Un punto sulla situazione carceraria in Emilia-Romagna, sulle politiche e gli interventi regionali, sui problemi e le prospettive di un sistema che risente in maniera sensibile della diminuzione negli investimenti per la spesa sociale.
Sono i temi che stanno al centro del convegno che si svolgerà lunedì 17 gennaio, dalle ore 9,30, nella Sala polifunzionale della Regione Emilia-Romagna, in viale Aldo Moro 50 a Bologna.
Numerosi i partecipanti all’incontro, che verrà aperto dall’assessore regionale alle Politiche sociali Gianluca Borghi, tra cui i deputati Rosi Bindi, Paolo Cento, Titti De Simone, Katia Zanotti ed esperti quali Stefano Anastasia (presidente associazione Antigone) e Nello Cesari (provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria in Emilia-Romagna).
E’ tra l’altro l’occasione per trarre un bilancio delle iniziative e dei progetti messi in atto in questa legislatura dalla Regione Emilia-Romagna per il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti, come previsto nel protocollo d’intesa siglato nel ’98 tra il ministero di Grazia e Giustizia e l’amministrazione regionale. Complessivamente, sono stati ripartiti ai Comuni emiliano-romagnoli interessati oltre 1,9 milioni di euro, 400 mila dei quali relativi al 2004.
“La situazione delle carceri del nostro paese ormai è insostenibile. Il governo affronti questa emergenza. Tema fondamentale è quello della tutela alla salute delle persone recluse”, commenta l’assessore regionale Borghi. “A tale riguardo – aggiunge – una settimana fa si è svolto un incontro tra il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria, il presidente della Regione Vasco Errani e l’assessore regionale alla Sanità Giovanni Bissoni, in cui è stato ribadito l’impegno di dar vita ad un ‘sistema integrato’ per la tutela della salute in carcere. In tale accordo sono in considerazione, sia dal punto di vista economico che da quello organizzativo, alcune questioni cruciali presenti in tutte le carceri: dall’assistenza sanitaria di base all’anagrafe sanitaria per i detenuti, dall’approvvigionamento e spesa farmaceutica fino alla medicina specialistica ed all’assistenza ai tossicodipendenti detenuti, fino al superamento dell’ospedale psichiatrico giudiziario”.
LA SITUAZIONE NELLE CARCERI REGIONALI
Sul territorio regionale sono presenti 12 Istituti penitenziari, suddivisi in 8 Case circondariali (dove sono recluse persone in attesa di giudizio o con pene di durata inferiore ai 5 anni), due Case lavoro, un Ospedale psichiatrico giudiziario ed una Casa di reclusione (o Istituto penale, per soggetti con pene detentive superiori ai 5 anni). Al 30 giugno 2004 c’erano negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna 3.533 detenuti, di cui 1.611 stranieri (quasi il 46% del totale). Di essi, 980 sono tossicodipendenti: il 27,7% , che insieme agli alcool dipendenti (122) raggiungono il 31% di detenuti affetti da problematiche di dipendenza. Il dato sui sieropositivi non è attendibile, data la scarsa partecipazione agli screening, ma risultano 77 detenuti affetti da Aids in diversi stadi.
Oltre la presenza di detenuti tossicodipendenti ed il sovraffollamento, le problematiche riguardano la carenza di personale di tutte le categorie (dalla custodia, al cosiddetto trattamento, alla sanità), la cattiva attuazione delle possibilità di misure alternative, la mancanza di attività culturali, sportive, formative e lavorative, la drammatica situazione sanitaria. Da segnalare inoltre la totale assenza di servizi di mediazione culturale o anche soltanto di traduzione, in istituti dove la presenza di stranieri raggiunge quasi la metà dei detenuti, la cui detenzione è pertanto ancor più problematica.