
Reperire i fondi necessari all’installazione dei ‘countdown semaforici’ sul territorio comunale, dando priorità agli incroci già dotati di sistemi T-Red o Vista-Red in quanto maggiormente soggetti a situazioni di rischio e controversia, oltre che promuovere una campagna regionale di informazione e sensibilizzazione sul funzionamento e i benefici di tali dispositivi.
È quanto chiede all’Amministrazione comunale la mozione collegata al Bilancio di previsione 2026-2028 approvata all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta dedicata di lunedì 22 dicembre, presentata da Fratelli d’Italia (primo firmatario Ferdinando Pulitanò).
Il documento sottolinea come il nuovo Codice della strada introduca la possibilità di installare, come già in altri Paesi, dispositivi di conto alla rovescia nelle lanterne semaforiche, che mostrano in tempo reale i secondi rimanenti per il cambio di colore, offrendo vantaggi significativi in termini di sicurezza e fluidità del traffico.
L’installazione di tali dispositivi contribuisce “a ridurre il rischio di incidenti stradali, soprattutto negli incroci regolati da sistemi di rilevamento elettronico delle infrazioni”, agendo sulla riduzione delle frenate improvvise, sul miglioramento della gestione dei tempi di attraversamento per pedoni e veicoli, riducendo lo stress per i conducenti e migliorando la circolazione.
“L’installazione dei dispositivi di conto alla rovescia – si legge nel documento – rappresenta anche una scelta ambientale, in quanto consente agli automobilisti di conoscere con precisione il tempo di attesa al semaforo, favorendo lo spegnimento del motore e contribuendo alla riduzione delle emissioni inquinanti durante le soste prolungate”.
OK ALLA MOZIONE IN DIFESA DI FAMIGLIE, IMPRESE E TERZO SETTORE
Attivarsi politicamente nei confronti del Governo per ottenere un sostegno ai bilanci degli Enti, sostenere nelle sedi politiche le riforme per le amministrazioni locali, fornire al Consiglio comunale aggiornamenti costanti sugli impatti sulla finanza locale derivanti dalla riforma fiscale annunciata dal Governo e completare gli investimenti del Piano Next Generation Modena finanziato da fondi Pnrr.
Sono gli obiettivi perseguiti dalla mozione di maggioranza collegata al bilancio di previsione 2026-2028, presentata nella seduta del bilancio di lunedì 22 dicembre da Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 Stelle, PRI-Azione Socialisti Liberali e Spazio democratico e approvata dal Consiglio comunale con il voto a favore di Pd, Avs, M5s e Spazio democratico; contrario di FdI, Forza Italia e Modena in ascolto; Lega Modena si è avvalsa del non voto.
Illustrando il documento, Stefano Manicardi ha premesso come il bilancio previsionale del Comune di Modena venga discusso e approvato in un contesto macroeconomico segnato da una crescita modesta del Pil europeo e da una dinamica particolarmente debole dell’economia italiana: “In questo quadro, l’economia modenese mostra prospettive lievemente migliori rispetto al quadro nazionale, con una crescita stimata in linea con quella regionale, pur rimanendo priva di elementi di forte slancio. Accanto a queste difficoltà si rilevano alcuni segnali incoraggianti, come l’incremento delle start-up e dei finanziamenti alle imprese, mentre persistono fragilità strutturali che incidono in modo più marcato su giovani, donne e su alcuni settori dell’economia locale, tra cui quello delle costruzioni”, ha spiegato il consigliere. In tale contingenza economica, “i temi dell’agenda economica sono percepiti come prioritari e urgenti non solo dalle famiglie, ma anche dalle imprese e dal mondo del terzo settore e dell’associazionismo” e il ruolo degli Enti è “fondamentale per contrastare, a partire dal livello territoriale, le disuguaglianze economiche e sociali”.
