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Sciopero edicole, Sinagi: altissima l’adesione a Modena e provincia

sciopero-edicoleOltre il 90% delle edicole di Modena e provincia ha tenuto chiuso oggi il proprio esercizio in occasione dello sciopero nazionale indetto dal sindacato di categoria Sinagi, contro la liberalizzazione selvaggia della rete di vendita e a favore del ripristino della programmazione comunale delle licenze.
A Modena città sono rimaste aperte solo 7 edicole su 107, alta l’adesione anche in tutto il territorio provinciale. Partecipata anche l’assemblea degli edicolanti tenutasi stamattina in Cgil (in foto). Lo sciopero odierno è solo il primo di un pacchetto complessivo di 8 giornate di chiusura che verranno messe in campo, se il Governo non ascolterà le richieste degli edicolanti.
“Nell’attuale confusione e incertezza legislativa, la liberalizzazione senza regole imposta dal Governo Monti rischia di far chiudere tutta la rete tradizionale delle edicole e i piccoli punti vendita” hanno detto stamattina in assemblea nei loro interventi le decine di edicolanti modenesi presenti.
Il deputato Pd Davide Baruffi ed Enrico Monaco, portavoce del deputato di Sel Giovanni Paglia, hanno assicurato il loro impegno ad un’interrogazione parlamentare, a breve, che chiami il Governo a chiarire le proprie intenzioni sulle liberalizzazioni nel settore delle edicole.
Impegnati a sostenere le richieste degli edicolanti anche il senatore Stefano Vaccari (PD) e il deputato Vittorio Ferraresi (M5S) che, nell’impossibilità di essere presenti, hanno fatto pervenire loro dichiarazioni scritte all’assemblea. Tramite il deputato Baruffi, anche il neoeletto presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha assunto l’impegno a seguire i problemi delle edicole.
Durante la discussione di stamattina, da parte di Baruffi e del portavoce di Paglia, è stato ribadito l’impegno a riportare in aula il DDL Letta (dicembre 2013) che riconosce ai Comuni il potere programmatorio sul rilascio delle licenze.
I politici si faranno inoltre promotori dell’apertura di un tavolo di confronto sull’editoria tra Governo, editori e organizzazioni sindacali degli edicolanti per definire una riforma del settore che lo sostenga e lo rilanci in questo momento di crisi, e non penalizzi gli edicolanti e la rete distributiva esistente.
I parlamentari si sono anche detti favorevoli ad estendere i contributi per l’editoria e per l’informatizzazione delle filiera editoriale a tutti i componenti, includendo quindi anche l’edicole oggi escluse, edicole che sono i terminali dell’informazione e del contatto diretto con i cittadini.
In diversi interventi è stato ribadito che gli edicolanti non hanno paura delle liberalizzazioni, ma chiedono regole uguali per tutti e parità di diritti. Oggi infatti gli edicolanti sono rivenditori esclusivi con obbligo di parità di trattamento per tutte le pubblicazioni (ogni edicola è tenuta ad esporre circa 3.500-4.000 testate), mentre i nuovi punti vendita, frutto delle recenti liberalizzazioni, non hanno vincoli e trattano solo le poche testate cosiddette “alto vendenti”, riducendo così le pubblicazioni ad una merce qualsiasi in contrasto con il diritto all’informazione e al pluralismo previsto dall’art.21 della Costituzione italiana.
















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