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La crisi riduce il flusso di rinnovo delle imprese giovanili

Al 31 marzo 2012 le imprese attive giovanili sono risultate 35.607, pari a solo l’8,4 del totale del-le imprese emiliano-romagnole. La crisi economica le ha colpite duramente riducendone forte-mente la consistenza. Ne sono andate perdute 2.048 (-5,4 per cento) rispetto alla stessa data del 2011. Questo andamento è fisiologico in una fase di crisi, durante la quale la consistenza delle imprese giovanili risente, da un lato, di un ridotto apporto derivante dalla costituzione di nuove imprese mentre, dall’altro, resta continuo e costante il flusso in uscita determinato dall’invecchiamento dei soggetti considerati per la definizione delle imprese come giovanili. A questo flusso si aggiungono le uscite determinate dalle difficoltà della crisi economica. Nello stesso periodo le imprese giovanili in Italia hanno subito una contrazione consistente (-4,1 per cento), ma di ampiezza leggermente minore, e sono risultate 556.840, il 10,6 per cento del tota-le.

È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte Info-Camere elaborati dal centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna.

La maggiore presenza giovanile nel tessuto imprenditoriale si trova nelle regioni Meridionali, nell’ordine: la Calabria (15,5 per cento del totale), la Campania (14,0 per cento), la Sicilia (13,8 per cento) e la Puglia (12,8 per cento). Sono solo 2 le regioni italiane con una quota di imprese giovanili minore di quella regionale, nell’ordine il Friuli-Venezia Giulia (7,8 per cento) e il Trenti-no-Alto Adige (7,9 per cento). La quota giovanile delle imprese in Emilia-Romagna risente del peso minore che i giovani hanno nella distribuzione per classi di età della popolazione e del più elevato tasso di occupazione giovanile che riduce il ricorso a forme di auto-impiego.

Ai sensi della legge 44/86, come modificata dalla legge 95/95, le imprese giovanili sono le società aventi i seguenti requisiti (alterna-tivi l’uno all’altro): a) maggioranza assoluta dei soci costituita da giovani tra i 18 e 29 anni. La maggioranza assoluta richiesta deve essere sia finanziaria (i giovani tra i 18 e i 29 anni devono possedere la maggioranza assoluta delle quote/azioni del capitale della società) che numerica (i giovani tra i 18 e i 29 anni devono costituire la maggioranza assoluta dei soci, comprendendo nel calcolo sia le persone fisiche che quelle giuridiche); b) totalità dei soci costituita da giovani tra i 18 e i 35 anni. In caso di consorzio si riterrà giovanile quello che al sarà costituito per almeno il 51% da cooperative giovanili.

Le imprese giovanili nel territorio

Le riduzioni percentualmente più rilevanti si sono registrate nelle province di Bologna (-6,6 per cento, -464 unità) e Forlì-Cesena (-6,6 per cento, -225 unità). La compagine delle imprese gio-vanili reggiane ha invece mostrato una maggiore resistenza relativa, limitando la contrazione ad un -3,7 per cento. Proprio a Reggio Emilia la presenza delle imprese giovanili risulta decisa-mente la più elevata (10,7 per cento).

La forma giuridica delle imprese giovanili

Le imprese giovanili sono costituite per la gran parte da ditte individuali, il 79,8 per cento, quindi da società di persone, pari al 10,1 per cento del totale, da società di capitale, l’8,8 per cento, e da cooperative e consorzi, pari all’1,3 del totale.

La riduzione delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alle ditte individuali, che han-no accusato una flessione di 1.405 unità (-4,7 per cento). La contrazione è stata però notevol-mente più intensa per le società di capitale (-8,0 per cento, pari a 274 unità) e per quelle di per-sone (-9,0 per cento, pari a 274 unità). Al contrario la diminuzione dell’insieme di cooperative e consorzi è risultata sensibilmente più contenuta (-2,1 per cento).

Le imprese giovanili nei settori di attività economica

A determinare la riduzione delle imprese giovanili hanno contribuito principalmente la caduta delle imprese delle costruzioni (-967 unità, -8,1 per cento), un settore in particolare difficoltà, e la contrazione di quelle del commercio (-319 unità, -3,7 per cento), che risente della debolezza della domanda. L’ampiezza relativa della riduzione è stata particolarmente notevole per i settori del trasporto e magazzinaggio e delle attività immobiliari, con variazioni per entrambi pari a -10,3 per cento. In nessun settore si sono verificati incrementi degni di nota.

La presenza delle imprese giovanili è relativamente più rilevante nelle costruzioni (14,8 per cen-to), nei servizi di alloggio e ristorazione (11,7 per cento) e nel complesso delle attività di noleg-gio, agenzie viaggi e dei servizi alle imprese (11,3 per cento).

 Appendice statistica
















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