Il documento – che esprime un giudizio critico nei confronti della manovra del Governo, ritenuta “priva di una reale prospettiva di crescita e solo marginalmente attenta a temi centrali quali innovazione, politiche industriali, edilizia residenziale, welfare locale, transizione verde e trasporti” – sottolinea come i tagli ai fondi destinati agli enti territoriali, uniti alla mancanza di strumenti per fronteggiare l’aumento dei costi dei servizi, rischiano di ridurre ulteriormente la capacità dei Comuni di programmare e spendere. “Questa impostazione scarica sugli enti locali il peso delle vulnerabilità sociali senza fornire adeguati strumenti economici”, ha detto il consigliere.
Alla luce di questo, il documento illustrato da Stefano Manicardi – pur giudicando positivamente le azioni che l’Amministrazione comunale intende mettere in campo per garantire la tenuta finanziaria del bilancio – chiede al sindaco e alla Giunta di attivarsi politicamente nei confronti del Governo, anche attraverso i parlamentari modenesi, per ottenere per il 2026 – 2028 un sostegno nazionale urgente ai bilanci degli Enti per garantire non solo la tenuta delle finanze dei Comuni, ma per consentire di liberare risorse necessarie a politiche dell’ente locale utili a famiglie, imprese e terzo settore; sostenere nelle sedi politiche le riforme, non più rinviabili, per le amministrazioni locali, pretendendo la corretta e giusta consultazione dei Comuni, delle Province e delle città metropolitane durante il dibattito parlamentare e, infine, fornire al Consiglio comunale gli aggiornamenti inerenti gli impatti sulla finanza locale della riforma fiscale annunciata dal Governo e completare gli investimenti del Piano Next Generation Modena finanziato da fondi Pnrr.
RESPINTE 14 MOZIONI
Su un totale di 16 mozioni collegate al Bilancio di previsione 2026-2028, presentate dai diversi gruppi consiliari, sono state 14 quelle respinte dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di lunedì 22 dicembre. Tre di quelle inizialmente previste sono infatti state ritirate prima della discussione. Manutenzione delle strade (anche nelle frazioni), riduzione Irpef, riduzione delle rette dei nidi e istituzione di un fondo comunale di emergenza per attività commerciali danneggiate da reati erano alcuni dei principali temi dei documenti non approvati.
In particolare, l’Assemblea non ha approvato con il voto a favore di FdI, Lega Modena, FI e Modena in ascolto, contrario di Pd, Avs, M5s e Spazio democratico le mozioni presentate da FdI che chiedono di calmierare gli aumenti dei costi della refezione scolastica (primo firmatario Dario Franco); realizzare una rotatoria lungo strada Morane all’altezza di via Brescia (primo firmatario Dario Franco); prevedere nelle frazioni una manutenzione straordinaria delle strade (primo firmatario Dario Franco); ridurre l’addizionale comunale all’Irpef (primo firmatario Elisa Rossini); prevedere la progettazione di un campus universitario ribattezzato “Mutina Campus” (primo firmatario Luca Negrini); avviare un percorso per valutare dal punto di vista tecnico la trasformazione dello stabile “ex Inam” di via San Giovanni del Cantone in parcheggio multipiano (primo firmatario Luca Negrini); prevedere un programma di eventi e serate culturali, musicali e di intrattenimento nel solco di quello che fu il “progetto I Cortili” (primo firmatario Paolo Barani); attivare un progetto triennale per migliorare le capacità di riscossione dell’Ente (primo firmatario Elisa Rossini).
Con lo stesso voto è stata respinta anche la mozione di Andrea Mazzi (Modena in ascolto) che chiedeva di ridurre le rette dei nidi d’infanzia per le famiglie numerose.
Respinte con il voto a favore di FdI, Lega Modena, FI e Modena in ascolto, contrario di Pd, Avs, M5s, e con l’astensione di Spazio democratico le due mozioni di FdI che chiedevano di stanziare risorse per predisporre, acquistare e installare impianti di raffrescamento nei nidi e scuole d’infanzia (primo firmatario Paolo Barani) e di prevedere la gratuità dei parcheggi rosa (primo firmatario Dario Franco).
Anche la mozione di Fratelli d’Italia che chiedevano all’Amministrazione di realizzare il Museo del Risorgimento di Modena (primo firmatario Ferdinando Pulitanò) è stata respinta, con il voto a favore anche di Lega Modena, Forza Italia, Modena in ascolto e Pri-Azione Sl e quello contrario di Pd, Avs, M5s e Spazio democratico.
