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Droga: traffico dall’Olanda all’Emilia: 23 condanne

Giovani fra i 20 e i 30 anni che dall’Olanda rifornivano ogni mese con decine di chili di hascisc e migliaia di pasticche di ecstasy il mercato dell’Emilia-Romagna e della riviera adriatica, ma anche del Veneto e della bassa Lombardia. Per questo il Gup di Bologna Pierluigi Di Bari ha emesso 23 condanne dai 15 anni di reclusione ai 2 anni, e a un totale di 668.000 euro di multa.

Con pene anche superiori a quelle chieste dal Pm Elisabetta Melotti, che ha coordinato due anni di accurate indagini da parte della Squadra mobile del capoluogo emiliano, in rito abbreviato il giudice ha riconosciuto i ragazzi colpevoli di reati che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, al traffico internazionale di ingenti quantità di stupefacenti.

I primi arresti importanti (17) furono fatti nel luglio 2001, quando fu fatto anche uno dei più consistenti sequestri di ecstasy mai effettuati in Italia, 58.000 pasticche, con un valore sul mercato dello spaccio di almeno 3 miliardi (episodio già andato a giudizio).

La destinazione principale dell’ecstasy erano le discoteche, dove ogni pasticca comprata all’ingrosso in Olanda a non più di 1000 lire, poteva essere rivenduta a 50.000 o anche 100.000 lire, a seconda della qualità. E proprio all’interno di alcuni locali notturni era cominciata l’indagine della sezione narcotici della Mobile.

La seconda tranche di arresti c’era stata nel maggio 2002 quando era stato anche sequestrato un carico di 50 chili di hascisc afghano, considerato il più pregiato. Gli investigatori avevano infatti scoperto che l’importazione di ecstasy, particolarmente costosa per gli stessi trafficanti, era finanziata attraverso lo spaccio di ingenti quantitativi di hascisc, anch’esso acquistato in Olanda grazie alla presenza – secondo le indagini – di un basista italiano.
poco dopo vennero emesse altre ordinanze di custodia cautelare in carcere.

L’inchiesta bolognese ha avuto diversi punti di contatto con un’analoga indagine condotta dalla Procura di Bari.
















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