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Bologna e Pechino, vicine di sport

Lo scorso 16 dicembre presso la sede dell’Università dello sport a Pechino è stato siglato un accordo tra l’Università di Bologna e la Bejing sport University; l’accordo è poi stato ratificato dal Consiglio della Facoltà di Scienze Motorie, svoltosi a Bologna la settimana successiva.

Il Prof. Antonio Cicchella, Ricercatore confermato della Facoltà in Metodi e Didattiche delle Attività Sportive e delegato del Preside, si è recato nel paese orientale e ha siglato un accordo, che segue quello firmato l’anno scorso tra l’ “Alma Mater” e un’altra Università cinese, quella di Shangai, con la quale sono già iniziate proficue relazioni scientifiche.

Infatti docenti e studenti si stanno interessando alle grandi opportunità offerte da questi accordi e già ora una studentessa dell’Università di Bologna sta svolgendo un dottorato di ricerca presso la Shangai University.

Ancora più interessanti sono le prospettive aperte dall’accordo siglato con la Beijing University, la più grande dell’immenso paese asiatico. Fondata nel 1993 sulle ceneri del precedente Istituto pechinese di Educazione fisica (1953), la Bsu è frequentata da oltre 15.000 studenti e ha un corpo docente di 1.286 persone, di cui poco più della metà sono accademici. Fra i titoli che rilascia si notano 6 tipi diversi di laurea, 10 tipi diversi di master, 1 dottorato di ricerca con tre indirizzi, 12 corsi di formazione pre-laurea.

Il campus comprende 2 piste di atletica coperte, 2 piscine di cui una olimpionica, 8 palestre polifunzionali, 4 palazzetti dello sport per basket, pallavolo, tennis e calcio, 2 alberghi per gli ospiti, mense e diversi studentati. Di assoluta avanguardia il Centro Ricerche per lo Sport, che copre un’area di circa 2.000 mq. tra l’altro si nota una palestra ipobarica, in grado di simulare al proprio interno le condizioni ambientali che si trovano ad un’altitudine di 6.000 metri, e diversi laboratori di ricerca nel campo della fisiologia dell’esercizio, biochimica, anatomia e biomeccanica dello sport.

Il ritmo di crescita del Paese (il Pil negli ultimi anni è cresciuto dell’8-10% l’anno, probabilmente scenderà al 7% nel prossimo 2012) consente a questa struttura una rapidissimo sviluppo. Il livello scientifico è elevato, ed è ormai comune tra gli studenti cinesi possedere un master o un dottorato di ricerca conseguito in prestigiose Università americane ed europee.

Per i lettori che hanno già lo zaino in spalla per partire alla volta della Bsu, ho rivolto qualche domanda al Prof. Cicchella sulle opportunità aperte dall’accordo e su come prendervi parte.

La grande importanza dell’accordo, firmato tra le Università di Bologna e di Pechino, fa riflettere sull’importanza della globalizzazione nelle Scienze dello sport. Quali risultati si attende dall’intesa appena sottoscritta?

Mi aspetto che funga da stimolo per la crescita delle scienze dello sport a Bologna. Per semplificare, si può paragonare a una squadra di basket che ingaggia un allenatore straniero o un giocatore straniero o invia un proprio giocatore all’estero: tutta la squadra e anche i singoli ne beneficiano, perché queste esperienze portano una mentalità innovativa, che fa crescere il gruppo.

Come si articoleranno gli scambi tra docenti e quali saranno i programmi di studio proposti agli studenti?

Da una parte sono molto soddisfatto che sia stato siglato un accordo tra le due Facoltà, perché ciò testimonia l’attrattiva della Facoltà di Scienze Motorie a livello scientifico e didattico e dell’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum” nel mondo. Però, a seguito della l. 240/2010 e dei tagli dati da anni alle Università, viene a mancare il supporto economico dell’Ateneo al progetto; quindi, per finanziare eventuali collaborazioni scientifiche dovremo sperare nel sostegno di qualche sponsor esterno. Per gli studenti italiani il Ministero Affari Esteri (www.mae.it) offre borse di studio per recarsi in Cina (così come in altri Paesi).