Altre due mozioni illustrate da Giovanni Bertoldi (Lega Modena) che chiedevano di avviare una manutenzione straordinaria dei marciapiedi del centro storico e delle zone limitrofe; e di istituire un fondo comunale per contributi di emergenza ad attività commerciali ed esercizi pubblici vittime di intrusioni, furti e atti vandalici finalizzato al ripristino immediato della sicurezza degli accessi sono state respinte con il voto a favore anche di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Modena in ascolto; contrario di Pd, Avs, M5s, Spazio democratico e Pri-Azione Sl.
LA MAGGIORANZA: “DOCUMENTO CORAGGIOSO CHE DIFENDE LA CITTÀ”
L’approvazione del Bilancio di previsione 2026-2028, arrivata al termine di una seduta di 12 ore, è stata anticipata da un lungo dibattito aperto da Giovanni Silingardi (M5s), che ha definito il documento una scelta “coraggiosa”, richiamando l’importanza dell’analisi dei bisogni che emergono dalla comunità sul piano socioeconomico, della visione di sviluppo della città e della comunità che si intende rappresentare e delle azioni concrete da introdurre per dare risposta a tali obiettivi. In questo quadro, ha richiamato la fragilità e coesione sociale, la sicurezza urbana e la questione abitativa sottolineando come il bilancio intervenga in maniera significativa su questi temi, ponendo al centro la dignità delle persone e la qualità dei servizi. Richiamando la definizione di “bilancio di resistenza” utilizzata dal sindaco, il consigliere ha concluso parlando di una “coraggiosa resistenza”, che conferma Modena come città “di tutti e per tutti”.
Per Avs, Martino Abrate ha sottolineato l’insufficienza delle risorse previste per i Comuni nella manovra finanziaria nazionale, rimarcando in particolare “l’assenza di finanziamenti su ambiti strategici come le politiche abitative, la mobilità e il trasporto pubblico, nonché la sicurezza urbana”. In questo contesto, ha definito il bilancio “costruito per difendere quanto realizzato a Modena e per consentire il mantenimento degli elevati livelli di qualità della vita raggiunti dalla città”. Il consigliere ha condiviso la scelta di rafforzare la transizione digitale dell’ente e di investire in ambiti quali scuola, cultura, sicurezza, sport e ambiente. Abrate ha concluso auspicando che sindaco e Giunta esprimano dissenso rispetto alla legge di bilancio nazionale, chiedendo un rilancio degli investimenti sui Comuni. Laura Ferrari ha evidenziato che il Dup mostra come, “nonostante margini stretti”, il Comune intervenga su fenomeni che pongono domande e chiedono “non risposte emergenziali ma strutturali”. Sul fronte giovani, “Modena attrae ma fatica a generare nuove famiglie; lavoro e stabilità, accesso alla casa e fragilità femminile sono nodi cruciali”. Ferrari ha sottolineato, quindi, che “le politiche su casa, servizi e welfare devono essere orientate allo sviluppo”. Ha ribadito l’appoggio a una manovra finanziaria “responsabile che difende i servizi senza aumentare i costi”.
