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Reggio E.: strage familiari, colonnello ha filmato eccidio

Il colonnello Renzo Finamore ha filmato con una telecamera le fasi dell’efferato duplice omicidio avvenuto nella sua villa di Borzano di Albinea, vicino a Reggio Emilia. Secondo le indiscrezioni, non confermate dai carabinieri, Finamore ha probabilmente appoggiato la telecamera su un supporto fisso e ha poi fatto partire la registrazione.


Le vittime sono la moglie, Alberta Ratti, 53 anni e la figlia minore, Valentina di 17. In gravissime condizioni il fidanzato della ragazza, Fabrizio Naitana, e lo stesso colonnello Finamore, 58enne.
I due hanno lesioni cerebrali gravissime.
Sul possibile movente gli investigatori mantengono il massimo riserbo, ma a quanto si sa potrebbe essere riconducibile a dissapori per la vendita della villa di famiglia. Altre voci danno invece per possibili problemi legati al fidanzamento della figlia con l’ex carabiniere.

Renzo Finamore, comandante del gruppo di Reggio Emilia della Guardia di Finanza dal 1987 al ’92, era stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione per concussione in primo grado nel gennaio del 1997 dal tribunale di Reggio Emilia. La sentenza era stata confermata in appello, ma la Cassazione aveva annullato senza rinvio circa due anni fa.

Secondo l’accusa iniziale che aveva portato al rinvio a giudizio, nel ’92 Finamore avrebbe indotto una cooperativa reggiana ad acquistare un immobile di sua proprieta’ a Castel Fusano, in provincia di Roma, e due villette gemelle a Muravera (Cagliari), per una somma ritenuta sproporzionata rispetto all’effettivo valore. Finamore avrebbe anche chiesto al titolare di un’azienda ceramica un prestito di 170 milioni dopo la chiusura di un controllo fiscale a carico dell’azienda. Per la difesa invece si era trattato di una normale compravendita di un appartamento a Sestola con diritto di recesso.
Secondo l’avvocato che aveva difeso Finamore durante la lunga vicenda giudiziaria, l’ex colonnello aveva sopportato bene l’iter processuale, e quindi il gesto di ieri non sarebbe da ricondurre a quella vicenda.
















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