Consiglio quindi vivamente a tutti di fare un esperienza del genere per crescere culturalmente ed umanamente. Del resto già alcuni nostri studenti sono stati là 6 mesi e ne sono tornati molto soddisfatti. A Bologna, il Collegio di Cina offre borse di studio per studenti cinesi che volessero venire presso il nostro Ateneo. Tutti i giovani cinesi e diversi docenti parlano un fluente inglese, quindi non esistono problemi di lingua. I nostri studenti che volessero recarsi là (consiglio di incominciare ad organizzarsi almeno un anno prima) potranno prendere parte gratuitamente ai corsi della BSU. Rispetto alle altre facoltà siamo avvantaggiati, poiché abbiamo molte materie pratiche. Le arti marziali ovviamente sono il loro punto di forza, ma le squadre di pallacanestro cinesi prendono ormai parte da anni anche al circuito NBA. La ginnastica artistica e ritmica, e i tuffi sono alla BSU (dove si allenano diversi campioni olimpici) all’assoluta avanguardia mondiale. Così come l’atletica leggera e ovviamente il ping-pong e il badminton. Dal punto di vista sociale Pechino è una metropoli ultra-moderna ed è estremamente sicura, nonché molto bella e ricca di cultura.

Un’iniziativa come questa apre sicuramente una via e permette a molti studenti di migliorarsi e specializzarsi sempre di più. Lei cosa consiglierebbe ad un giovane universitario, desideroso di imparare le Scienze dello sport in Cina? Quali sono le opportunità (borse di studio, scambi alla pari, ecc.) per raggiungere l’Ateneo cinese?

Sicuramente è un esperienza consigliabile per la laurea specialistica. Ormai siamo in una economia globalizzata, e pertanto – volenti o nolenti – occorre incominciare a pensare in grande. Quindi trascorrere un periodo “nel futuro” può essere utile , anche per collocarsi, nel nostro Paese, a livelli professionalmente più alti.

Inoltre la Cina oggi rappresenta un laboratorio del domani, pieno di contraddizioni (crescita sbilanciata tra centri urbani e provincie, apertura verso l’esterno) ma ricchissimo di opportunità.

Come dicevo il MAE [Ministero degli Affari Esteri] offre borse di studio per studenti italiani ed è meglio iniziare a organizzarsi per tempo. Ricordo che abbiamo anche un accordo con Shangai, dove attualmente una nostra studentessa sta svolgendo il dottorato di ricerca.

Lo scambio tra i docenti per finalità di ricerca con la Bejing Sport University è senza dubbio un grande risultato per l’Università di Bologna; ma in che modo tale scambio potrà essere utile anche agli studenti che restano in Italia?

Dovrebbero arrivare anche da noi degli studenti cinesi provenienti da Pechino e quindi, come dicevo prima, è come quando arriva un giocatore straniero in un squadra: tutto l’ambiente ne beneficia. Lo scambio con una cultura diversa, la voglia di fare dei giovani cinesi, sono contagiose e migliorano tutto l’ambiente. Avere amici di tutto il mondo apre la mente, educa alla tolleranza e alla comprensione reciproca (purtroppo anch’io in Cina, quando ho parlato del Tibet mi sono sentito dire che abbiamo un partito xenofobo in Italia, che si sente oppresso dallo stato centrale e che vuole la secessione e la Mafia). Tralascio i benefici economici, poiché è ragionevole poi prevedere che la Cina investirà parte del surplus anche all’estero.

È a suo avviso auspicabile che un giorno anche a Bologna venga creata una struttura sportiva tecnologicamente avanzata come quella di Pechino?

Certamente! Faccio un esempio. Già l’anno scorso ho fatto visita alla BSU, già piena di impianti e strutture. Siamo passati davanti ad una zona incolta all’interno del perimetro del campus ed ho chiesto a cosa servisse; mi risposero che là doveva sorgere una piscina. Tra me e me ho pensato sarcasticamente : “Eh, ci vorrano 10 anni per vederla in funzione!”. Quest’anno sono tornato alla BSU e in quel campo ora sorge una piscina coperta di 50 metri a 9 corsie perfettamente funzionante. Questo la dice lunga su cosa può fare una società dinamica. Infatti, insieme alla piscina, nascono centinaia di posti di lavoro, aumentano le possibilità di restare in buona salute per i suoi utenti, e si stimola la crescita dell’intera società. Purtroppo vedere queste cose all’estero induce a neri pensieri sulla situazione italiana.

(Stefano Martelli – Ordinario di Sociologia generale presso la Facoltà di Scienze motorie Delegato del Preside per la Comunicazione sportiva)
















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