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FestivalFilosofia: lezioni magistrali e dei classici, il programma sassolese

Lungi dall’essere unicamente oggetti di dominio o di consumo, le cose costituiscono non solo il terreno per eccellenza della domanda filosofica (meravigliata che qualcosa ci sia e alla ricerca di “cosa” sia), ma anche il luogo materiale e teorico dove si offrono alla comprensione le trasformazioni più caratteristiche della contemporaneità. Il programma di lezioni magistrali del festivalfilosofia – che a Modena, Carpi e Sassuolo dal 14 al 16 settembre 2012 celebrerà la sua dodicesima edizione – porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città celebri maestri del pensiero, che si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee del tema delle cose, misurandosi, tra le altre, con la questione della “cosa stessa”, lo statuto della produzione e i suoi processi, le implicazioni del consumo, il carattere di feticcio assunto dalle cose, nonché le passioni che esse suscitano.

La cosa del pensiero

Un primo nucleo convoca quelle prospettive che prendono le cose dal loro dorso, cercando di coglierle nel loro rapporto con la cultura e la coscienza: così farà Remo Bodei (Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia) mostrando come si possa restituire agli oggetti la loro qualità di “cose”, ossia l’insieme degli investimenti affettivi, concettuali e simbolici che individui e società vi ripongono, mentre Francesca Rigotti sottolineerà il ruolo delle “piccole cose” nello strutturarsi dell’esperienza ordinaria. Un controcanto a queste letture proviene da quelle strategie concettuali che si riconoscono nelle posizioni del realismo con la sua fiducia in un approccio diretto alle cose, nella loro indipendenza dal soggetto che le pensa e le esperisce. John Searle – tra i massimi protagonisti della filosofia contemporanea, per la prima volta al festival – proporrà la sua teoria degli “oggetti sociali”, che istituiscono la realtà comune attraverso il linguaggio, mentre Maurizio Ferraris discuterà il carattere “esemplare” degli oggetti, dotati ciascuno di una loro necessità e legalità interne e ordinabili in classificazioni lussureggianti. Oggetti particolarmente “intrattabili” sono poi quelli di cui si occuperà Armando Massarenti, che mostrerà la densità paradossale di entità dalle vaste conseguenze sociali come le tangenti o i derivati.

Emanuele Severino e Massimo Cacciari interrogheranno la questione della cosa alle sue estremità, occupandosi rispettivamente delle “cose prime” (in cui si manifesta il carattere immutabile dell’Essere) e delle “cose ultime” (dove emerge l’eccedenza di significato delle cose rispetto alle loro definizioni). Del rapporto tra nomi e cose si occuperà Carlo Sini, ripercorrendo il passaggio dal sapere mitico, in cui nomi e cose si co-appartengono, alla scrittura alfabetica fondata sul carattere artificiale del linguaggio. Al carattere “esistenziale” delle cose, nel senso che esse stesse producono esistenza umana, sarà dedicata la lezione di Peter Sloterdijk, mentre Roberto Esposito si soffermerà sui meccanismi di produzione e modifica del corpo e della personalità umana resi possibili dalle bioingegnerie.

La materializzazione dell’universo primordiale, spiegabile con l’azione del “meccanismo di Higgs”, sarà argomento di un dibattito tra Andrei Linde, fisico della Stanford University di grande levatura internazionale, per la prima volta al festival, e Antonio Masiero (vice-Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), impegnati a metterne in rilievo i rapporti con il principio antropico.

Saldamente insediata nella storia della filosofia, la questione ontologica della cosa verrà ripercorsa anche in alcune “Lezioni dei classici”, in serrato confronto con alcune delle opere in cui essa si è costituita: così Giovanni Reale commenterà la Settima lettera di Platone, mentre Remo Bodei presenterà la Fenomenologia dello spirito di Hegel. Venendo al Novecento, Roberta de Monticelli discuterà le Ricerche logiche di Husserl e Vincenzo Vitiello analizzerà La questione della cosa di Heidegger. In un fuori pista comparativo, Anne Cheng (del Collège de France) si occuperà delle riflessioni sulle cose nella tradizione confuciana.

Alessandro Bergonzoni, in una vera e propria lezione magistrale, inseguirà le cose di cui ci serviamo e siamo servi, in una vertiginosa dimostrazione di pirotecnia linguistica e concettuale.

