È ben di più di monologo la ‘Fedra‘ che Elisabetta Pozzi presenta nella Sala dei Contrari del Castello di Vignola, questa sera alle ore 21, nell’ambito della rassegna ‘I Grandi Interpreti del Teatro’. È uno spettacolo che vede l’attrice, vestita di bianco, calarsi nelle fattezze della femminilità estrema, con ricchezza di sfumature e un’infinità di modulazioni vocali.
La Fedra di Ghiannis Ritsos, una delle voci più alte della poesia greca contemporanea, presuppone l’eroina di Euripide e le sue innumerevoli derivazioni, da Seneca a Racine. Mira a indagare una femminilità prorompente e costretta dagli sbarramenti del decoro o della morale, mette a nudo le pulsioni più segrete, le confessioni più ardite. Quello che gli autori classici velavano di allusioni, qui viene esposto senza finzioni: una passione fatta di attrazione per la bellezza fisica, che asciuga la gola, travaglia ogni ora del giorno nella sfrenatezza del sogno, fa smaniare senza potersi estendere in un dialogo.
Ritsos inserisce Fedra nella Atene moderna. È una donna che fuma con ostentazione la sigaretta, ha il frigorifero, ma è sposata con Teseo, crede nella Artemide classica e conosce il naìskos bizantino. Immagina il dialogo con Ippolito, l’atletico e virtuoso figliastro, ma soprattutto scopre le più intime fibre di se stessa: i fremiti e i grovigli di pensieri che trafiggono una donna preda di Eros non corrisposto.
Diretta dal regista Francesco Tavassi, la Pozzi, alle prese di recente con la Donna del mare di Ibsen, si misura con forza e totale partecipazione con il personaggio classico. La scena di Alessandro Chiti avvolge la vicenda in una specie di Averno tutto nero, rischiarato solo da alcuni oggetti simbolo, appartenenti quasi ad una sorta di museo della memoria e in cui si odono le musiche e i rumori astratti eseguiti dal vivo da Daniele D’Angelo.
Info e prenotazioni: 059.775246.
