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Donne, da gennaio a ottobre 2.256 nei centri anti violenza della regione

A Noceto (PR) il 23 gennaio, una rumena di 23 anni; a Bologna il 6 febbraio, una donna di 32 anni e il suo bambino di due; a Rimini il 27 febbraio una venticinquenne; a Cesena il 9 marzo una ventunenne; a Carpi (MO) il 22 marzo, una donna di 45 anni; a Baricella (BO) il 2 aprile una donna di 35 anni; a Varano Melegari (PR) il 7 aprile una ventiquattrenne somala; a Crevalcore (BO) una donna di cinquanta anni; a Vignola (MO) il 28 aprile un’ucraina di 48 anni; a Serramazzoni (MO) il 19 giugno, una donna di 36 anni; a Reggiolo (RE) il 5 settembre una donna di 34 anni; a Cesena il 4 ottobre, una donna di 39 anni. Infine i due omicidi di sabato 19 novembre, a Bologna e a Sorbolo, frazione di Brescello (RE), una dominicana di 50 anni e una marocchina di 39. Questo elenco impressionante sintetizza la punta più estrema – il femicidio – delle violenze sulle donne. Dall’inizio dell’anno, solo in Emilia-Romagna sono state già 14 le donne uccise in ambito di violenza domestica, delle 127 (dato sottostimato, a dirlo è la stessa fonte, l’Istat) di cui si ha notizia in Italia.

Della drammatica attualità della violenza sulle donne si è parlato oggi in un seminario presso la sede dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999. A copromuovere questo appuntamento, la nuova commissione assembleare “per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini”, insieme al Comitato aziendale pari opportunità e al Coordinamento delle case e dei centri antiviolenza (10 attivi nel territorio regionale).

Altri dati: da gennaio a ottobre, 2256 donne si sono rivolte a questi centri per chiedere aiuto, 1998 hanno denunciato di aver subito violenza (1189 italiane, 800 straniere, pari al 40%). Ospitalità in luoghi protetti, consulenza legale, reinserimento nel lavoro sono le forme più concrete in cui si estrinseca l’azione di queste case e di questi centri, gestiti da associazioni di donne. Nell’ultimo decennio, le volontarie hanno visto raddoppiare il numero delle donne che hanno trovato il coraggio di denunciare situazioni intollerabili, facendo i conti con finanziamenti pubblici in costante riduzione. Le donne che si rivolgono a queste strutture denunciano violenze psicologiche ed economiche, fisiche nel 66% dei casi, sessuali nel 16%. Un’indagine Istat condotta nel 2007 sulla violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia stimava in quasi 7 milioni le donne rimaste vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita, quasi un terzo di quelle comprese nell’età censita. Dalle stessa indagine emergeva che il 96% delle violenze subite all’interno delle mura domestiche (a opera di mariti, conviventi, ex coniugi) non viene denunciato.

La presidente della commissione, Roberta Mori, ha detto che la nuova commissione intende sviluppare un metodo di lavoro che tenga insieme il pensiero e l’azione; nel caso specifico, al seminario di oggi si associa la visita di domani a due centri antiviolenza (Parma e Bologna). La commissione si propone di attivare una costante relazione con il territorio, costruendo e consolidando reti, condividendo e valorizzando le esperienze in corso.

L’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi ha aggiunto che le iniziative contro la violenza sulle donne fanno sempre più parte dell’attività ordinaria e inter-assessorile della Regione; ha citato, fra l’altro, la formazione degli operatori che devono fronteggiare gli episodi di violenza, e agire contro la tratta delle donne, nonché la sperimentazione che sta per essere avviata sugli uomini maltrattanti.

Mauro Malaguti, vicepresidente della commissione, ha sottolineato la drammatica attualità di questi fenomeni, auspicando che gli Enti Locali si costituiscano più spesso “parte civile” nei processi per segnalare l’offesa al comune senso di civiltà che questi episodi rappresentano; ha poi espresso il timore che in questa fase di crisi economica, possano estendersi i casi di stalking e molestie.

Al Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna concorrono 10 realtà associative: “Casa delle Donne per non subire violenza” di Bologna, “SOS Donna” di Faenza (RA), “Centro Donna Giustizia” di Ferrara, “Demetra Donne in aiuto” di Lugo di Romagna (RA), “Casa delle Donne contro la violenza” di Modena, “Centro Antiviolenza” di Parma, “La Città delle Donne” di Piacenza, “Linea Rosa” di Ravenna, “Nondasola. Donne insieme contro la violenza” di Reggio Emilia, “Rompi il silenzio” di Rimini.

Nel seminario sono intervenute Antonella Oriani, Giuditta Creazzo, Donata Benini, Monia Giovannetti, Maria Merelli, Samuela Frigeri, Antonella Grazia, Vittorina Maestroni e Judith Pinnock.
















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