Per il Partito Democratico, Diego Lenzini ha osservato come si tratti di un documento che “avrebbe bisogno di maggiori risorse, a fronte di una finanziaria nazionale che produce tagli con effetti sulle famiglie e sugli enti locali”. Secondo il capogruppo, l’obiettivo è mantenere i servizi finora garantiti ai modenesi, evitando arretramenti. In questo senso, ha indicato come scelta politica rilevante l’anticipazione dell’approvazione del bilancio entro l’anno, per consentire all’ente di essere subito operativo e di utilizzare le variazioni di bilancio come strumento di intervento rispetto ai provvedimenti nazionali. Lenzini ha poi approfondito il tema della giustizia sociale, sottolineando l’impegno dell’Amministrazione nel mantenere e rafforzare servizi che rispondano ai bisogni delle persone più fragili. Aprendo il suo intervento, Lucia Connola ha definito il bilancio “di continuità, resilienza e coesione sociale”, sottolineando come il quadro economico nazionale abbia ridotto gli spazi di manovra degli enti locali. La consigliera ha rivendicato un bilancio di responsabilità che “non rinuncia agli obiettivi di mandato e non aumenta la pressione fiscale”, tutelando famiglie e imprese. Centrale la qualità della spesa, con investimenti su welfare, casa, domiciliarità, nidi, Cra e sicurezza urbana, oltre alla valorizzazione di cultura, patrimonio e personale comunale. Anche Francesco Antonio Fidanza ha definito il bilancio “un documento fondamentale in un momento di grande incertezza per gli enti locali”, evidenziando la necessità di blindare le priorità senza rinunciare a una visione strategica. Il consigliere ha richiamato, in particolare, l’impegno sulla sicurezza, con investimenti in videosorveglianza e Polizia locale, chiarendo che “le telecamere sono uno strumento di deterrenza, non solo di repressione”. Temi di rilievo anche la modernizzazione digitale, la protezione civile e la scelta di non contrarre nuovo debito. Fabia Giordano ha espresso convinzione per “un bilancio ben costruito”, soffermandosi in particolare sul ruolo dello sport come leva educativa e sociale. Illustrando un emendamento dedicato, ha sottolineato che “la pratica sportiva è un fatto sociale che produce benessere, salute e crescita”, soprattutto per minori e famiglie. La consigliera ha ribadito l’importanza di sostenere l’accesso all’attività motoria nella fascia 6-18 anni e lungo tutto l’arco della vita, evidenziando il valore del terzo settore. Vincenza Carriero ha sottolineato che non servono slogan, ma un’analisi concreta del bilancio, tenendo conto del contesto locale e nazionale. Ha quindi evidenziato come risolva le impellenze di oggi “e prepari le necessità di domani, con scelte orientate a programmare il futuro”. Per la consigliera, gli interventi previsti puntano a investimenti e azioni lungimiranti, superando l’immediatezza, puntando a “consolidare e rigenerare ciò che Modena è e deve continuare a essere”. Luca Barbari ha evidenziato che la manovra finanziaria punta a stare “dalla parte della cura, della coesione sociale e della prevenzione”. Il consigliere si è quindi soffermato anche sul sostegno a famiglie e genitorialità, citando l’emendamento sulla baby box e le misure sociali a sostegno delle fragilità. Per Barbari “il bilancio consolida un metodo di lavoro condiviso tra istituzioni, mondo del lavoro e associazionismo, rafforzando il capitale sociale che è storica ricchezza di Modena”. Anna De Lillo si è soffermata sul tema scuola: “Nonostante i tagli del Governo che comprimono il diritto allo studio e le professionalità educative, Modena garantisce tutti i servizi scolastici ed educativi, riconoscendo la scuola come presidio di benessere e uguaglianza”, citando anche l’emendamento che rafforza i presidi educativi dentro e fuori le scuole. Poi, si è concentrata sull’importanza dei nidi, che promuovono autonomia, equità e lavoro femminile: “Per questo è necessario aumentarne i posti, nonostante il Governo non investa”. Giulia Ugolini è intervenuta sul tema degli anziani, “che il bilancio tutela”, soffermandosi sull’importanza del servizio di assistenza domiciliare che “svolge un ruolo fondamentale di affiancamento alle famiglie”. L’analisi dei bisogni, a suo parere, conferma la necessità di un’evoluzione dei servizi nella quale “il domicilio diventi luogo cruciale”. Ugolini, richiamando l’emendamento sul supporto all’assistenza domiciliare, ha espresso l’esigenza, tra le altre cose, di sviluppare residenze intermedie, in grado di offrire alternative adeguate ai diversi bisogni assistenziali. Francesca