“La Magistratura contabile ha parlato in modo clamoroso. Ora non ci sono più alibi, né zone grigie. Reggio e gli altri Comuni soci di Seta posseggono la maggioranza e hanno l’obbligo di riprendere il controllo effettivo sulla società. Chi dovesse continuare a ignorare questo obbligo, si assumerebbe una responsabilità grave, anche sul piano erariale”.
Così Rosamaria Papaleo, leader di Cisl Emilia Centrale, commenta la deliberazione pirotecnica della Corte dei Conti del 18 dicembre scorso, “che conferma ciò che il nostro sindacato sta sostenendo da più di un anno. Il trasporto pubblico locale è un servizio pubblico essenziale, Seta deve poter operare in condizioni migliori, con un governo trasparente, rispettoso delle norme, attento ai bisogni dei territori e dei suoi lavoratori”.
UN PARERE RIVOLUZIONARIO
Il pronunciamento della Corte è per certi versi rivoluzionario: ha detto basta ad un sistema dove Modena, Reggio e Piacenza pur essendo maggioranza sono state messe in panchina e dove il socio di minoranza – la bolognese Tper – ha agito come dominus”. Basta leggere il tenore delle risposte alle richieste scritte di Reggio, Modena e Piacenza.
“È stato scandaloso assistere al sistematico rifiuto di fornire informazioni ai soci pubblici – continua Papaleo –. All’inizio dell’anno i sindaci si sono visti negare per alcuni giorni la visione del piano di rilancio; Cisl è dal 2023 che non riceve le informazioni richieste sull’abuso degli straordinari e lo stesso accade ai Comuni soci. Ancora peggio: ad oggi non è arrivata alcuna risposta alle 24 domande inviate dai Comuni in merito allo stato di indebitamento verso le banche, alle condizioni economico-finanziarie di Seta”.
FOCUS IN CONSIGLIO COMUNALE
Ecco, dopo la presa di posizione della Corte dei Conti “questa irrilevanza dei soci pubblici deve finire. Modena ha reagito da tempo, parlando con gli atti amministrativi. Ci aspettiamo che ora anche Reggio scenda in campo con la stessa decisione. Per mesi abbiamo illustrato all’Amministrazione i rischi che erano sul tavolo e ora sono i giudici a farlo – sottolinea la segretaria Cisl –. Sarebbe un grande gesto di trasparenza se al futuro del Tpl e di Seta, il Comune volesse dedicare un focus con tutta la città e le parti sociali. Lo strumento che preferiamo? Sempre quello: un consiglio comunale dedicato e straordinario”.
“UNA IRRITANTE INDIFFERENZA”
Papaleo riflette anche sugli effetti della deliberazione della Corte dei Conti in merito alla nuova società unica regionale del trasporto pubblico. Il Sindacato non è contrario a questo strumento, purché siano rispettati dei paletti: “Un conto è immaginare un progetto condiviso, costruito su un dialogo alla pari tra soci pubblici – chiarisce Papaleo –. Un altro è vedere Seta e Reggio ridotte a satelliti di Tper, che ha il suo cervello a Bologna. Non seguire la strada indicata dai giudici rischierebbe di replicare su larga scala ciò che abbiamo patito fino ad ora, con una irritante indifferenza alle condizioni di lavoro estreme degli autisti, alle richieste di investire sul personale, alle istanze dei soci e del sindacato”.
Oggi è finalmente chiaro che Tper, nonostante la ormai famosa quotazione del prestito obbligazionario presso la Borsa di Dublino, è in tutto e per tutto una società soggetta al controllo pubblico sostanziale, che deve rispettare il Testo unico delle società partecipate e tutti gli obblighi di trasparenza delle pubbliche amministrazioni. “La conseguenza naturale è che, se ci sarà una società unica, questa dovrà essere fondata sui poteri reali di Reggio nella gestione, nel segno di un rapporto trasparente e bilanciato con la Regione e il Comune di Bologna. Tutto ciò è mancato finora. Adesso si può ripartire”, chiosa Papaleo.


