Se l’abbassamento record delle temperature e il gelo continueranno nelle campagne potrebbero verificarsi danni destinati a condizionare per anni l’andamento della produzione agricola perché oltre a “bruciare” verdure e ortaggi rischiano di essere colpite le piante da frutto, gli oliveti e i vigneti. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il permanere delle temperature, per alcuni giorni, sotto i 15°C sarebbe in grado di provocare una moria di alberi, come accadde, ad esempio con gli olivi toscani, umbri e abruzzesi, per i kiwi romagnoli e per i vigneti del Centro-Nord, nel 1985-86.
E a distanza di un ventennio – spiega la Coldiretti – sono proprio gli oliveti e i vigneti le colture tipicamente mediterranee che temono maggiormente il freddo, ma preoccupa anche il kiwi, un frutto di origine asiatica che ha però trovato nello Stivale condizioni talmente adatte al proprio sviluppo da permettere all’Italia di diventare il primo produttore mondiale. Si tratta di coltivazioni che – continua la Coldiretti – se necessitano di essere reimpiantate nel terreno a seguito del freddo e delle gelate, hanno bisogno di alcuni anni prima di produrre nuovi frutti. Al momento sono però già ipotizzabili danni alle coltivazioni di albicocche con parziale compromissione della produzione estiva a seguito della moria di gemme, un rischio che riguarda anche le pesche e le susine.
La caduta intensa della neve ha però anche ripercussioni positive per l’agricoltura che – osserva la Coldiretti – nei prossimi mesi primaverili ed estivi potrà beneficiare della riserva idrica apportata dalla neve che, sciogliendosi riempirà le falde idriche e i bacini, soprattutto quelli meridionali e insulari per i quali l’acqua è una ricchezza fondamentale. E’ probabile dunque che – conclude la Coldiretti – l’estate 2005 non sarà caratterizzata da gravi problemi di approvvigionamento idrico per l’attività agricola o per gli usi civili.