Cavazzuti è intervenuta sul sostegno a natalità e famiglie, precisando che gli interventi devono favorire equilibrio vita-lavoro, maternità e congedi parentali: “Le nostre politiche comunali sono esemplari, ma non possono prescindere da sicurezza economica e lavoro”. La consigliera si è poi focalizzata anche sull’emendamento che riguarda il disagio giovanile, “che predispone strumenti per prevenire aggressività e devianza”, ricordando che con maggiori investimenti si punta a rafforzare azioni dentro e fuori le scuole. Gianluca Fanti ha rimarcato “l’assenza di supporto del Governo ai Comuni: le autonomie locali non sono solo costo, ma motore di coesione e sviluppo, soprattutto per enti a contatto diretto con i cittadini”. Per il consigliere, “questo bilancio rappresenta un atto di sopravvivenza di fronte a risorse decrescenti da parte dello Stato”. Sul tema casa, Fanti ha ricordato “numeri drammatici” legati alla povertà abitativa ricordando l’attivazione dello sportello comunale “Abitare Modena”. Federica Di Padova ha posto particolare attenzione al tema della cultura, ricordando che “il bilancio continua a investire in questo settore, a fronte dei tagli nazionali, perché rappresenta coesione sociale, sicurezza e qualità della vita”. La consigliera ha evidenziato anche il ruolo della cultura diffusa e dell’associazionismo, con particolare attenzione ai quartieri, e ha richiamato l’importanza dei grandi eventi, come Jazz Open, intesi “non solo come momenti a sé stanti ma come parte di una strategia più ampia”. Alberto Bignardi ha descritto il bilancio come “espressione della visione della città, non un semplice elenco di numeri, ma una mappa delle priorità”. Richiamando il valore degli emendamenti presentati dalla maggioranza, Bignardi ha evidenziato come “il bilancio traduca in pratica una politica utile e concreta, volta a sostenere famiglie e genitori, promuovere verde e mobilità sostenibile, senza proclami e scorciatoie”. Stefano Manicardi ha descritto il bilancio come uno strumento pensato per garantire la continuità dei servizi che i modenesi si aspettano e meritano, spesso a rischio per la riduzione dei trasferimenti statali. Ha sottolineato l’importanza di coniugare sicurezza e giustizia sociale, ribadendo il valore di destinare risorse comunali a progetti che lo Stato definanzia, garantendo inclusione e coesione sociale. Ha ricordato che il bilancio investe, tra le altre cose, in manutenzione della città, delle frazioni e del centro storico, mantenendo alto il livello di vita dei cittadini. Fabio Poggi ha evidenziato come il bilancio tuteli i servizi esistenti, con la scelta strategica di approvarlo entro il 31 dicembre, un segnale di operatività immediata e di “resistenza” alle difficoltà imposte dai tagli statali. Ha definito questa resistenza un’azione concreta nel presente, finalizzata a preservare i fondamentali della città, e gli emendamenti “piccoli semi per aprire prospettive future”. Il consigliere ha concluso spiegando che “il vero percorso di trasformazione avverrà attraverso lo strumento delle variazioni durante l’anno”, rendendo possibile il passaggio “da un bilancio di resistenza a un bilancio di prospettiva”.
Grazia Baracchi (Spazio democratico) ha definito il bilancio “un atto di responsabilità in un contesto normativo e finanziario molto difficile”, individuando tre pilastri: coesione sociale, stabilità tributaria e completamento degli investimenti Pnrr. Al centro il rafforzamento di Cra, nidi e politiche per la casa, con l’impegno a “non lasciare indietro nessuno”. Attenzione anche alla sostenibilità futura delle opere Pnrr e alle infrastrutture sociali, dallo sport al sistema educativo 0-6.
Paolo Ballestrazzi (PRI-Azione Sl) ha precisato che il calo demografico non può essere attribuito esclusivamente alle politiche locali, e che “il Consiglio deve dotare l’Amministrazione di strumenti che favoriscano la massima coesione possibile”. Il consigliere ha anche parlato della disaffezione al voto, soprattutto tra i giovani, rilevando “che circa il 30 per cento propende per un regime autoritario”. In questo contesto, secondo il consigliere, “la responsabilità del Governo nazionale è grave, perché il Paese risulta “sgovernato” da tre anni”. Infine, Ballestrazzi ha concluso che “Modena, città storicamente prospera, non mostra più questa ricchezza, come confermano i dati”, e che l’obiettivo dell’Amministrazione è “offrire ai cittadini un punto fermo di sicurezza declinato su quattro livelli: sicurezza ambientale, sanitaria, del lavoro e dei diritti della persona”.
