ documentato tramite alcuni ‘indicatori’, forniti di dati, quali la scolarità, il successo scolastico, il gradimento da parte dei genitori, la qualità dei laboratori, l’incidenza degli alunni stranieri. La seconda parte analizza i principali fenomeni formativi. Il terzo capitolo, infine, individua alcuni nodi del funzionamento della scuola e li analizza in maniera monografica: handicap, infanzia, sistema integrato, dispersione, risorse, docenti.
Dal rapporto regionale emergono alcuni aspetti positivi. Innanzitutto la disponibilità delle scuole a partecipare alle indagini. Lo scorso anno, infatti, ha aderito il 56,35% delle scuole statali, con punte del 72,22% nella Provincia di Piacenza, del 65,12% a Ferrara, e del 63,83% a Modena. In secondo luogo, gli indici di gradimento espressi dai genitori emiliano romagnoli (sia delle scuole del primo ciclo sia del secondo) sono alti. Lo dimostra la ricerca realizzata dall’agenzia Ernst&Young su incarico del Miur, dove il grado di soddisfazione per l’offerta didattica rasenta l’80%, con punte alte per quasi tutti gli indicatori (accoglienza e orientamento, offerta formativa, supporto alla didattica, comunicazione e informazione, integrazione fasce deboli).
Quanto al tempo scuola, i genitori si orientano verso il massimo dell’offerta formativa proposta, soprattutto per la scuola del’infanzia e la primaria. Influiscono su questa scelta le condizioni occupazionali dei genitori, ma anche motivazioni di carattere più strettamente pedagogico. Infine, la ricerca rileva un buon grado di integrazione di alunni stranieri, che ottengono una discreta collocazione nelle graduatorie interregionali del successo scolastico.
Tra i fattori di criticità rilevati dalla ricerca, la rigidità nei confronti del cambiamento, la persistenza di una fascia consistente di irregolari fra gli studenti, la scarsa efficacia dell’azione orientativa, l’aumento delle ripetenze e dei debiti formativi tra i promossi nelle scuole superiori, la crescita della dispersione nella fascia 17-19 anni.
Le famiglie degli alunni portatori di handicap, inoltre, lamentano un eccessivo turn over degli insegnanti di sostegno e il fatto che il 32% degli insegnanti è sprovvisto del titolo di specializzazione. Tra le prospettive suggerite dallo studio l’arricchimento della professionalità dei dicenti attraverso corsi di alta formazione in collaborazione con l’Università. Inoltre, un maggiore coordinamento a livello territoriale per ridurre la spesa scolastica, sopra la media nazionale (6.638 euro in Emilia Romagna a fronte di 6.395 in Italia).
Infine, il problema dell’integrazione multiculturale, che sembra essere secondo la ricerca la vera emergenza dell’Emilia Romagna che presenta il dato più elevato di presenze di alunni con altra cittadinanza (7,1%).