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Mirandola: per “spezzare l’attesa” volontari in Pronto Soccorso per accogliere e informare i pazienti

Ospedale-MirandolaOffrono accoglienza e ascolto alle persone che attendono le cure, sostengono i familiari che sono in attesa durante la visita del proprio parente. Questi i principali compiti dei volontari che prestano servizio nelle sale d’attesa del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Mirandola nell’ambito del progetto “Spezza l’attesa!” promosso da AVO Mirandola, Azienda USL e Associazione Servizi per il Volontariato di Modena.

Il progetto, il primo di questo genere nella nostra provincia, è operativo dall’inizio di gennaio e il primo bilancio è decisamente positivo. “L’umanizzazione della prima parte della prestazione in Pronto Soccorso garantisce il recupero della centralità del paziente, facendosi carico non solo degli aspetti fisici della malattia, ma anche di quelli psicologici, relazionali e sociali, conciliando politiche d’accoglienza, informazioni e comfort con percorsi assistenziali il più possibile condivisi e partecipati” spiega il dottor Luca Gelati, coordinatore del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Mirandola. “Il tempo d’attesa è anche una preziosa opportunità per trasmettere al cittadino informazioni sui corretti stili di vita e sulla rete dei servizi socio-sanitari. Oltre a migliorare l’accoglienza dei pazienti, il progetto influisce positivamente sul lavoro degli operatori del Pronto Soccorso, contribuendo a creare un ambiente più sereno e accogliente”.

Trenta volontari, dopo aver frequentato un corso specifico, prestano servizio nelle sale d’attesa del Pronto Soccorso. Sono presenti tutti i giorni con turni di tre ore nella fascia oraria che va dalle 10.00 alle 22.00. Compito dei volontari è accogliere e informare i cittadini che arrivano in Pronto Soccorso, fornendo informazioni sull’organizzazione e sul funzionamento della struttura, ad esempio sul perché dell’attesa, sui ticket e sui codici colore.

Quali sono le reazioni delle persone a questa iniziativa? A spiegarlo sono due volontarie. Barbara 46 anni, nella vita di tutti i giorni impiegata, e Alessandra, 42 anni, esperta di comunicazione e grafica. “Svolgo un lavoro di front office che mi porta a essere a contatto con le persone e questo mi aiuta molto anche nella mia attività di volontariato. Siamo partiti in gennaio – spiega Barbara – dopo aver frequentato un corso che ci ha preparato ad affrontare, anche dal punto vista psicologico, questo impegno. All’inizio c’è un ‘muro’ perché chi arriva in pronto soccorso è una persona che evidentemente ha un problema, quindi prevale la preoccupazione e stress. A volte, basta una parola, un’indicazione o un gesto d’aiuto. Superato l’impatto iniziale, le persone apprezzano molto quello che facciamo e anche per noi è molto gratificante ottenere riconoscenza.”

“Cercavo un’occasione per fare qualcosa nel sociale – aggiunge Alessandra – e ho aderito perché è un tipo di volontariato diverso dal solito. Le persone che ci vedono in sala d’aspetto spesso hanno una reazione di sorpresa. Ovviamente c’è una componente emotiva che va gestita, è normale che ci sia tensione. Superate le difficoltà iniziali, le persone ci accolgono in maniera piacevole e c’è molta fiducia. Il nostro compito è fondamentalmente quello di dare un sostegno emotivo e poi c’è una componente informativa. Le domande riguardano il perché dell’attesa, il ruolo degli operatori, i ticket. Diamo una mano a pazienti e familiari e la reazione è sempre positiva. Spesso tornano a salutarci e ringraziarci, per questo siamo molto orgogliosi del nostro servizio.”

POSITIVO IL PRIMO BILANCIO

Il progetto sta ottenendo ottimi riscontri a Mirandola e sarà esteso anche agli altri Pronto Soccorso della provincia. Al Santa Maria Bianca è inoltre in programma l’installazione nelle sale d’attesa di alcuni monitor che permetteranno di visualizzare in tempo reale informazioni sul numero complessivo d’utenti in carico al servizio, suddivisi per codici colore, in modo da tenere aggiornati i pazienti sul carico di lavoro complessivo del Pronto Soccorso.

Per aderire è sufficiente contattare Annamaria Ragazzi dell’associazione AVO di Mirandola al numero 339 6236795 oppure scrivere una mail a mirandola@volontariamo.it
















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