Sono 28 le persone indagate in una delle inchieste antiterrorismo che la Procura milanese ha aperto
nei confronti di islamici, sospettati di appoggiare cellule terroristiche e di avere a che fare con la progettazione di alcune azioni. Si tratta dell’inchiesta nel corso della quale si era parlato dell’affresco di San Petronio a Bologna.
Forse i terroristi islamici di Al Qaeda avevano già individuato come e dove colpire l’Italia: stavano soltando aspettando il momento giusto. Ma perché proprio la basilica di San Petronio, in piazza Maggiore a Bologna? Molto probabilmente nel mirino dei fondamentalisti l’affresco quattrocentesco che Giovanni da Modena dipinse nella cappella Bolognini. Rappresenta l’immagine di Maometto seviziato all’inferno da demoni feroci, quindi giudicato offensivo e blasfemo dagli integralisti islamici.
Nel capo d’imputazione formulato dai pubblici ministeri Meroni e Dambruoso si ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, associazione
sovversiva e truffa. Al momento, tuttavia, nessuno degli indagati è in stato di detenzione. Alcuni sono a piede libero, altri risultano irreperibili. Le indagini vengono svolte in collaborazione con le autorità giudiziarie e le polizie di varie città italiane oltre che attraverso contatti con la magistratura di alcuni paesi stranieri.
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