Produzione delle cose

Assunte dall’economia nel mero significato di “merci”, “prodotti” del lavoro umano pronti all’uso e allo scambio e, di qui, anche strumenti di dominio sociale, le cose del mondo produttivo si rivelano il terreno cruciale delle trasformazioni in atto a partire dalla globalizzazione dei mercati. Le trasformazioni del lavoro in senso sociale discusse da Ota de Leonardis; i segmenti globali del “made in Italy” di alta gamma, studiati da Armando Branchini e i mutamenti del processo produttivo in direzione delle reti immateriali di conoscenza, di cui si occuperà Enzo Rullani, indicano, ciascuno in modo distintivo, le nuove frontiere del produrre. Mettendo a fuoco la categoria dello schiavo, Remo Bodei indicherà alcune perversioni di lungo periodo legate alla produzione di cose tramite persone trasformate in cose, assieme alle forme di interiorizzazione cui danno luogo.

In un mondo che ristruttura le proprie filiere e scale di produzione, anche i confini tra produzione seriale, artigianato e arte sono in corso di ridefinizione, segnalando il carattere artificiale e il potenziale estetico di ogni manufatto. In questa vena Andrea Branzi dedicherà la propria lezione al design, soprattutto nella tradizione italiana dove esso ha costituito una fruttuosa alternativa progettuale alla modernizzazione industriale, mentre Richard Sennett si soffermerà sulle matrici comuni dei processi artigianali e di quelli artistici. Giorgetto Giugiaro, infine, darà una testimonianza di eccezione di una carriera imprenditoriale nella quale la creatività si è congiunta all’industria automobilistica e l’innovazione tecnologica si è fatta anche espressione estetica.

Tra le opere classiche nelle quali si è articolata la questione dei rapporti tra produzione ed economia, Eugenio Lecaldano commenterà la Ricchezza delle nazioni di Adam Smith, mentre Simona Forti presenterà le riflessioni su lavoro e produzione, libertà e azione, in Vita activa di Hannah Arendt. A ritroso, Mario Vegetti si soffermerà su una peculiare analogia tra anatomia e scrittura nel pensiero greco.

Il consumo

Spostando l’accento dalla centralità della produzione a quella del consumo, si è immessi nel grande cantiere sociologico che legge nelle pratiche quotidiane connesse ai beni di consumo non solo meccanismi di omologazione e di reificazione, ma anche strategie di riconoscimento e processi di intensificazione del sé. Alla trasformazione culturale che segna l’ingresso in una società dove non solo le merci, ma anche le identità, sono consumabili dedicherà la sua lezione Zygmunt Bauman, mentre Elena Esposito farà vedere i paradossi generati dalla moda, anche in ordine alla creazione di dimensioni temporali dove domina l’idea della contingenza. Obiettivo dell’economia, il consumo contemporaneo si fa industria – di identità, di marchi e in ultima istanza di cultura – come mostrerà Scott Lash, sociologo inglese per la prima volta al festival. Il paesaggio dell’epoca presente è d’altronde dominato da un regime simbolico in cui la merce, oltre che per il suo valore d’uso e di scambio, vale anche per la rappresentazione che se ne fa in una società sempre più spettacolarizzata: ne discuteranno, da prospettive diverse, Fulvio Carmagnola e Vanni Codeluppi. A queste letture variamente critiche si aggiunge un tema di lunga durata come quella della reificazione di genere, della “donna oggetto”, presentato da Michela Marzano. Nessuna di queste analisi potrebbe prescindere dal confronto con L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin, di cui Fabrizio Desideri fornirà un’interpretazione innovativa sul piano filologico e tematico.

Alla traiettoria del consumo e della società “usa e getta” si contrappongono viceversa i princìpi di custodia e tutela di beni per loro natura esauribili, ma talmente indispensabili alla collettività da mettere in moto una diversa concezione dell’appartenenza: beni comuni, di cui Stefano Rodotà traccerà il quadro filosofico e giuridico. Tra di essi spicca l’idea stessa di patrimonio culturale, di cui Salvatore Settis sottolineerà l’utilità e la destinazione al futuro. Da una prospettiva urbanistica, Pippo Ciorra mostrerà come le città stesse – fatte di quegli oggetti speciali che sono i “manufatti edilizi” – possano venire riusate e riciclate, mentre la prospettiva della sostenibilità e della tutela verrà declinata da Bruno Latour in un’originale drammaturgia dedicata a Gaia, la Madre Terra.

