Donne vittime di femminicidio e i loro familiari, gli effetti che emergono in psicoterapia, la necessità di educazione affettiva. Il ciclo della violenza e la fatica di arginarla. Il tema della violenza contro le donne è stato al centro di un Consiglio comunale dedicato questo pomeriggio, martedì 25 novembre, che ha visto la testimonianza di Delio Barone, fratello di Oletta Barone, vittima di femminicidio il 2 marzo 2007 a Ferrara; l’intervento della psicologa clinica, psicoterapeuta e sessuologa Mara Fantinati e, infine, quello del Procuratore del Tribunale per i minorenni di Bologna Giuseppe Di Giorgio.
Ad aprire il pomeriggio, dopo i saluti del presidente del Consiglio comunale Antonio Carpentieri, la proiezione del cortometraggio dedicato al tema della violenza di genere “Conciliare stanca”, alla presenza dell’autore Francesco Zarzana, che ha sottolineato: “Sarebbe un sogno non dover parlare più di questo tema”, aggiungendo che “proprio gli uomini devono scrivere e denunciare la violenza contro le donne”.
La seduta è continuata con l’intervento del sindaco Massimo Mezzetti, che ha detto: “Alla violenza fisica, dai femminicidi agli stupri, si affiancano altre forme che non dobbiamo mai sottovalutare e che non sono per forza alternative, a volte anche complementari: la violenza economica, quella verbale, quella psicologica, quella sui social ormai fuori controllo. Sono tutte tessere di un mosaico che va chiamato con il suo nome: patriarcato. A noi uomini piace poco dire questa parola, quasi le preferiamo maschilismo che forse sentiamo più vicina o machismo… insomma meno impegnative del riconoscere quella stratificazione culturale, educativa, che nei secoli ha messo la donna in condizione di inferiorità e sottomissione all’uomo”.
Il programma è proseguito con la toccante testimonianza di Delio Barone, che ha raccontato la sua storia personale per poi approfondire la “parte nascosta” che le famiglie colpite da femminicidio si trovano a dover affrontare: “Il primo pensiero è quello di avere giustizia, un desiderio accompagnato da un senso di rabbia, delusione, dolore. Poi inizia lo smarrimento, quando cominci a parlare con gli avvocati che spiegano cosa si può ottenere e quali sono i rischi”. Barone – che ha dato vita al format “Serata contro la violenza alle donne”, durante il quale professionisti del mondo della giustizia spiegano il percorso che le famiglie di vittime di violenza devono affrontare – ha puntato l’attenzione sulle continue difficoltà che ci si trova a dover fronteggiare: dai processi alle spese legali, fino alla familiarizzazione con definizioni come ‘attenuanti generiche’, ‘buona condotta’, ‘sconto di pena’.
Con la psicoterapeuta Mara Fantinati, autrice del libro “Il Segreto. Ricordi custoditi in silenzio”, è stato approfondito l’aspetto della violenza intrafamiliare, con un’attenzione specifica agli effetti a medio e lungo termine sulla salute mentale. Sono stati evidenziati gli aspetti di somatizzazione della sofferenza psichica, a partire da testimonianze di persone che hanno svelato, solo in psicoterapia, abusi e violenze subite, ma hanno scelto di non denunciare. Alcune di queste testimonianze sono raccolte nel suo libro, distribuito durante gli eventi di formazione e sensibilizzazione sul tema della prevenzione della violenza. Il devoluto delle vendite è sempre stato interamente versato a servizi che si occupano di accogliere le vittime di violenza, allo scopo di “sensibilizzazione della comunità dei soccorritori, accrescendo competenze utili a capire la sofferenza della violenza”, ha concluso Fantinati.
Il Procuratore del Tribunale per i minorenni di Bologna Giuseppe Di Giorgio ha ripercorso la storia legislativa degli ultimi trent’anni ricordando gli interventi che hanno rafforzato gli strumenti di contrasto alla violenza di genere – dal ‘codice rosso’ del 2019 alle leggi del 2023 –, che hanno accelerato audizioni, controlli e decisioni cautelari. Quanto ai reati ‘codice rosso’ tra minori – “circa 200 l’anno” – Di Giorgio ha spiegato come emergano soprattutto in scuole, contesti sportivi e familiari, spesso favoriti da dinamiche di gruppo. “Abbiamo poi anche tanti casi di reati commessi nell’ambito della famiglia, spesso ai danni di madri e sorelle, così come nell’ambito di relazioni individuali, all’interno delle quali possono reiterarsi situazioni negative simili a quelle che i minori vivono nelle loro famiglie”. Di Giorgio, sottolineando che “nel sistema minorile orientato a finalità educative l’attenzione è rivolta soprattutto al recupero del minore autore di reato, mentre la tutela della vittima si sviluppa soprattutto in sede civile”, ha evidenziato come aspetti preoccupanti il ridotto senso di responsabilità e atteggiamenti predatori verso i più deboli: “Spesso la debolezza, tra minori, deriva dal sesso, ma anche dall’età, da minorazioni fisiche o da isolamento”. Di Giorgio ha sottolineato come le recenti norme su bullismo e cyberbullismo puntino su ammonimenti e interventi preventivi. “La risposta, però, deve poggiare su un percorso integrato: repressione, prevenzione ed educazione, che coinvolga magistratura, famiglie, scuola e comunità educante”, ha spiegato.
In conclusione, l’assessora alle Politiche di genere Alessandra Camporota ha sottolineato l’impegno dell’Amministrazione per sostenere l’occupazione femminile, con strumenti di supporto alle famiglie per colmare il divario retributivo, per mettere a sistema una formazione chiara sia a scuola che nei luoghi di lavoro e per promuovere una sempre più stretta collaborazione tra tutte le realtà, associative ed istituzionali, che operano a supporto delle donne vittime di ogni tipo di violenza e di discriminazione. “Al riguardo – ha spiegato – prevediamo di operare anche attraverso la costituzione di un Tavolo permanente delle associazioni di consultazione e sostegno delle politiche di genere del Comune, con lo scopo di garantire una reale parità nella vita pubblica ed amministrativa”. Infine, l’assessora ha sottolineato l’importanza di promuovere e organizzare eventi che diffondano una cultura delle politiche di genere: “Il tema della prevenzione della violenza va affrontato da un punto di vista culturale e, anche con il calendario di appuntamenti costruito intorno a questa ricorrenza, stiamo portando avanti un cambiamento che metta la cultura e la conoscenza al centro”.


