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Educazione all’aperto 0-6 anni: l’Emilia-Romagna, tra le prime Regioni in Italia, vara le Linee guida regionali

Educare all’aperto, per rispondere ai bisogni evolutivi delle bambine e dei bambini, offrire esperienze dirette di biodiversità, sostenere lo sviluppo della sensibilità ecologica e il rispetto dell’ambiente ma anche per favorire e rafforzare il senso di appartenenza al territorio e alla comunità. Muoversi, esplorare, toccare, ascoltare, osservare: l’apprendimento negli spazi esterni è un’esperienza attiva e multisensoriale, che stimola la curiosità e incoraggia la sperimentazione, come dimostrano le evidenze scientifiche. Quando vissute con continuità e in armonia tra ambienti esterni e interni, infatti, le esperienze in natura, accompagnate da educatori e insegnanti, attivano processi cognitivi, fisici ed emotivi profondi.

L’educazione all’aperto rappresenta dunque un’opportunità strategica per promuovere il benessere e lo sviluppo integrale dei bambini nella fascia 0–6 anni; un fattore determinante per connettere apprendimento, salute, ambiente e comunità; un’opportunità di cambiamento culturale che coinvolge professionisti, famiglie e comunità. Ed è per tali motivi che è stata scelta proprio la data del 20 novembre per presentare il documento che si pone l’ambizioso obiettivo di incidere sulla qualità della vita di tutti i bambini e le bambine ma anche degli adulti – genitori, personale dei Nidi e delle Scuole, cittadine e cittadini.

A partire da queste premesse, la Regione Emilia-Romagna, insieme al Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna e con la partecipazione di esperti dei servizi per l’infanzia, della scuola, della sanità e dell’ambiente, ha ideato e messo a punto, seconda regione in Italia, delle specifiche “Linee guida regionali per l’educazione all’aperto da 0 a 6 anni. Educazione attiva, spazi all’aperto, benessere e salute”.

Presentate oggi, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a Bologna, durante il convegno “Educazione attiva, spazi all’aperto, benessere e salute” che si è svolto nell’Aula Magna Piero Bertolini del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, con collegamento dalle sedi provinciali. Invitati all’iniziativa i professionisti del mondo educativo (di Enti pubblici, convenzionati e privati rappresentativi del modello E-R, Ufficio scolastico regionale, Uffici scolastici territoriali, Rete Scuole all’aperto…), dell’ambito sanitario che svolgono funzioni di autorizzazione/controllo e promuovono interventi di prevenzione/benessere/salute, esperti giuridici, tecnici di Enti locali con competenze su aree verdi, spazi esterni, edilizia pubblica, ambiente, rappresentanti di Ceas (Centri di educazione alla sostenibilità), Urban center, Patti di collaborazione o processi partecipativi sul tema.

Quasi 500 i partecipanti che si sono confrontati sul documento prima dell’approvazione finale, in questa ultima tappa di un percorso partecipativo che ha appassionato professionisti ed esperti. Come evidenziato dagli interventi introduttivi di Michela Schenetti, Filomena Massaro e Nadia Bertozzi solo un approccio culturale e metodologico integrato consente di raggiungere obiettivi strategici in ambito educativo, sanitario e ambientale. Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, ha inoltre richiamato i principi di One Health e Salute circolare, sottolineando il valore di consapevolezza, partecipazione e responsabilità condivisa a tutela della salute individuale e collettiva. Nelle conclusioni Monica Raciti ha indicato gli sviluppi e le prospettive future del documento che sarà approvato dalla Giunta regionale.

“L’Emilia-Romagna- sottolinea l’assessora regionale al Welfare, Scuola e Politiche per l’infanzia, Isabella Conti- intende promuovere l’educazione all’aperto nei servizi per l’infanzia come scelta pedagogica che mette al centro l’educazione, il benessere, la salute e il diritto alla natura. E lo facciamo oggi, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, perché intendiamo rinnovare il nostro impegno a garantire a tutti i bambini e le bambine della nostra regione il pieno esercizio dei propri diritti, come sancito dalla Convenzione Onu”.

“Con queste Linee guida, tra le prime in Italia, vogliamo rafforzare un approccio integrato, promuovendo pratiche educative che tutelino i diritti dell’infanzia e contribuiscano alla costruzione di comunità più inclusive, sane e sostenibili. Investire nell’educazione all’aperto significa investire nel futuro, nella salute e nel benessere dei nostri bambini e delle nostre bambine. Siamo chiamati tutti, come istituzioni, professioni, cittadine e cittadini, a costruire insieme un ambiente educativo che conosca, rispetti e valorizzi bisogni e diritti dell’infanzia. E anche questo documento, di cui siamo davvero orgogliosi, è frutto di un lavoro collettivo, che ha unito competenze ed esperienze diverse con lo stesso obiettivo: dare uno strumento a tutti i soggetti coinvolti per migliorare ulteriormente la qualità dell’apprendimento, della formazione e dell’educazione dei nostri bambini e bambine, che sono tradizionalmente al centro delle politiche dell’Emilia-Romagna. Un lavoro di squadra, per cui ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno partecipato, con convinzione, passione e impegno”.

Obiettivi

Le Linee guida vogliono promuovere l’educazione all’aperto dalla nascita ai sei anni, in particolare nei giardini dei servizi educativi e scolastici e nelle aree frequentate da bambine, bambini e famiglie, sia in città che nel territorio; riconoscere e valorizzare il ruolo degli spazi all’aperto, tra cui quelli verdi, come luoghi di incontro, gioco, socialità e apprendimento, integrandoli nella progettazione educativa e didattica dei servizi per l’infanzia; rappresentare un’opportunità concreta per connettere e integrare diverse dimensioni – culturale, educativa, sanitaria, sociale, pedagogica, ambientale e politica – nella progettazione e valorizzazione delle aree verdi scolastiche. Infine, sono pensate come riferimento metodologico per altri spazi educativi e ricreativi, come centri estivi e centri per le famiglie.

Il documento è stato messo a punto da un gruppo di lavoro interistituzionale e multidisciplinare composto da professionisti di diverse Direzioni della Regione Emilia-Romagna (Area Infanzia, Adolescenza, Pari opportunità e Terzo settore, Ambiente e salute – Settore Prevenzione collettiva e Sanità pubblica, Area Malattie infettive e Programmi di prevenzione collettiva – Settore Prevenzione collettiva e Sanità pubblica, Area Foreste e sviluppo zone montane, Settore Innovazione nei servizi sanitari e sociali), ArpaE – Area Ricerca e sviluppo in materia di educazione ambientale, Ufficio Scolastico Regionale – Rete nazionale Scuole all’aperto, Unione Comuni della Bassa Romagna, Comune di Bologna, Unione Comuni Bassa Reggiana, Comune di Rimini con il coordinamento della Regione e la supervisione scientifica della prof.ssa Schenetti, Dipartimento di Scienze dell’Educazione. Il documento porta a sintesi le esperienze già attive sul territorio regionale, sostiene l’utilizzo di materiali naturali e la biodiversità e la responsabilità condivisa fra tutti gli attori coinvolti nelle progettazioni e realizzazioni di spazi educativi all’aperto nei giardini dei servizi educativi e delle scuole.

















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