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Domenica Santa Messa per i Martiri del Cavon di Campagnola

Domenica 20 maggio alle ore 18 presso la chiesa parrocchiale di Campagnola Emilia Don Franco Ranza officerà una messa di commemorazione della strage del Cavon; strage compiuta da partigiani comunisti nell’immediato dopoguerra. Alla cerimonia parteciperà il Consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi. La commemorazione è stata promossa, come ogni anno, dalla famiglia Righi, che, a seguito della strage, perse due congiunti.

Tra il 28 e il 29 aprile del 1945, a guerra finita, trentadue persone scomparvero a Campagnola Emilia, dopo essere stati prelevati nelle loro case da un gruppo di partigiani comunisti: dieci erano native di Campagnola Emilia, undici di Castelnovo di Sotto, sei di Poviglio, due di Rio Saliceto e due di Reggio Emilia. Solo nel 1991, dopo lunghi anni di ricerche e di scavi voluti dai familiari degli scomparsi, furono ritrovati diciannove resti umani in prossimità di una cava d’argilla in disuso denominata Cavon: nove di questi, nel 1992, furono identificati ed hanno quindi potuto ricevere degna sepoltura nel cimitero di Campagnola, altri dieci sono invece ancora in attesa di identificazione, attraverso la prova del Dna, al fine di poter essere anch’essi sepolti. Fra le dieci spoglie non identificate, trasferite all’Istituto di medicina legale di Modena, potrebbe esserci quella di Maria Bocedi di Campagnola, uccisa a 27 anni dai partigiani e poi sepolta al Cavon. Nel marzo 2009, dopo mesi di lavoro dei laboratori del Ris di Parma, compiuto sulla base dei reperti ossei raccolti nella fossa di Campagnola e confrontati con il Dna messo a disposizione dai familiari degli scomparsi, si sono identificati i resti di Giovanni Caviola, sparito da Castelnovo Sotto, nelle notti del terrore e della vendetta comunista. Questa indegna strage va ricondotta alle azioni illegali portate avanti da partigiani comunisti dell’immediato dopoguerra: un vero e proprio “regolamento di conti”, che condusse all’eliminazione fisica di centinaia di persone considerate nemici politici o di classe, attraverso processi sommari, fucilazioni e fosse comuni. Dopo anni di “negazionismo”, rispetto ai gravi fatti di sangue, spesso motivati da risentimenti personali, che videro protagonisti partigiani comunisti, la verità è dunque potuta venire alla luce. Nonostante ciò, in più occasioni, un monumento commemorativo fatto erigere dai familiari dopo il riconoscimento di diciannove vittime del Cavon, è stato oggetto di atti vandalici; atti rivendicati con la sigla delle Brigate Rosse. La riesumazione delle salme, dopo tanti anni, è stata resa possibile attraverso le indagini coraggiosamente condotte dal Pubblico Ministero di Reggio Emilia Maria Rita Pantani. Le ricerche partirono dopo la denuncia di Umberto Righi. I Cavon gli hanno restituito il nonno Cesare, ultimo sindaco di Campagnola prima del fascismo e il padre Giacomo. Questo è l’elenco dei trentadue scomparsi a Campagnola fra il 28 ed il 30 aprile 1945: Bizzarri Carlo Antonio, Bizzarri Vittorio, Bocedi Maria, Bolognesi Savino, Campadelli Giuseppe, Mariani Pietro, Pecorari Gastone, Righi Cesare, Righi Giacomo, Siligardi Ezio, nativi di Campagnola Emilia; Alberici Roberto, Bambini Ruggero, Castorini Augusto, Caviola Giovanni, Davoli Silvio, Foresti Giuseppe, Gabrielli Armando, Ganassi Aristide, Marasi Roberto, Minari Ennio e Saccani Noè, nativi di Castelnovo Sotto; Gandolfi Guglielmo, Gasparini Angelo, Minari Ariosto, Rossi Luigi, Soncini Riccardo, Vemizzi Albino e Sbravati Sergio, nativi di Poviglio; Agosti Ovidio e Lodesani Bruno, nativi di Rio Saliceto; Forti Probo e Burani Aldo, nativi di Reggio Emilia.
















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