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Pensionati, Rosanna Benazzi (UIL) scrive al Premier Renzi

anziani«Dopo averle inviato, nei mesi scorsi, migliaia e migliaia di cartoline, ora vorrei provare a scriverle una lettera perché ci sono tante cose che noi pensionati non riusciamo a capire». Inizia così un’ideale lettera, indirizzata al premier Renzi, del segretario generale della Uil Pensionati Emilia Romagna, Rosanna Benazzi per denunciare la condizione di estremo disagio in cui vivono i pensionati.

«Da troppo tempo nelle assemblee ascoltiamo smarrimento, disagio, preoccupazione. Nonostante ciò i pensionati scelgono, ancora una volta, di rimboccarsi le maniche per dare una mano a questo Paese.

Noi pensionati abbiamo subito e subiamo prevaricazioni e continue angherie da tutti gli ultimi Governi, incluso il suo: avete fatto cassa usando l’Inps come bancomat; avete escluso pensionati e incapienti dagli 80 euro e avete tentato di spostare il giorno di pagamento dell’assegno pensionistico. Per non parlate dell’attacco ai patronati: ridurre lo stanziamento per il loro funzionamento significa colpire i cittadini più deboli (lei, Signor Presidente, usa iphone, tablet e computer, ma come può un pensionato con 500 euro al mese permettersi tutta questa tecnologia ad esempio per dialogare on line con l’Inps se deve presentare la domanda di accompagnamento?).

Per i pensionati e i ceti più disagiati non c’è mai nulla. Niente di niente. E, invece, noi crediamo possa ancora esserci della buona politica, quella che propone, fa leggi  per  rendere il Paese più vivibile per tutti i suoi cittadini; un Paese per gli onesti e non solo per i furbi; un Paese coeso, solidale che tuteli tutti. Una buona politica che fa della lotta all’evasione e alla corruzione, la sua bandiera perché è lì che devono essere reperite le risorse per garantire la sanità universale pubblica e per dare la risposta adeguata alla non-autosufficienza. Ciò non deve avvenire togliendo la rivalutazione delle pensioni!

Di tutto ciò, non trovo traccia nella attuale legge di Stabilità. Lei sta salvaguardando il 10% degli italiani che l’anno scorso avevano il 46% della ricchezza del paese ed oggi ne posseggono il 47%; un  Robin Hood al contrario.

Di fronte ad un Governo che ci ritiene superflui, noi dobbiamo avere la forza di ottenere un tavolo di confronto sulle nostre richieste.

Infine, citando Chauncey Gardiner del film Oltre il Giardino, vorrei ricordare al nostro giovane Presidente del Consiglio che vuole cambiare verso a questo Paese, rottamare, tagliare, una semplice legge della natura: «Finché non si tagliano le radici tutto è a posto nel giardino e a primavera ci sarà la crescita». E noi, Signor Presidente, siamo le radici di questo Paese.

 
















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