Idoli e feticci

Tra le categorie di “degradazione” degli oggetti, le più durevoli ed efficaci sembrerebbero quelle di idolo e feticcio, già espressione di dominio coloniale e religioso e presenti anche nella categoria di “feticismo delle merci” coniata da Karl Marx ne Il Capitale, (che sarà presentato al festival da Diego Fusaro, un giovane ricercatore non ancora trentenne). Il programma ne mostrerà alcune riformulazioni in termini di critica all’antropocentrismo e al consumismo. Marc Augé, tra i massimi africanisti e membro del Comitato scientifico del Consorzio, ripercorrerà alcune religioni africane, per ritrovare nel “dio oggetto”, ossia nel feticcio propriamente detto, forme e sfide che appartengono al mondo contemporaneo. Sempre nel campo degli studi antropologici e comparativi, Marino Niola focalizzerà viceversa la sua attenzione sul tema della potenza degli oggetti – di culto, d’arte o hi-tech – rivelando il loro carattere di maschera. Salvatore Natoli si addentrerà nel complesso cantiere dello statuto dell’idolo, facendo i conti con il portato del divieto biblico in un’epoca in cui il regime dell’apparenza e dell’immagine lo mette alla prova estrema. Umberto Galimberti si occuperà del feticismo del denaro, per evidenziare il complesso di pulsioni e rappresentazioni che sottendono ai miti contemporanei del mercato e del denaro, mentre Silvia Vegetti Finzi esaminerà un peculiare tipo di oggetti in cui potenza e animazione, mimesi e finzione, istituiscono uno scambio continuo con i loro utilizzatori: i giocattoli dei bambini. Francisco Jarauta interrogherà invece il genere pittorico della natura morta per segnalarne le metamorfosi dall’epoca classica alle avanguardie novecentesche.

Le passioni delle cose

Le cose suscitano passioni, posizionando così il tema anche nel campo delle teorie morali. Una fortunata tradizione mostra la struttura relazionale dell’economia, secondo un modello di reciprocità nel quale perfino la differenza tra utile e dono sembra sfumare nel momento in cui se ne colgano le prestazioni rispetto alla solidarietà collettiva. In questa scia si colloca l’attuale influente teoria della “decrescita”, presentata al festival dal suo massimo esponente internazionale, Serge Latouche, che affronterà la figura della sobrietà. Altre letture mostrano invece come il dono delle cose si inscriva in un’ottica di intrinseca gratuità che lo deve sottrarre al regime economico del dare e del restituire: con accenti diversi se ne occuperanno Enzo Bianchi (sul debito d’amore che costituisce la vita umana) e Sergio Givone (sulla peculiare forma di dono che è il perdono). Silvano Petrosino indagherà invece il modo in cui gli oggetti falliscano sempre alla prova del desiderio, essendo incapaci di colmarne la mancanza costitutiva, mentre lo storico dell’arte Krzysztof Pomian, per la prima volta al festival, ricostruirà la logica del collezionismo e il modo in cui gli oggetti da collezione rendono visibile l’invisibile delle relazioni sociali.

PROGRAMMA SASSOLESE

 

Venerdì 14 Settembre 2012

10.00 – la lezione dei classici

Eugenio Lecaldano – La ricchezza delle nazioni di Adam Smith

Piazzale Avanzini

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11.30 – la lezione dei classici

Simona Forti – Vita activa di Hannah Arendt

Piazzale Avanzini

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15.00 – lezioni magistrali

Pippo Ciorra – Riciclare la città

Piazzale Avanzini

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16.30 – lezioni magistrali

Salvatore Settis – Patrimonio

Piazza Garibaldi

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Sabato 15 Settembre 2012

10.00 – lezioni magistrali

Enzo Rullani – Immateriale

Piazzale Avanzini

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11.30 – lezioni magistrali

Scott Lash – Industria culturale

Traduzione in oversound

Piazza Garibaldi

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15.00 – la lezione dei classici

Remo Bodei – Fenomenologia dello spirito di G.W.F. Hegel

Piazza Garibaldi

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16.30 – lezioni magistrali

Stefano Rodotà – Beni comuni

Piazza Garibaldi

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18.00 – lezioni magistrali

Roberto Esposito – Corpi, persone, cose

Piazza Garibaldi

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20.30 – lezioni magistrali

Francisco Jarauta – Natura morta – Alla luce delle natures mortes

In italiano

Piazzale Avanzini

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Domenica 16 Settembre 2012

10.00 – lezioni magistrali

Silvano Petrosino – Bisogno e desiderio

Piazzale Avanzini

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11.30 – lezioni magistrali

Sergio Givone – Dono e perdono

Piazza Garibaldi

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15.00 – lezioni magistrali

Fulvio Carmagnola – Marco Senaldi – Ipermerce – La marca e il debito

Piazzale Avanzini

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16.30 – lezioni magistrali

Marino Niola – Oggetti potenti

Piazzale Avanzini

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18.00 – lezioni magistrali

Umberto Galimberti – Feticismo del denaro

Piazza Garibaldi

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