LE OPPOSIZIONI: “MANOVRA DEBOLE, DI GALLEGGIAMENTO”
È stata Maria Grazia Modena (Modena per Modena) ad aprire il dibattito per le opposizioni, affermando che, nel confronto con il passato, “non emerge nulla di nuovo, a fronte di un peggioramento complessivo delle condizioni della città”. La consigliera ha richiamato in particolare i settori della sanità, dei rifiuti, delle società partecipate e dei servizi scolastici, che, a suo giudizio, non presentano cambiamenti né razionalizzazioni significative. Ha inoltre sottolineato come i Comuni si trovino spesso soli anche per l’assenza di un efficace ruolo di raccordo da parte di Province e Regione nei confronti del governo centrale, evidenziando infine le questioni dell’invecchiamento demografico e dei servizi per la popolazione anziana.
Dopo di lei è intervenuto Piergiulio Giacobazzi osservando come, a suo parere, il Bilancio riproponga gli stessi progetti e le stesse criticità degli anni precedenti, “senza accogliere i suggerimenti avanzati dalla minoranza”. Il consigliere di Forza Italia ha definito il documento come una manovra di “galleggiamento, priva di coraggio, strategia e visione di sviluppo”, richiamando alcune criticità specifiche, a partire dai temi dell’urbanistica e della sanità, e criticando il consolidamento di “una pressione fiscale già elevata, la prosecuzione di una terapia d’urto che doveva essere temporanea”. “La manovra aumenta il peso economico sui cittadini generando nuove forme di povertà, senza offrire una prospettiva futura”, ha concluso Giacobazzi.
Per Fratelli d’Italia, Luca Negrini ha parlato della questione ‘sicurezza’ esprimendo soddisfazione per l’attenzione nei confronti della Polizia locale, “trascurata in passato”. Sul tema ‘investimenti’ ha evidenziato che il documento, a suo parere, è viziato da una “preclusione ideologica verso proposte di investimenti pubblico-privati che potrebbero generare nuova linfa per la città”. Il capogruppo ha richiamato la questione dei Taser, definendo la posizione dell’Amministrazione un “cavillo ideologico che mette a rischio agenti e cittadini” e osservato come la maggioranza tenda a scaricare le responsabilità sul governo nazionale, “senza un esame di coscienza sulle proprie scelte”. In sede di dichiarazione di voto, Negrini ha inoltre indicato nell’ex Fonderie Riunite uno dei “buchi neri creati dall’amministrazione precedente” che continuano a pesare sul bilancio e posto critiche anche rispetto a pedonalizzazioni e parcheggi: “se vogliamo meno auto in centro, servono servizi”.
Elisa Rossini ha definito il Bilancio “di resistenza passiva”, chiarendo che più che una strategia rappresenta “un galleggiamento, un rifiuto a muoversi”. La consigliera ha contestato l’idea che l’approvazione entro il 31 dicembre sia un risultato politico, ricordando che “è un obbligo di legge”, richiamando l’aumento delle entrate tributarie e la promessa del sindaco di rendicontarne la destinazione, affermando che “ai modenesi era stato detto che si sarebbe dato conto delle risorse, ma oggi non sappiamo nulla”. Critiche specifiche hanno riguardato le ex Fonderie Riunite, il fondo crediti di dubbia esigibilità e in generale una mancanza di progettualità futura, rivendicando da parte del proprio gruppo proposte concrete su famiglie, imprese e demografia. Per Dario Franco il bilancio è un freno allo sviluppo della città, sostenendo che “questa manovra non accompagna Modena, ma ne blocca il potenziale”. Il consigliere ha suggerito un “cortocircuito politico, alla luce del numero elevato di emendamenti presentati sia dal sindaco che dalla maggioranza” e criticato le coperture individuate, in particolare su mense scolastiche e proventi delle multe, osservando che “il Comune sembra reggersi sulle sanzioni”. Centrale anche il tema della riscossione inefficiente e della sicurezza stradale, con richieste su misure concrete per le famiglie, come i parcheggi rosa, “piccoli interventi che, sommati, fanno la differenza”. Daniela Dondi ha criticato la mozione di maggioranza definendola “sbagliata e strumentale”, soprattutto