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Sfratti a Modena, trend clamoroso i Sindacati: “fermate la legge del disastro sociale”

“Prima di tutto i numeri: nel 2024 gli sfratti a Modena e provincia eseguiti con la Forza Pubblica sono stati 330, il 70% dei quali dovuti a morosità incolpevole, cioè a nuclei impoveriti che non riescono più a sostenere il costo di un affitto. Ecco perché occorre fermare il progetto di legge Marcheschi che intende mettere il turbo agli sfratti. Sarebbe un disastro sociale, anche per i Comuni”.

Così Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale e Uil Modena-Reggio Emilia – unitamente a Sunia, Sicet e Uniat Modena – fotografano il fenomeno degli sfratti sul territorio, evidenziando “un trend preoccupante e clamoroso che testimonia una crescente difficoltà economica e sociale nel mantenere il diritto ad una casa. Una difficoltà aggravata dal fatto che il 15% degli sfratti complessivi sono avvenuti per finita locazione, cioè legati frequentemente alla volontà dei proprietari di destinare gli immobili agli affitti brevi e transitori o di aumentare sensibilmente i canoni”.

 

UN’EMERGENZA
Modena e provincia si trovano al cospetto di una emergenza casa che colpisce famiglie con redditi medio-bassi, lavoratori precari e pensionati che non riescono più a sostenere il costo di canoni cresciuti del 27% rispetto al 2019, a fronte di salari e pensioni che arrancano. Nel frattempo, le domande di Edilizia Residenziale Pubblica (Erp) aumentano rispetto al 2019 e la disponibilità di alloggi a canone accessibile, in particolare nel Capoluogo, continua a diminuire, segnalando l’urgenza di vedere applicato l’importante piano casa comunale varato dall’Amministrazione Mezzetti per sostenere il ceto medio.

IL SENATO DISCUTE IL TURBO AGLI SFRATTI                                                         Per i sindacati modenesi risulta “aberrante l’idea di incentivare e facilitare gli sfratti contenuta nel progetto di legge presentato dal senatore toscano Paolo Marcheschi:  prevede l’istituzione di una nuova autorità amministrativa (Autorità per l’Esecuzione degli Sfratti – Aes) capace di scavalcare i tribunali ordinari, velocizzando al massimo le procedure di estromissione dall’alloggio in affitto”. Due mensilità arretrate saranno sufficienti per presentare la richiesta alla nuova autorità, che disporrà l’esecuzione in un periodo brevissimo: trenta giorni, prorogabili a novanta.
Senza dubbio un provvedimento in sintonia con le  storiche richieste di Confedilizia, affetto dalla totale noncuranza verso le condizioni di sofferenza di un Paese alle prese con una lunga emergenza abitativa, nel quale cresce la fascia di povertà assoluta, concentrata nelle famiglie in affitto.
Il progetto di legge ignora questo problema e mette tutti sullo stesso piano. Chi sceglie di sfuggire al dovere di pagare un canone di affitto e chi, invece, non sa come provvedere.
Anche perché, va evidenziato, sono state eliminate progressivamente fondamentali tutele e aiuti agli inquilini, a partire dall’eliminazione del fondo morosità incolpevole. Il cui ruolo, in questa fase, sarebbe invece essenziale, al pari di un vero Piano Casa nazionale, rimasto un annuncio senza alcun fondo a supporto.

APPELLO AI COMUNI
Cgil, Cisl e Uil, Sunia, Sicet e Uniat modenesi chiedono “il ritiro immediato del progetto di legge Marcheschi”, richiamano l’attenzione sui possibili effetti, sociali e di ordine pubblico, che potrebbero essere portati dalla forte crescita degli sfratti forzati.
E si rivolgono ai Comuni avvertendoli che “sarebbero chiamati a sostenere i costi, non solo economici, di famiglie  private di un tetto, con redditi insufficienti a procurarsi un’abitazione. Una condizione già oggi grave in molte città e distretti della nostra provincia, che potrebbe deragliare a fronte del raddoppio di sfratti eseguiti seguendo la logica della proposta Marcheschi, abbattendo una porta, un muro, la dignità delle persone, e tra loro tanti i bambini”, chiosano i sindacati.

 

















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