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Koln Concert, storia di un capolavoro casuale

Concerto omaggio a Keith Jarrett con Flavio Manzoni, Chief Designer Officer di Ferrari: sabato 22 novembre all’Auditorium Enzo Ferrari

Flavio Manzoni (immagine fornita dal Comune)

In occasione del 50° anniversario del concerto di Colonia di Keith Jarrett (24 gennaio 1975), un evento che occupa un posto speciale nella storia della musica, sabato 22 novembre alle ore 18.30 la città di Maranello avrà l’onore di ospitare una serata unica: Flavio Manzoni, architetto, Chief Design Officer della Ferrari, pianista e grande appassionato di Jarrett, dialogherà con alcuni amici e farà ascoltare dal vivo alcune perle del pianista di Allentown, alternandosi al pianoforte con il fratello, il M° Cristiano Manzoni, concertista, pianista di opere liriche al Teatro comunale di Firenze e tutor presso il Maggio musicale fiorentino.

Sarà l’occasione per raccontare i risvolti umani dei protagonisti e le vicende personali e organizzative che hanno caratterizzato quell’evento; in particolare, la narrazione ricostruirà le ore che hanno preceduto il concerto in quella fredda serata tedesca di fine gennaio del 1975. Una storia che può essere assurta a grande metafora della vita. E che addirittura amplifica la grandezza del concerto stesso.
La narrazione di quei giorni, affidata a Fabio Medda, Gianni Agnesa, Dandy Massa, Gianfranco Fancello e Simonetta Selloni, sarà alternata all’ascolto di una selezione di brani di grande impatto emotivo di Jarrett.
I testi sono di Fabio Medda, con la collaborazione di Flavio Manzoni, Gianni Agnesa e Gianfranco Fancello. L’evento, nato da un’idea di Fabio Medda, è organizzato dal Comune di Maranello in collaborazione con Ferrari Club Italia e con il contributo di Maranello Immobiliare Elementi, Millemilia Garage e Elementi Group. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

“Il Köln Concert di Keith Jarrett”, spiegano i curatori dell’evento, “il più famoso disco di jazz solista, con 3 milioni e mezzo di copie vendute, è sicuramente uno degli album più intensi e sofferti di Jarrett; ma parlare soltanto dell’aspetto strettamente musicale del concerto sarebbe riduttivo. Certamente l’interpretazione di Jarrett meriterebbe un’analisi approfondita anche dal punto di vista tecnico, ma l’obiettivo principale che si pone questo omaggio è raccontare i risvolti umani, la storia di quei giorni e, in particolare, delle ore che hanno preceduto il concerto in quella fredda serata tedesca di fine gennaio del 1975. Una storia che può essere assurta a grande metafora della vita. E che addirittura amplifica la grandezza del concerto stesso. Una storia di determinazione e tenacia (Vera Brandes, l’organizzatrice, aveva soltanto 18 anni), disperazione, resurrezione e tanta, tanta casualità. C’erano tutte le condizioni per annullare il concerto. Anzi, di fatto, il concerto era saltato pochi minuti prima del suo inizio. Eppure, contro tutti i sintomi del destino, il concerto si è svolto, è stato registrato, pubblicato ed è diventato un album di importanza capitale.”

 

















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