nel mettere la responsabilità delle difficoltà dei Comuni sul Governo, il quale opera in un contesto complesso, con inflazione, crisi energetica e instabilità geopolitica, garantendo comunque manovre responsabili a difesa dei servizi essenziali e confermando fondi comunali. Sottolineando l’importanza della collaborazione Stato-Comuni, Dondi ha precisato quindi che il Governo non ha aumentato le tasse, sostenendo invece lavoro, welfare e natalità senza indebitare le future generazioni. Infine Paolo Barani ha definito il bilancio “ingessato e non competitivo”, criticando la mancanza di interventi sugli impianti di climatizzazione nelle scuole, necessari con il caldo crescente. Sul sociale, il consigliere ha evidenziato l’importanza di costituire un fondo per genitori separati, “con casi estremi di padri costretti a dormire in macchina”, mentre in materia di sicurezza, ha proposto l’istituzione dei “guarda parchi”, modello già presente in altri comuni e utile a coadiuvare le Forze dell’ordine. La mancata attuazione di questi interventi, ha concluso, “dimostra come il bilancio rimanga ingessato nelle elucubrazioni politiche invece di rispondere ai bisogni reali della città”.
Dopo aver chiarito che la posizione di Lega Modena non è di ostruzionismo pregiudiziale, ma di critica costruttiva, Giovanni Bertoldi ha definito il bilancio come “un documento per tirare a campare, privo di coraggio e visione”. Inserendo il dibattito in un contesto internazionale segnato da instabilità, conflitti e rivoluzione tecnologica, il consigliere ha sottolineato che anche a livello comunale servono strumenti nuovi e un maggiore coinvolgimento della città, stigmatizzando la debolezza degli investimenti post Pnrr, definito “una grande occasione perduta”. Nella dichiarazione di voto, il consigliere ha avvertito che nei prossimi anni “non ci saranno grandi prospettive di aumento dei fondi per gli enti locali” e denunciato un calo nella manutenzione urbana, rivolgendo critiche anche agli accordi-quadro e all’esternalizzazione dei lavori, osservando infine che “gli ospedali non devono diventare il terminale dei problemi sociali”, segnalando le indebite pressioni sui pronto-soccorso.
Andrea Mazzi (Modena in ascolto) ha delineato una situazione di profondo cambiamento e criticità per Modena, evidenziando i problemi che il bilancio deve affrontare: decrescita demografica, “crescita piatta” del mondo produttivo, aumento dei prezzi di immobili e affitti, sicurezza e degrado urbano. A fronte a tutto questo, per il consigliere la reazione del Comune è “debole su tutti questi fronti”. Pur apprezzando la proposta della baby box della maggioranza, Mazzi ha osservato che i fondi stanziati sono insufficienti e necessitano di rafforzamento economico. Il Dup, in particolare, mostra un “crollo degli investimenti e non prevede nuovi mutui per incrementare spese strategiche”; anche sulla sicurezza “ci sono segnali positivi ma mancano risposte complete su dotazioni e strumenti necessari”. In sede di dichiarazione di voto, il consigliere ha spiegato la scelta di astenersi su emendamenti che “assomigliano a una guerra tra poveri, dove si rafforza un capitolo togliendo risorse ad altri”, criticando anche alcune proposte “con cifre così modeste da sembrare solo di immagine”.
Katia Parisi (Modena civica) ha definito il bilancio “un documento che non governa le priorità della città”, che prende atto delle difficoltà esistenti senza intervenire per correggere sprechi o rivedere scelte poco efficaci, con il rischio di inefficienza nell’uso delle risorse e senza una visione complessiva sull’impatto degli investimenti. Parisi ha richiamato in particolare la gestione del servizio rifiuti, definendo “un errore politico lo smantellamento del sistema porta a porta”. Quanto alla sicurezza, indicata come principale preoccupazione dei cittadini, “riceve risposte frammentate e spesso più annunciate che effettive”. In conclusione, la consigliera ha giudicato il bilancio “politicamente debole, incapace di ridurre gli sprechi e di correggere gli errori evidenti”.


