
È stato riaperto ufficialmente oggi a Boccassuolo di Palagano, sull’Appennino modenese, il collegamento della via comunale La Ferrara – Centocroci, la strada distrutta dalla grande frana che si è riattivata lo scorso mese di marzo movimentando oltre 3,5 milioni di metri cubi di terra. Da oggi, sarà quindi possibile transitare per la strada che da Palagano porta a Riolunato attraverso un varco provvisorio in sicurezza costruito sull’area di sedime della frana.
Presente alla cerimonia l’assessore regionale alla Montagna e alle aree interne, Davide Baruffi, il sindaco di Palagano, Fabio Braglia, e il prefetto di Modena, Fabrizia Triolo.
“Riapriamo oggi quest’importante collegamento intercomunale grazie ai lavori che si sono svolti con ritmo serrato, in stretto coordinamento tra l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile e l’amministrazione comunale di Palagano, che voglio ringraziare- ha commentato Baruffi-. Servono però altri interventi per il completamento e il consolidamento delle opere più urgenti da realizzare con ulteriori risorse che abbiamo già chiesto al Dipartimento nazionale di Protezione civile. L’Appenino è, lo ripetiamo, una delle nostre priorità, un territorio bello e fragile che va difeso e protetto”.
Con uno stanziamento di 3,8 milioni di euro, in seguito all’approvazione del Piano dei primi interventi urgenti firmato dal presidente de Pascale in qualità di commissario all’emergenza, sono stati avviati già tutta una serie di interventi sulla frana, che ha diviso in due il territorio del comune di Palagano, causando l’interruzione di quattro strade comunali e il completo isolamento di alcune borgate.
I lavori, effettuati e in corso
Nei mesi scorsi è stata ripristinata la transitabilità provvisoria sul nuovo tracciato di via Motrona, la prima strada a essere divelta dalla frana ad aprile, ed è stato ultimato l’intervento di completamento della viabilità alternativa per le località di San Dalmaso, Roncadello, La Lissandra e La Capanna, mettendo fine alla condizione di isolamento in cui si trovavano alcune famiglie.
Parallelamente, all’interno del corpo di frana si è intervenuti attraverso una prima regimazione delle acque del rio della Lezza, mitigando gli effetti del movimento franoso (costo complessivo dei lavori, 300mila euro), e sul torrente Dragone dove il piede della frana ne ha quasi occluso l’alveo, per garantirne il regolare deflusso (200mila euro). I lavori in corso stanno consentendo infatti di mantenere aperto un canale dove riesce a defluire l’acqua del torrente, che con le piogge autunnali ha una portata non trascurabile. La situazione complessiva è oggetto di monitoraggio: in collaborazione con Unimore (Università di Modena e Reggio Emilia), si è conclusa la prima fase che ha visto l’installazione di strumenti in grado di misurare in continuo i movimenti del fenomeno e trasmettere i dati in tempo reale.
Altri interventi necessari
Si è da poco conclusa anche la ricognizione dei fabbisogni finanziari aggiuntivi, disposta dall’ordinanza 1156, che ha portato all’individuazione, e alla richiesta contestuale di risorse al Dipartimento nazionale di Protezione civile, per ulteriori interventi. La stima è di 25 milioni 850mila euro necessari per il completamento e il consolidamento delle opere più urgenti già finanziate con il Primo piano interventi e per le opere idrauliche e di versante per il completamento della messa in sicurezza del territorio.


