La scure dei tagli lineari voluti dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni continua ad abbattersi sugli uffici pubblici modenesi e questa volta tocca alla sede dell’INPS di viale Reiter.
La sede modenese, dopo la fusione con l’ INPDAP e l’ENPALS, dovrà subire una riduzione di personale che si andrà ad aggiungere alla mancata sostituzione di 10 persone prossime alla pensione e al rientro nelle amministrazioni di appartenenza di 11 lavoratori spostati – più di 10 anni fa – all’INPDAP.
Queste riduzioni non tengono neanche conto che, già da anni, una parte delle pratiche di competenza dell’ex-INPDAP venivano inviate in altri uffici regionali perchè il carico di lavoro non era sostenibile. Inoltre l’espletamento delle pratiche ex-INPDAP richiede conoscenze di normative specifiche e competenze che non sono acquisibili in tempi brevi. Come potranno i restanti dipendenti occuparsi di queste pratiche, quando già oggi sono in difficoltà a rispondere alle migliaia di richieste presentate all’INPS?
La scelta dell’ istituto previdenziale, presieduto dal Dott. Mastrapasqua, non tiene in considerazione la reale situazione dei singoli uffici visto che quello modenese non mostra un eccesso di dipendenti. Già oggi fa fatica ad evadere le tante domande di pensione, cassa integrazione, riconoscimento invalidità, ricongiunzione dei periodi assicurativi, riscatti a cui si aggiungono le migliaia di pratiche per i controlli dei flussi contributivi e per la lotta all’evasione contributiva. Un solo dato per tutti: nel solo anno 2013 ad esempio sono state trattate 20.000 pratiche relative alle variazioni delle pensioni in essere e 20.000 pratiche di prestazioni a sostegno del reddito.
La richiesta del sindacato di evitare l’allontamento degli 11 dipendenti “prestati” all’INPDAP non è stata ascoltata dalla Direzione Generale che non ha voluto considerare i circa 2.200 pensionamenti che ci saranno nel corso dell’anno – in tutt’Italia – e ai quali si vanno ad aggiungere i circa 400 pensionamenti INPDAP (non sarà applicata la legge Fornero pur di svuotare gli uffici).
Al danno si aggiungerebbe la beffa; questi pensionamenti sono molto maggiori del numero degli esuberi dichiarati; alla fine si correrebbe il rischio di avere una tale carenza di organico da limitare pesantemente il servizio offerto dall’ente.
La Fp Cgil di Modena ha inviato un nota al Prefetto e al Direttore INPS di Modena affinchè siano messe in essere tutte le iniziative utili a sospendere il rinvio degli 11 lavoratori nelle amministrazioni di appartenenza per scongiurare il blocco dei servizi e la salvaguardia delle professionalità acquisite dai lavoratori.
Non può e non deve essere accettata la scelta che nella città di Modena si continuino a ridurre i servizi pubblici.
(Vincenzo Santoro Funzione Pubblica CGIL)